Piaggio, dalla Vespa alla prima automobile: registrato un flop clamoroso

La Piaggio, dopo il successo ottenuto con la Vespa, si lanciò nella produzione di una vettura che si rivelò essere un pessimo affare per la casa italiana.

La Piaggio è tra i produttori di veicoli più antichi in assoluto. L’azienda fu fondata nel 1884, grazie ad una straordinaria intuizione del cavalier Enrico Piaggio. Quest’ultimo, specializzato nelle segherie per legname, insieme a suo figlio Rinaldo investirono nel settore dei trasporti. La famiglia era impegnata in produzioni metalmeccaniche e ferroviarie e, prima ancora, nell’arredamento navale e delle carrozze ferroviarie.

Piaggio dalla Vespa alla prima auto
Piaggio Auto (Adobe) tuttomotoriweb.it

Nel 1915 l’azienda acquisì le Officine Aeronautiche Francesco Oneto di Pisa, già Società Aviazione Fratelli Antoni. Nel periodo delle guerre mondiali la produzione si focalizzò sul settore specifico degli aeroplani, in seguito portato avanti dalla Piaggio Aero Industries. Nel 1945, dopo aver ricostruito gli stabilimenti di Pontedera, si elaborarono i primi prototipi di Vespa.

Oggi se pensate all’azienda toscana la prima cosa che vi verrà in mente è la Vespa. Nel settore dei ciclomotori la Piaggio ha realizzato dei capolavori divenuti iconici. Ha dato un serio contributo alla motorizzazione su due ruote nel nostro Paese, oltre ad aver lanciato un mezzo da lavoro spettacolare come il motocarro Ape. In pochi, invece, conoscono la prima auto realizzata dalla società, oggi quotata presso la Borsa valori di Milano nell’indice FTSE Italia Mid Cap.

La Piaggio lanciò la ACMA Vespa 400 per accrescere gli affari che all’epoca erano trainati dal successo del noto scooter. La micro vettura fu realizzata in Francia, a Fourchambault, nel 1957. La produzione si deve alla ACMA, un’azienda specializzata nella fabbricazione di veicoli che, nel caso della 400, ebbe tre versioni: la Luxe, la Tourisme e la GT.

La prima auto della Piaggio

La casa di Pontedera ha cercato fortuna anche nell’ambito della quattro ruote, come potrete osservare nel video in basso del canale YouTube Firenzeprima, ma non andando neanche lontanamente a creare problemi ai competitor dell’epoca. Rinaldo Piaggio decise di lanciare il progetto della city car di piccole dimensioni sulla base di un motore a due tempi con soli 13 cavalli.

Il DNA era legato ai concetti motociclistici. Nel progetto della casa toscana, tuttavia, c’erano delle contaminazioni tecniche dell’azienda consociate. I gruppi ottici erano grandi e arrotondati e attribuivano una forma sinuosa al frontale. Il tettuccio apribile rappresentava un lusso per l’epoca, così come il riscaldamento.

Il cambio era a 3 rapporti più la retromarcia. Dal punto di vista tecnico la vettura rappresentava un gradino più in basso rispetto ai modelli FIAT. Tra la famiglia Agnelli e la Piaggio ci fu un accordo per immettere sul mercato la ACTM Vespa 400 in Francia, per non creare una concorrenza in Italia con la 500. Inizialmente la critica valorizzò il progetto della casa di Pontedera dopo averla vista al salone dell’automobile di Parigi.

L’hype iniziale scese molto presto, data la fama della Piaggio esclusiva ai mezzi a due ruote. Non vi erano feedback sulle vetture e di conseguenza la produzione fu un flop. Rimase in produzione per soli quattro anni, dal 1957 al 1961, per il semplice fatto che non raggiunse gli obiettivi prefissati. Per il brand toscano fu un fallimento epocale, dovendo riconoscere che la competizione era troppo elevata per riuscire a trovare uno spazio nell’industria tradizionale delle quattro ruote.

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