Conclusa la saga dei motori Red Bull. Ecco cosa succederà nel 2022

Ha tenuto banco da ottobre 2020. Si è finalmente conclusa la querelle relativa alla Red Bull e ai motori Honda per il 2022.

Red Bull (©Getty Images)

Per un certo periodo a Milton Keynes hanno tremato. Il timore di dover tornare a bussare alle porte di Viry-Chatillon implorando di riallacciare un matrimonio finito nel peggiore dei modi ha probabilmente tolto il sonno alla premiata ditta Christian Horner – Helmut Marko per parecchi giorni, ma alla fine è terminato tutto nel migliore dei modi.

Superato l’ormai arcinoto rischio d’abbandono da parte del marchio, diventato nel tempo un refrain, gli energetici hanno vinto.

L’addio improvviso di Honda ha certamente lasciato tutti di stucco e forse anche per questo nessuna delle scuderie in griglia se l’è sentita di dire no alla proposta di congelare lo sviluppo dei propulsori dal 2022 al 2025.

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Non potendo più godere di un fornitore vero e proprio la scuderia austriaca si è accordata con il produttore di Sakura per proseguire nella collaborazione. I nipponici continueranno ad approvvigionarli delle PU che, per forza di cose, non avranno più l’etichetta ufficiale.
“La costituzione della Red Bull Powertrains Limited è una mossa audace da parte del nostro gruppo, operata dopo un’attenta e dettagliata valutazione. Siamo consapevoli dell’enorme impegno richiesto, tuttavia la riteniamo l’opzione migliore”, ha affermato il talent scout, annunciando l’apertura di un polo che avrà sempre sede in UK all’interno Technology Campus dove la squadra gestirà i motori aggiornandoli nei limiti del possibile con l’ausilio della Casa giapponese.

“Questa decisione rappresenta un passo significativo per noi”, le parole del team principal. “Siamo rimasti delusi quando Honda ha deciso di lasciare la categoria, ma siamo grati per il loro sostegno nel facilitare questo nuovo genere di partnership”.

Dunque, una bella notizia per Verstappen e Perez che così non dovranno cercarsi un sedile alternativo a fine campionato, anche se per Max esiste sempre la famosa clausola legata alla performance che potrebbe invitarlo a guardare altrove.

Red Bull (©Getty Images)

Chiara Rainis

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