Pilota muore per un incidente in gara. Dopo ben trent’anni di coma

Un grande campione del motociclismo anni ’80 si è spento ieri a trentun anni dal terribile incidente che lo aveva costretto in coma

Reinhold Roth
Reinhold Roth al Gran Premio del Giappone 1980 (Foto Rikita/Wikimedia Commons)

Si è conclusa tragicamente la lunghissima lotta per la vita di un pilota motociclistico, vittima di uno degli incidenti più gravi e terribili che la storia del Motomondiale ricordi.

Per raccontare la sua drammatica vicenda dobbiamo risalire addirittura al Gran Premio della Jugoslavia del 1990, quando subì uno schianto durante la gara sulla pista di Rijeka che lo ha lasciato in coma vegetativo per i successivi 31 anni, fino a ieri.

Si tratta di Reinhold Roth, uno degli specialisti della classe 250 negli anni ’80: campione europeo della categoria e poi per ben due volte vicecampione del mondo, nel 1987 e nel 1989, alle spalle rispettivamente di Anton Mang e di Sito Pons.

Il gravissimo incidente di Reinhold Roth

Finché il destino non lo ha costretto ad abbandonare le corse nel modo più triste. Durante quella gara si stava giocando il successo fino a quando, a tre giri dal termine, non era arrivata la pioggia. Proprio a causa dell’acqua uno dei piloti di fondo schieramento, Darren Milner (tra l’altro ammesso alla gara solo il giorno precedente, per il ritiro di un avversario) aveva rallentato bruscamente, rimanendo però in traiettoria.

Quando il gruppo di testa si apprestò a doppiarlo, dunque, i primi riuscirono ad evitarlo, mentre Roth, che non lo aveva visto, lo urtò in pieno ad una velocità di quasi 170 km/h. Da subito le sue condizioni apparvero disperate: riportò una frattura al cranio e alla spina dorsale e un trauma cerebrale, venne rianimato ma solo dopo ben otto minuti in cui il cervello era rimasto senza ossigeno, riportando così danni irreversibili.

Dopo settanta giorni di coma, rimase in stato vegetativo ed emiplegico per il resto della sua vita, assistito sempre dalla moglie Elfriede e del figlio Matthias, che non lo hanno mai abbandonato e che ora piangono la sua scomparsa, all’età di 68 anni, a causa di un collasso polmonare.

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