Perché si chiamano auto? Ecco com’è nato proprio tutto

Le auto sono una delle cose più belle create dall’uomo. In pochi sanno che la parola è nata maschio e, con gli anni, si è convertiva al femminile. Ma da dove nasce l’etimologia del termine?

Per noi che vi raccontiamo ogni giorno delle novità del mondo dell’auto, il rapporto con le vetture a quattro ruote è, a dir poco, intimo. Chi è amante delle macchine, ma anche delle moto nutre un profondo rispetto per coloro che hanno realizzato delle autentiche opere d’arte.

Auto (AdobeStock)
Auto (AdobeStock)

Le automobili sono qualcosa in più di un telaio con quattro gomme e un motore. Ha una anima e sono fonti di ispirazione. Nate per brevi spostamenti, sono diventate le amiche inseparabili degli uomini e delle donne. Chi non ha mai guidato una vettura non può comprendere il godimento e le emozioni alla guida. Con il passar del tempo le vetture sono diventate sempre più tecnologiche. Oggi, ad esempio, vi sono tante tipologie di auto elettriche. Ecco il confronto tra ibride, plug-in e full electric.

La prima auto apparve in Francia nel settembre del 1875. L’invenzione avrebbe cambiato l’umanità nel secolo successivo. A quei tempi non era ancora un sostantivo, ma un aggettivo. Voiture automobile, ovvero vettura automobile. Il mezzo si intese con il termine ibridamente composto dal greco autós, sé, e dal latino mobilis, mobile. Auto elettriche vietate? Arriva la norma controcorrente.

Auto, da aggettivo a sostantivo

L’automobile divenne sempre più rilevante, ma per 15 anni il termine rimase un aggettivo. Nel 1890 fu brevettata, finalmente, con forma sostantivata, automobile. Ma il dubbio sorse spontaneo, un automobile o une automobile? Il Consiglio di Stato francese per risolvere la questione tra maschile e femminile decise di interpellare le massime autorità dell’Accademia.

Gli esperti decretarono che l’auto doveva essere sostantivo maschile. Quando si decide di intraprendere una strada, c’è sempre una parte contraria che spinge per la cosa opposta. I grammatici e i linguisti ritennero che il termine automobile doveva essere al femminile a causa della sostantivazione di un aggettivo femminile, ossia voiture. La diatriba non riguardò solo i francesi, ma finì per ripetersi in tanti altri Paesi.

La Spagna decise di rimanere sul maschile con un automóvil. In Italia, prima si adottò il maschile e dopo qualche tempo, sulla questione entrò a gamba tesa addirittura Gabriele D’Annunzio, che sancì: “L’Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza”.

Il discorso all’epoca mise tutti d’accordo. Dal 1926 l’automobile in Italia divenne, definitivamente, il genere femminile. Oggi il discorso di D’Annunzio avrebbe tutt’altro impatto. Forse sarebbe anche molto criticato, ma il termine abbreviato auto, sempre femminile, divenne molto popolare da allora. Il sostantivo macchina rimase diffuso, ma auto è diventato il termine più popolare al mondo.

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