In pochi lo sanno, ma la FIAT non doveva avere gli Agnelli come proprietari. La storia è davvero particolare e vi lascerà senza fiato.
Siamo abituati da anni a legare a doppio filo il nome della FIAT a quello degli Agnelli. In tempi recenti aggiungeremmo noi anche agli Elkann. La storia recente però ha cancellato un passato ben più articolato.
Il tempo che scorre spesso “ripulisce” la storia da alcuni dettagli restituendoci una percezione che in alcuni frangenti si discosta dalla realtà. Lo stesso è successo in questo caso con l’azienda di automobili più famosa d’Italia.
Di solito si lega la fondazione di FIAT alla famiglia Agnelli. Questo dettaglio però è solo in parte vero. L’azienda in questione, infatti, nasce per la volontà da parte di una dozzina di aristocratici torinesi di avviare una fabbrica che producesse auto.
L’idea iniziale era di Cesare Goria Gatti ed Emanuele Cacherano di Bricherasio, che avevano fondato anche l’ACI. I due avevano già messo in piedi la Accomandita Ceirano & C. che produceva la Welleyes.
Visto il successo di questa iniziativa imprenditoriale i due amici decisero di estendere la cosa su scala industriale allargando il discorso anche ad altri investitori: Roberto Biscaretti di Ruffia, Alfonso Ferrero de Gubernatis Ventimiglia, Michele Ceriana Mayneri, Carlo Racca, Lodovico Scarfiotti, Luigi Damevino e Michele Lanza.
Il ritiro di Lanza e l’arrivo di Giovanni Agnelli
Qui però nasce la mossa che cambierà per sempre la storia. All’ultimo momento, infatti, Michele Lanza decide di ritirarsi dal sodalizio per incomprensioni con soci e al suo posto viene coinvolto nel progetto Giovanni Agnelli dall’amico ed ex commilitone Scarfiotti.
La storia della FIAT non fu fatta di rose e fiori. Anzi l’azienda fu costretta a diverse ricapitalizzazioni e ci furono diverse modifiche del capitale azionario che portarono anche ad aspre diatribe legali.
Giovanni Agnelli diventato anche senatore durante i fascismo, dopo diverse vicissitudini, assume la quasi totale proprietà della FIAT. Dopo la seconda guerra mondiale però è costretto a passare il testimone a Valletta.
Vittorio Giuseppe Valletta si occupa così negli anni post-seconda guerra mondiale di risanare la FIAT e preparare il primo discendente della famiglia Agnelli, l’avvocato Gianni, a diventare il proprietario dell’azienda.
Gianni Agnelli assurge alla carica di presidente nel 1966 e da lì arriviamo poi alla storia che tutti conosciamo. Insomma una delle famiglie più potenti d’Italia oggi si trova lì “solo” per l’abbandono all’ultimo di uno dei soci fondatori. Una storia che ha davvero del clamoroso.