Quali marchi possiede il gruppo Toyota? Alcuni vi lasceranno a bocca aperta

Toyota è uno dei marchi più conosciuti al mondo, in cima da anni alle classifiche best seller di automobili di ogni tipo.

Nei primi anni la casa giapponese era un’azienda tessile specializzata nei telai per la tessitura e solo nel 1937 divenne Toyota Motor Company. La famiglia fondatrice del marchio preferì chiamarla Toyoda e non Toyota per una questione di scaramanzia.

Toyota (AdobeStock)
Toyota (AdobeStock)

 

Il nome con la “t”, infatti, richiedeva in giapponese 8 tocchi di pennello, numero considerato fortunato nel Paese del Sol Levante. Dopo i primi prototipi la Toyota lanciò la Model AA, prendendo spunto dalla Chrysler Airflow, sia per quanto concerne il motore che per quanto riguarda il design. L’obiettivo della casa nipponica era quello di espandersi in tutte le zone del mondo. Ci riuscirono negli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Uno dei primi modelli che debuttò sul mercato negli anni ‘50 fu il fuoristrada BJ, progenitrice della Land Cruiser. La Crown fu la prima macchina esportata negli Stati Uniti, ma è negli anni ‘70 che il marchio riuscì a diventare un punto di riferimento globale. Il Motorsport ha avuto ruolo essenziale nella crescita di Toyota, grazie ai primi trionfi nel campionato mondiale rally. Fu in grado definire un’immagine sportiva e fuoristradistica unica nel suo genere.

I successi di vendita della Toyota

La Corolla diventò molto popolare negli Stati Uniti dove, a metà degli anni ’70, celebrò il traguardo del milione di veicoli esportati. A quel punto la Toyota non era più vista come un marchio giapponese a basso prezzo. Con il lancio di 3 sportive coupé: la MR2 del 1985, la Supra del 1986 e la Celica 1987 ebbe un boom di vendite clamoroso. La genialata del marchio giapponese fu quello di puntare da una parte a fuoristrada irrefrenabili, mentre dall’altra faceva gola a tanti per le sue sportive di razza.

Negli anni ‘90 la gamma Toyota spaziava da berline a utilitarie, con l’aggiunta della prima ibrida Prius. Nel ‘99 l’auto a quattro porte si aggiudicò il prestigioso riconoscimento di miglior “motore dell’anno”, grazie all’abbinamento di un’unità elettrica ad un 1.5 a benzina. Questa scoperta innovativa segnò nei decenni successivi il boom delle auto ibride, facendolo diventare il primo marchio al mondo.

Chi controlla il marchio giapponese?

Con il nuovo millennio la Toyota divenne ancor più popolare nel mondo con il lancio, nel 2000, della Yaris. Quest’ultima fu omaggiata con il titolo di “auto dell’anno”. A quel punto l’espansione della casa giapponese arrivò persino nella categoria regina del Motorsport. La squadra di F1, però, nonostante gli investimenti non riuscì ad ottenere risultati di spicco. Il team ottenne 13 podi e 3 pole ma furono 8 anni caratterizzati da problemi tecnici e risultati non in linea con le aspettative del gruppo.

Per questo motivo decisero di lasciare la Formula 1 per dedicarsi ad altre categorie. Nel 2009 una Toyota Camry si aggiudicò il campionato Nascar americano. Un successo storico perché, per la prima volta, una casa non americana conseguì il titolo della Nascar Nationwide Series. A livello di prodotto auto, il listino della Toyota crebbe con modelli che diedero un grande slancio, superando addirittura la General Motors nel 2008.

Il brand giapponese risultò la prima azienda automobilistica al mondo per numero di veicoli e fatturato. La sfida tra il Gruppo Volkswagen è quello americano si fece intensa nello scorso decennio. L’incremento di immatricolazioni della Toyota fu fermato nel 2011 solo dal disastro di Fukushima. A distanza di qualche anno la Toyota comunque tornò sul tetto del mondo. Nel 2019 presentò un fatturato di 220 miliardi di dollari.

La casa giapponese presenta factory in tutto il mondo. La Toyota commercializza i suoi prodotti con i marchi Toyota, Scion e Lexus. Le società controllate dal Gruppo, inoltre, sono: Daihatsu e Hino Motors, produttore di autocarri e autobus. Nel 2019 la Toyota ha fatto anche un accordo azionario del 5% con Suzuki per una partnership industriale per le piattaforme ibride ed elettrificate ed una scambio azionario con Mazda. In Europa la Toyota attivò una joint venture per la produzione della Aygo, insieme alla Peugeot e alla Citroen.

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