Red Bull, auto da sogno per Verstappen? Helmut Marko svela la verità

La RB19 è costruita sui desideri dei bicampione dl mondo? Helmut Marko ha sciolto dei dubbi sulla questione.

In casa Ferrari si fa un gran parlare di gerarchie e di sviluppi tecnici indirizzati ad uno specifico pilota. La Red Bull Racing con le ultime dichiarazioni di Helmut Marko ha spazzato via tutte le illazioni su come oggigiorno ragionano i top team. E naturale che vi siano piloti con stili di guida diversi, ma spetta a ciascuno adattarsi alla tipologia di monoposto creata.

Helmut Marko (Ansa Foto)
Helmut Marko (Ansa Foto)

Nel 2022 la Red Bull Racing aveva iniziato la stagione con alcuni problemi tecnici, ma Sergio Perez si era trovato a suo agio con una vettura più docile, mettendo a referto un discreto bottino di punti nei primi appuntamenti stagionali. Nonostante due ritiri pesanti, in Bahrain e in Australia, il campione del mondo dimostrò di adattarsi in tempi record all’auto ad effetto suolo austriaca. Dal quarto round ad Imola in avanti Max Verstappen dominò la stagione, collezionando complessivamente 15 successi su 22 Gran Premi, oltre a 2 Sprint Race.

Un primo pilota che, naturalmente, ha una posizione privilegiata all’interno di un top team può richiedere che lo sviluppo di un mezzo possa essere basato sulle proprie caratteristiche di guida. Vero, ma il secondo pilota al contempo chiederà alcuni correttivi. Tutto ciò finisce per creare una quadra definitiva che consente di ottenere risultati con entrambi i compagni di squadra. Helmut Marko ha spiegato la questione a Sky Germania, analizzando il lavoro dei tecnici di Milton Keynes sulla seconda auto ad effetto suolo della storia del drink team.

Marko e i segreti della Red Bull Racing

Gli ingegneri, considerato anche il minor numero di ore in galleria del vento, non hanno rivoluzionato un progetto che ha chiuso alla grande la scorsa annata, perfezionando solo in alcune aree il telaio della RB18. Le maggiori novità, ovviamente, si nascondono sotto il cofano e da quanto è emerso in Bahrain, nei primi test stagionali, la RB 9 rimane attaccata al suolo, frenando più tardi e trazionando meglio dei principali competitor.

L’auto non soffre di rimbalzi ad alte velocità, come se avesse un’altezza da terra differente rispetto ad altri team, forse per motivi di fondo o di sospensioni. I segreti del progetto se li tiene ben stretti l’ingegnere Adrian Newey e il gruppo di tecnici che ogni anno prova a servire a Verstappen e Perez un all’altezza del loro talento.

Il consigliere della RB ha dichiarato: “L’anno scorso avevamo una macchina con cui Checo si è comportato molto bene all’inizio. E, dopo averla sviluppata, Max è stato sempre più contento. La differenza è che Max ama un avantreno forte, mordente. Checo è un po’ diverso. Vuole una macchina più docile. Ma sembra che abbiamo trovato una soluzione che permette a entrambi i piloti di mostrare le loro qualità”.

Max ama dover gestire un retrotreno nervoso, ma la squadra ha sempre portato in pista vetture con un anteriore forte. “Non credo che si adatti necessariamente al mio stile di guida – ha spiegato l’olandese – come pilota, devi adattarti a quello che ti capita, e questo è quello che ho fatto anche quando sono entrato in Red Bull”.

La macchina è sempre stata così, a dire il vero. Aveva un buon avantreno e non ho mai provato una macchina veloce con sottosterzo in vita mia, in nessuna categoria. Se mi chiedono: qual è il tuo stile di guida? Non saprei dirlo, perché mi adatto sempre al meglio a ciò che mi capita. A volte è un po’ più difficile di altre. Ma credo che la chiave sia proprio questa: bisogna adattarsi, ogni anno e su ogni pista”, ha chiosato il figlio d’arte di Jos. Max, del resto, è in grado di gestire un retrotreno meno stabile, secondo Perez, ma alla fine tutti i piloti vogliono un buon anteriore.

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