Formigli attaccato sui social per razzismo contro Hamilton, poi si spiega

Corrado Formigli è stato attaccato per un post su Twitter che parlava di Hamilton e ha deciso di spiegare il suo punto di vista.

Lewis Hamilton (Getty Images)
Lewis Hamilton (Getty Images)

Lewis Hamilton è stato il grande protagonista dell’ultimo weekend grazie al successo che lo ha issato, con 7 Mondiali vinti, al pari di Michael Schumacher come pilota più titolato di sempre nella storia della F1. Il noto giornalista Corrado Formigli ha quindi pubblicato un post per celebrare l’inglese scrivendo una semplice frase: “Il dio dei piloti è nero. Grazie Lewis Hamilton“.

Alcuni utenti però non hanno visto di buon occhio il messaggio e subito hanno accusato il collega di razzismo. Formigli questa mattina ha quindi pubblicato un nuovo post, più lungo, dove ha spiegato nel dettaglio il proprio punto di vista nei confronti del driver britannico.

Formigli apprezza le battaglie di Hamilton

Il giornalista ha così scritto: “Ho scritto che il dio della F1 è nero. Non è soltanto una constatazione, è anche il riconoscimento tributato a un campione che ha gareggiato in questo mondiale inneggiando a Black Lives Matter, impresso sulla sua tuta e parte del suo furore agonistico. Lewis Hamilton non è solo un grandissimo pilota. È un attivista per i diritti della minoranza nera, uno che ha chiesto e ottenuto che la maggioranza dei piloti del circus si inginocchiassero in memoria di George Floyd assassinato dalla polizia di Minneapolis. Qualcuno dirà che è facile farlo quando guadagni 50 milioni di euro l’anno”.

Formigli ha poi proseguito: “Non è così. Proprio perché può permetterselo, la gran parte degli sportivi evita di esporsi e battersi per i diritti di chi non ha voce. Lewis Hamilton lo fa, ponendo la questione della razza all’attenzione del mondo degli appassionati di automobilismo sportivo. Lo fa in uno sport tradizionalmente bianco. Per rendersi conto di cosa sia stata la questione razziale nel motorsport, consiglio di guardare “Il Primo”, lo stupendo documentario su Willy T. Ribbs su Netflix. Il primo pilota nero a gareggiare a Indy mentre ancora sventolavano in tribuna le bandiere del KluKluxKlan. Definire Hamilton il dio nero della F1 significa dunque riconoscere non solo un campione del volante ma anche un uomo che ha saputo e voluto schierarsi. E che lo faccia dall’alto dei suoi compensi milionari merita un applauso in più”.

Antonio Russo

 

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Mercedes (Getty Images)
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