Il botto di Schumacher, il sacerdote matto: le mille storie di Silverstone

Tante le storie da raccontare su Silverstone: dal primo successo di Farina a quello della Ferrari, fino alle gomme protagoniste negli ultimi anni

Il circuito di Silverstone (Photo by Bryn Lennon/Getty Images)

La pista dove tutto è cominciato. Parliamo di Silverstone, il celebre circuito britannico, nato su una ex base aerea della Raf e che fu la sede storica del primo appuntamento del Mondiale di F1, nel 1950. Qui la F1 è nata, qui ancora continua a fare la storia.

Silverstone, dal dominio Alfa all’esordio Ferrari

Era il 1950 quando si corse la prima della Formula 1. A Silverstone erano 22 le vetture iscritte, mancavano le Ferrari che non concordò sui premi di partecipazione. Dettò legge allora l’Alfa 158, che realizzò il primo royal flush della storia: prima fila completa in qualifica con quattro telai, giro veloce, corsa sempre al comando e tripletta finale con Farina, Fagioli e Parnell.

Un giorno speciale per Nino Farina, che non solo vinse ma realizzò anche il primissimo “hat trick”: pole position, vittoria e giro più veloce nel GP di Gran Bretagna. E alla fine della stagione fu anche campione iridato del primo Mondiale della F1. Il tutto in un weekend altrettanto speciale, perché sulle tribune di Silverstone c’erano come ospiti d’onore re George VI, la regina Elizabeth e la principessa Margaret. L’unica volta in cui un monarca andò a una gara automobilistica in Gran Bretagna.

Nel 1951 invece fu la prima volta della Ferrari, che non solo partecipò ma ottenne anche la prima vittoria iridata grazie a José Froilán González, proprio ai danni dell’Alfa Romeo. Il primo di una lunga serie per la Rossa, quasi fosse un segno del destino.

Schumacher-Silverstone, una storia dolceamara

Un circuito quello di Silverstone che ha significato tanto per un mito come Michael Schumacher. Diverse le soddisfazioni ma anche i momenti delicati. Come nel 1994, l’anno del primo titolo iridato, quando per due volte il tedesco sorpassò Damon Hill nel giro di riscaldamento, rimediando cinque secondi di stop-and-go, che rifiutò di scontare. E per questo la Fia gli diede bandiera nera, che non lo fermò lo stesso. Inevitabile la squalifica.

Nel 1998 invece un trionfo strano, che arrivò nella corsia dei box, dove Schumi dovette entrare per contare una penalità. L’anno successivo invece fu quello del più grave incidente in carriera del tedesco, che per colpa di un’avaria dell’impianto frenante della sua Ferrari andò dritto dentro le barriere di gomme alla Stowe. Per lui la frattura di tibia e perone della gamba destra, che volle dire titolo andato e rientro in pista solo dopo tre mesi.

Tra sacerdoti e gomme che esplodono

Ma Silverstone è stata teatro anche di episodi davvero incredibili, come quello del 2003, quando un uomo vestito con basco e completino scozzese corse in pista agitando un cartello con su scritto “Leggete la Bibbia. Ha sempre ragione”. Fu placcato dalle forze dell’ordine appena in tempo, mentre le vetture lo sfioravano a 200 km/h. Si seppe poi che quel folle era Cornelius Horan, un sacerdote cattolico di 56 anni.

Ma a Silverstone sono state protagoniste anche le gomme. Come nel 2013, quando in pista esplosero a Hamilton, Massa, Vergne e Perez. E sempre lo stesso pneumatico, quello posteriore a sinistra. Per questo la Fia, dopo quell’appuntamento, decise di uniformare le pressioni di gonfiaggio e camber, imponendo a Pirelli la modifica delle strutture. Inoltre fu vietata alle squadre la pratica dell’inversione dei pneumatici.

Gomme ancora “colpevoli” lo scorso anno, quando Lewis Hamilton buca l’anteriore sinistra all’ultimo giro, ma in maniera incredibile riesce ad arrivare sul traguardo davanti a Bottas e Verstappen.

E chissà cosa ci aspetterà a Silverstone in questo 2021, dove a debuttare sarà la qualifica sprint.

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Hamilton e la ruota forata a Silverstone nel 2020 (Foto Getty Images)
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