La Ferrari si avvia verso la conclusione di un 2025 del tutto deludente, in cui non è arrivata neanche una vittoria. Un ex team principal della Scuderia modenese ha analizzato la crisi della sua vecchia squadra.
Il mondiale di F1 tornerà in scena in questo fine settimana a Singapore, uno degli appuntamenti più difficili per i piloti a livello fisico. Lo scorso anno, Lando Norris e la McLaren dettarono legge, battendo con oltre 20 secondi di vantaggio la Red Bull di un Max Verstappen che nulla potè fare per opporsi al suo dominio. La Ferrari gettò via tutto in qualifica per poi rimontare in gara, senza però riuscire a chiudere nella zona del podio.
Considerando la crisi tecnica in cui è immersa la SF-25, è assolutamente insensato pensare di poter vincere la gara ed anche solamente di chiudere sul podio, soprattutto dopo le deludenti uscite di Monza e Baku. La Ferrari ha ceduto alla Mercedes la seconda posizione nel mondiale costruttori, ed anche la Red Bull è sempre più vicina dopo le due affermazioni consecutive di Verstappen. Sulla mediocrità di risultati del Cavallino è intervenuto un ex team principal, che ha fornito una lettura molto lucida della situazione a Maranello.
Ferrari, Arrivabene sui problemi con aerodinamica e compositi
Intervistato da “Tuttosport“, l’ex team principal della Ferrari, Maurizio Arrivabene, ha analizzato il motivo del ritardo della Scuderia modenese dagli avversari: “Al momento, siamo in ritardo sui compositi e sull’aerodinamica, dal momento che continuiamo a produrre motori meglio degli avversari. Tuttavia, gli inglesi nella zona di Oxford hanno sviluppato quelle tecnologie ed ora sono più avanti. Per recuperare un gap simile fatto di tradizione, ma anche di competenze e di Università che sono vicine alla produzione, serve lavorare parecchio“.

Arrivabene è però speranzoso in un futuro migliore, grazie anche al recupero in termini tecnologici: “Il lavoro sarà duro, ma noi stiamo arrivando, la Ferrari è sulla giusta strada ed è necessario avere pazienza. In Inghilterra ci lavorano 30 mila persone, sappiamo quanto non sia facile vincere nelle corse e fare dei passi in avanti a livello industriale. In F1 ci sono 50 mila componenti e sei mesi per svilupparla, se commetti un errore te lo porti dietro per tutto l’anno ed è difficile risolverlo. Vasseur è una persona seria e ne capisce, io avevo vita facile perché parlavo italiano e riuscivo a cogliere le sfumature e le idee di tutti“.