Auto, cos’è l’Imposta Provinciale di Trascrizione e quanto costa

Quando si possiede un’auto si paga l’Imposta Provinciale di Trascrizione. Ma di che cosa si tratta e quanto bisogna versare?

A tutti sarà capitato di sentir parlare dell’Imposta Provinciale di Trascrizione, meglio nota come IPT. Per chi non ne fosse a conoscenza, è quella tassa relativa all’acquisto, piuttosto che al passaggio di proprietà di un veicolo immatricolato in Italia, così che venga inserito nel Pubblico Registro Automobilistico. Va detto, però, che si tratta di una pratica non obbligatoria e che può prevedere riduzioni ed esenzioni.

Auto (AdobeStock)
Auto (AdobeStock)

In questo approfondimento cercheremo di capire quando si deve pagare, come si calcola e chi può ottenere dei benefichi.

Imposta provinciale di trascrizione dell’auto, cos’è?

Come detto che la macchina sia nuova, o usata, non può essere registrata nel PRA, se non si versa l’emolumento utile al disbrigo di tale pratica. La somma è destinata alla Provincia  nella quale questa viene immatricolata.

La norma di riferimento che regola questa funzione è il Decreto Legislativo n. 446 del 15 dicembre 1997. L’articolo 56 ci dice infatti che “Le Province possono istituire l’imposta sulle formalità di trascrizione, iscrizione e annotazione delle auto richieste al Pubblico Registro Automobilistico, avente competenze nel proprio territorio“.

La tariffa di base è fissa, ma può essere maggiorata fino al 30% a seconda della tipologia di veicolo e del luogo di immatricolazione. Ad esempio, per quelli con potenza fino a 53 kW o 72 cv si versa 150,81 euro. Per ogni kW in più, il costo sale di 3,51 euro.

Ne consegue che, se la nostra vettura ha una potenza di 88 kW si dovranno sborsare ben 273,66 euro IPT. A questa cifra va poi sommata l’eventuale maggiorazione provinciale, che, come abbiamo anticipato può essere del 30%. Nel caso preso in esame, dovremmo tirare fuori altri 82,15 euro per un totale di 355,81 euro.

Ogni Provincia può agire in autonomia, circa l’inserimento di questo plus. Solo ad Aosta, Trento e Bolzano non si paga nulla. Nelle provincie di Arezzo, Avellino, Benevento, Grosseto, Latina, Reggio, Emilia, Vicenza e nella regione Friuli Venezia Giulia, l’incremento è del 20%. A Crotone, Ferrara e Sondrio del 25%. Mentre in tutte le altre province italiane si paga un +30%.

Per i mezzi pesanti il costo dell’operazione è ancora maggiore. Gli autobus e trattori stradali con potenza superiore a 110 kW devono versare 1.7559 euro per ogni kW. I veicoli per il trasporto di cose, fino a 7 quintali 199,35 euro. Tra 7 e 15 quintali 290,25 euro. Dai 15 ai 30 quintali 326,40 euro. Fra i 30 e i 45 quintali 380,63 euro. Tra i 45 e i 60 quintali 452,93 euro. Dai 60 agli 80 quintali 519,56 euro. E oltre 80 quintali 646,60 euro.

Ai rimorchi per il trasporto di cose spettano, fino a 20 quintali 265,98 euro. Tra 20 e 50 quintali 356,36 euro e oltre 50 quintali 452,93 euro.

Infine, i rimorchi per il trasporto di persone sono tenuti a pagare, fino a 15 posti 229,82 euro. Da 16 a 25 posti 253,58 euro. Da 26 a 40 posti 302,12 euro e oltre 40 posti 362,55 euro.

Quando paga la IPT? Chi è esentato?

Come detto non ci si può esimere dal pagamento in caso di immatricolazione di un’auto nuovo o di un passaggio di proprietà di un usato. Se la macchina è stata importata dall’estero e in caso si sia accettando un’eredità.

L’esenzione spetta invece ai motocicli, eccetto per quelli d’epoca. Per le minivolture, ovvero quando la vendita avviene da un privato a un concessionario. O se il veicolo appartiene ad associazioni di volontariato.

