Mir, Suzuki e la rivincita di Brivio: “Dicevano che ero pazzo”

C’è anche un po’ di Italia dietro il trionfo di Joan Mir e Suzuki in MotoGP. Bisogna fare i complimenti a Davide Brivio, abile team manager.

Davide Brivio Joan Mir
Davide Brivio e Joan Mir (Getty Images)

Il trionfo di Joan Mir nel campionato mondiale MotoGP è anche il trionfo di Suzuki e di Davide Brivio. Il team manager italiano ha grandi meriti in questo successo.

La casa di Hamamatsu non vinceva da 20 anni nella classe regina e a un certo punto l’aveva anche abbandonata. Quando ci è tornata, nel 2015, ha deciso di affidarsi a colui che aveva maturato già una positiva e vincente esperienza in Yamaha. Una scelta che ha premiato.

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Davide Brivio commenta il titolo MotoGP di Mir

Brivio è stato interpellato da Sky Sport MotoGP per commentare il successo iridato ottenuto da Mir: «Era un sogno, un obiettivo. Ce l’abbiamo fatta nel momento giusto, quando abbiamo festeggiato anche il 100° anniversario di Suzuki. Neanche nei migliori sogni l’avrei immaginato così. Qui siamo partiti da zero, creando una squadra con tanti ragazzi fantastici e con passione. Ovviamente anche grandi piloti, abbiamo un team molto forte. Mir è campione e anche Rins poteva giocarsela fino alla fine. Sono curioso di vedere dove potremo arrivare nel 2021».

Il team manager Suzuki aveva lasciato una Yamaha vincente per seguire Valentino Rossi, poi ha accettato il progetto MotoGP di Hamamatsu con entusiasmo: «La Suzuki mi ha assecondato. Le scelte le abbiamo fatte assieme, però a volte ho proposto cose che sembravano un po’ pazze e alla fine mi hanno supportato. La cosa fondamentale è stata trovare i ragazzi giusti per la squadra. Spero di mantener questa atmosfera. Dobbiamo essere orgogliosi dei nostri piloti, presi quando erano dei rookie e che ora sono dei top rider. Possiamo giocarci il Mondiale con entrambi. In questo successo c’è anche merito di Rins, abbiamo fatto tanto lavoro con lui per sviluppare la moto».

Brivio spiega cosa lo abbia convinto ad accettare questa sfida: «Quando mi hanno chiamato, ho pensato che sarebbe stata una buona opportunità dato che è una grande casa. Si poteva ripartire da zero ed era una bellissima sfida. A volte è più difficile arrivare in un team in corsa. All’epoca lavoravo con Rossi sui suoi contratti personali, era difficile lasciare quel lavoro perché era stimolante. Mi appassionava e stimolava ricostruire una squadra. C’era chi mi diceva che ero pazzo a scegliere la Suzuki…».

Al dirigente Suzuki viene domandato se pesa aver vinto senza Marc Marquez. Questa la sua replica: «Non c’era alternativa. Mi spiace la sua assenza, però dopo che si è fatto male qualcuno lo doveva vincere questo titolo. Meglio che lo abbiamo vinto noi rispetto ad altri (ride, ndr)… Essendo lui un pilota forte, tutti lo vogliono sfidare nel 2021 anche per capire il proprio livello. Speriamo ritorni per dare vita a un campionato emozionante. Con questa nuova generazione di piloti magari anche lui dovrà impegnarsi un po’ di più, anche se resterà il riferimento».

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