Moto Guzzi, che passione: l’origine di un mito del Made in Italy

La Moto Guzzi è un orgoglio italiano che nel corso della sua storia ha riscritto i canoni del mondo delle due ruote con innovazioni che hanno fatto scuola, sempre nel segno della passione dei suoi fondatori.

Un’aquila dorata ad ali spiegate, un simbolo riconosciuto universamente dai piloti, civili e militari, ma che per gli appassionati delle due ruote è diventato un emblema di sportività su due ruote. Il legame con il mondo dell’Aeronautica militare per il marchio Moto Guzzi è significativo e ha sancito la nascita di una amicizia che ha dato vita ad un sogno.

Moto Guzzi, che passione: l’origine di un mito del Made in Italy
Moto Guzzi (AdobeStock) – Tuttomotoriweb.it

Giorgio Parodi volle dedicare ai suoi amici Stefano Baglietto e Giovanni Ravelli, piloti nella Grande Guerra, un progetto su due ruote diverso da tutti gli altri. Nato a Venezia, l’11 giugno del 1897, Giorgio Parodi, sin da ragazzino, mise in mostra una passione sfrenata per le corse. Divenne un uomo dedito al lavoro, dal manico pesante e con la smania di eccellere.

Fu un pilota di primissimo livello, vincendo gare internazionali e segnando record nell’ambito delle sfide aeronautiche di velocità, facendo sfoggio anche di sei medaglie al valore di cui fu insignito. Fu cofondatore ed istruttore dell’Aeroclub di Genova e nel 1930 del Circolo Canottieri Moto Guzzi. Rampollo di una famiglia di armatori, Parodi diede sfoggiò delle sue capacità anche in volo e sulle due ruote.

Dopo aver preso parte, da volontario, alla Prima guerra mondiale a bordo degli idrovolanti della Regia Marina, nel 1921, fondò a Genova la “Società anonima Moto Guzzi”. Nell’impresa c’erano Emanuele Vittorio Parodi, il cugino Angelo, Gaetano Belviglieri e Carlo Guzzi, motorista nella Regia Aviazione di Marina.

Moto Guzzi, la nascita di una icona

Nell’organigramma societario avrebbero dovuto esserci anche Giovanni Ravelli e Stefano Baglietto, aviatori e piloti come lui, deceduti nel 1919 a causa di incidenti di volo. Proprio in loro memoria Giorgio Parodi volle, come simbolo delle sue moto, l’aquila ad ali spiegate. Il brand è diventato leggendario anche grazie ai successi in pista. Dall’anno della sua nascita sino al 1957, anno del ritiro ufficiale dal Motorsport, la Guzzi ha ottenuto 3329 vittorie in gare ufficiali, 14 titoli mondiali velocità e 11 Tourist Trophy.

La leggenda della Moto Guzzi
Serbatoio Moto Guzzi (Adobe) tuttomotoriweb.it

Il successo risiedeva nella fattura straordinaria dei telai e dei motori. La Moto Guzzi ha rivoluzione l’intero settore, ammaliando intere generazioni con moto affidabili e veloci. L’azienda restò di proprietà della famiglia Parodi sino al 1969, anno del passaggio a SEIMM, a cui fece seguito De Tomaso, Gianni Bulgari per un breve lasso di tempo, poi Beggio ed infine Colaninno.

Giorgio Parodi era noto con l’appellativa di “lattuga” per la sua personalità poco incline a mettersi in mostra. Faceva parlare i suoi bolidi in strada. Il primo prototipo GP, Guzzi-Parodi, poteva essere scambiato anche per le sue iniziali. Preferì dare tutto il merito al primo e più noto progettista. Un segnale di quanto l’imprenditore, nato a Venezia, tenesse ad omaggiare i suoi uomini che riteneva come fratelli.

E’ scomparso a Genova in un caldo 18 agosto del 1955. Il suo nome rimarrà per sempre nel cuore degli appassionati delle due ruote. A Genova, nel quartiere di Albaro, c’è una strada intitolata a Giorgio Parodi, “aviatore pluridecorato al valor militare”, mentre nel quartiere di Carignano è stata eretta una statua in suo onore.

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