Non devono pagare nulla nemmeno i disabili, o meglio i mezzi adibiti al trasporto di persone con ridotte o nulle capacità motorie, affette da gravi problemi psichici o pluriamputati. Non sono contemplati in questa categoria i non udenti e i non vedenti.

Come fare, dunque, per ottenere l’esenzione? Bisogna per prima cosa fare richiesta al PRA attraverso lo Sportello Telematico dell’Automobilista, specificando il riferimento legislativo e inserendo la documentazione prevista. Se la vettura è intestata al familiare che si occupa del disabile dal punto di vista fiscale, andrà altresì allegata l’autocertificazione che attesti tale condizione.

Chiariamo poi quali sono i veicoli che possono non pagare la IPT. Si tratta di quelli che arrivano fino ad un massimo di 2000 cc, se a benzina, o a 2800 cc se diesel, o con potenza non superiore a 150 kW per gli elettrici.

Solitamente tale pratica è accettata per un solo mezzo, tuttavia non è escluso anche alcune Provincie siano più di mania larga, magari in casi particolari come un furto o la perdita di possesso dell’auto esentata.

Per quanto concerne le vetture storiche, queste saranno obbligate a pagare, ma ad importo ridotto, solitamente di 51,65 euro e senza maggiorazioni. Anche in questo caso va fatta richiesta al PRA in riferimento all’articolo 63 comma 4 della Legge n. 342/2000.

I veicoli che secondo la Carta di Circolazione o il Documento Unico sono definiti speciali, pagheranno solo il 25% del totale.

Le agevolazioni divise per provincia

Come abbiamo spiegato, ogni territorio può agire autonomamente sulla questione IPT.  Vediamo ora quali sono gli sconti che vengono applicati.

La provincia di Bari riduce la tassa al 75% per le auto elettriche, alimentare a GPL, gas metano e a idrogeno. Le formalità per i mezzi ad uso locazione senza conducente per conto di imprese. Per il trasporto pubblico di linea. I taxi e gli NCC. Le auto adibite al trasporto di cose per conto terzi. Il trasporto specifico e per trattori stradali dotati di traino di semirimorchi.

Per quanto concerne Padova, Pesaro Urbino, Potenza e Ravenna, qui l’intervento è di diminuzione al 20% della maggiorazione di cui abbiamo parlato all’inizio, per le autovetture elettriche, ibride, a metano e GPL.

A Torino si ha una maggiorazione 30% per gli atti non soggetti a IVA e del 20% per quelli soggetti. La IPT non subisce aumenti per le auto elettriche, a metano, GPL e idrogeno. Le formalità per i veicoli ad uso locazione senza conducente. Per il trasporto pubblico di linea locale. Per i taxi ed NCC. Il trasporto di cose per conto terzi. E per quello specifico, oltre che per trattori stradali per il traino di semirimorchi.

I mezzi sopra elencati non subiscono maggiorazioni nemmeno a Firenze e a Roma. Nella Capitale sono da inserire negli sconti, i trattori stradali destinati al traino di semirimorchi. La prima iscrizione al PRA con contestuale annotazione del leasing se il locatario è residente, o la società abbia sede legale nella Città Eterna. La trascrizione a favore di tutti gli eredi e la successiva trascrizione al futuro intestatario del veicolo se in entrambi i casi con base a Roma. Le formalità per auto e moto di portatori di handicap sensoriali o  dei  familiari che li hanno a carico.

A Vicenza pagano di meno le automobili elettriche, a idrogeno, GPL e metano. A Brescia, invece, su base annuale, vengono tagliate del 50% le spese per le formalità riguardanti i veicoli elettrici, a idrogeno, metano e GPL. Per quelli ad uso locazione senza conducente. E il trasporto pubblico di linea locale.

Non viene maggiorata l’imposta per il trasporto di cose e specifico per conto terzi su richiesta di attività di autotrasporto.

L’IPT è in mano alla Regione in Friuli Venezia Giulia essendo state abolite le Province. E infine, la Valle d’Aosta ha stabilito una tassazione fissa per le formalità in caso di cessione di autocarri o vetture usate immatricolate da almeno cinque anni.

Impostazioni privacy