Red Bull-Honda: raggiunto l’accordo di collaborazione post 2021

Red Bull e Honda hanno raggiunto l’accordo per il post 2021 quando il motorista nipponico non servirà più la F1.

Red Bull Honda (©Getty Images)

Alla fine le due parti si sono incontrate. In realtà era abbastanza scontato che finisse così, visto che sin dalla comunicazione dell’addio al Circus avvenuto lo scorso inizio ottobre, la Honda ha cercato di andare incontro alle esigenza della Red Bull.

Per dovere di cronaca dobbiamo ricordare che qualora il produttore giapponese non avesse adottato un approccio morbido, la scuderia energetica si sarebbe trovata costretta a chiedere aiuto alla Renault, con cui in passato ci sono state molteplici e aspre tensioni.

Red Bull – Honda, adesso cosa succede

Dunque, secondo quanto affermato dal talent scout Helmut Marko, le monoposto attualmente guidate da Max Verstappen e Sergio Perez, monteranno la power unit  asiatica anche nel 2022 seppur con un nome differente.

“E’ stato tutto definito ora siamo ai blocchi di partenza”, ha rivelato il manager austriaco alla stampa tedesca.

A mancare sarebbe soltanto l’ok dagli altri team di congelare lo sviluppo delle PU fino al 2025. Una richiesta che potrebbe trovare degli ostacoli in quanto impedirebbe di colmare lo svantaggio che tutti i fornitori hanno oggi sulla Mercedes.

In attesadi conoscere la risposta dalla FIA, che probabilmente arriverà tra qualche giorno, il 77enne di Graz mostra ottimismo. “Anche senza il supporto ufficiale saremo competitivi”, ha detto spiegando poi come, in un momento del genere investire massicciamente sui costosissimi V6 ibridi sia quasi anacronistico.

Immancabile nelle considerazioni anche la possibilità di uscita del marchio di bibite qualora i piani alti non dovessero procedere come desiderato. Un monito, una minaccia, lanciati più volte nel corso degli anni. “La Red Bull potrebbe ripensare drasticamente alla sua situazione in F1″, l’avviso rivolto alla Federazione. “Lo stop alle evoluzioni è l’unica strada strada percorribile per diverse ragioni, tra cui le spese eccessive”, l’aut aut finale del cacciatore di talenti.

Helmut Marko (0169Getty Images)

Chiara Rainis

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