Tamponamento a catena: chi è il responsabile e chi deve pagare

Rimanere coinvolti in un tamponamento a catena può creare tanti interrogativi, oltre ad un certo spavento. Ad esempio, a chi spetta risarcire?

Nel malaugurato caso in cui ci si trovi in un tamponamento a catena è importante sapere come ci si deve comportare. Intanto chiariamo di cosa si sta parlando. Per tamponamento a catena si intende un incidente che vede il coinvolgimento di più vetture a causa della velocità eccessiva o del mancato rispetto della distanza di sicurezza da parte di un automobilista il quale, andando a sbattere contro chi lo precede innesca un effetto domino. Per rispettare tale definizione i mezzi interessati devono essere più di due ed avere la medesima direzione di marcia.

Tamponamento a catena (AdobeStock)
Tamponamento a catena (AdobeStock)

Per identificare chi ha scatenato il botto collettivo, è necessario fare una distinzione. Se le macchine erano ferme, in movimento o in sosta.

Tamponamento a catena, chi è il responsabile

Stando ai primi due commi dell’articolo 141 del Codice Civile: “È obbligo del conducente regolare la velocità in modo che, avuto riguardo delle caratteristiche, dello stato e del carico del veicolo, nonché delle condizioni della strada e del traffico, o di qualsiasi altra circostanza, sia evitato ogni pericolo per la sicurezza delle persone e delle cose, oltre che disordine per la circolazione“.

Sempre il testo del CC ci dice che chi sta guidando deve sempre avere il mezzo sotto controllo, in modo da poter compiere tutte le manovre necessarie, come “l’arresto tempestivo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile”.

Come poi ricorda il comma 1 dell’articolo 149, non bisogna mettersi in coda a chi ci precede, in quanto si rischia di non avere lo spazio sufficiente d’arresto in caso succeda qualcosa davanti.

Se il crash avviene quando si è in colonna nel traffico, la responsabilità è dell’ultimo automobilista. Ossia del primo che ha commesso l’infrazione dando l’avvio agli urti.

In caso ci si stia muovendo, la soluzione ce la dà l’articolo 2054 del Codice Civile che stabilisce come l’unico innocente sia il primo della fila, ossia il primo ad essere speronato, a patto che non abbia lui stesso prodotto danni.

Per tutti gli altri, valutati come in concorso di colpa, vige l’obbligo di risarcire i danni, a meno di non essere in grado di dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare la collisione.

Cosa succede, invece, se i mezzi sono parcheggiati? Ebbene, il responso è il medesimo dell’incidente causato mentre si è fermi. Ciò significa che la responsabilità con risarcimento dei danni sarà di chi per distrazione o mancato rispetto della distanza di sicurezza, ha commesso l’infrazione, andando contro il veicolo precedente.

Ma un incidente in cui sono coinvolti più mezzi può sempre essere considerato tamponamento a catena? E’ davvero così facile interpretare il sinistro? La risposta è no. E a spiegarcene i motivi è una sentenza del giugno scorso della Corte di Cassazione VI Sezione Civile, ordinanza n. 17896. Se si è in colonna, la colpa sarà sempre dell’ultimo, ovvero il primo che ha fatto partire l’azione.  Tuttavia sarà necessario dimostrare che effettivamente gli altri veicoli implicati fossero in colonna e fermi.

L’episodio esaminato riguardava un’auto che procedendo ad alta velocità tamponava un motociclista, e questi, a sua volta, ne colpiva un altro. Ebbene, dalla ricostruzione è emerso che non tutti si trovavano nella medesima corsia, o stavano procedendo nella stessa direzione. Di conseguenza non potendo essere considerato un tamponamento a catena, doveva seguire un procedimento di accertamento dal punto di vista giurisprudenziale differente.

Dunque, per parlare di tamponamento a catena, i mezzi coinvolti, in qualunque condizione essi siano, ovvero in movimento o fermi, devono essere necessariamente incolonnati e marciare nella stessa direzione.

Come comportarsi in caso di incidente

Se ci si dovesse trovare implicati in un sinistro del genere, occorre tenere presente alcuni basilari consigli. Il primo passo da compiere è mantenere la calma. Il panico peggiora solo le cose. In secondo luogo è bene sincerarsi che non si sia più in rischio che  qualcuno vi venga addosso. Anche se è difficile perché l’istinto sarebbe quello di scappare, non bisogna muoversi dal proprio abitacolo. Farlo in maniera troppo tempestiva, impauriti delle conseguenze, potrebbe farci correre seri pericoli per la nostra incolumità. Specialmente se l’evento si verifica in condizioni particolari. Ad esempio, se l’asfalto è ghiacciato, spesso ragione cardine di questo genere di crash.

Quindi, solo una volta constatato che l’incidente multiplo si è esaurito, si può scendere dalla macchina. Prima di farlo, però, altro suggerimento imprescindibile, occorre accedere le luci di emergenza. Subito dopo, invece, si può procedere con la chiamata alle forze dell’ordine, che sia la polizia locale o quella stradale.

Nell’attesa dell’arrivo delle autorità, non dimenticarsi di compilare il modello CAI (Constatazione Amichevole di Incidente), raccogliendo i dati delle altre persone coinvolte, citando gli eventuali testimoni e descrivendo in maniera dettagliata la dinamica del sinistro. Più è preciso il racconto dei fatti, più ci sono informazioni, maggiore sarà la rapidità con cui verrà effettuato il risarcimento.

Ricordarsi poi che il il CAI va sempre compilato, anche qualora non vi fossero danni visibili e evidenti alla vettura, in quanto potrebbe essersi danneggiata qualche componente tecnica. E’ poi importante che il riassunto dell’accaduto sia concordato da tutti. Si tratta di una precisazione che spesso viene presa sottogamba. Ed invece è essenziale, in quanto colui che ha innescato il patatrac potrebbe negare.

Indennizzo diretto, quando è possibile ottenerlo?

Sul fronte risarcimento c’è una brutta notizia. Il tamponamento a catena non rientra nei casi previsti dalla normativa per disporre dell’indennizzo diretto. Per chi non sapesse di cosa si tratta, diciamo che in alcuni frangenti il conducente può chiedere immediatamente il risarcimento alla sua compagnia assicurativa, che successivamente si rivarrà su quella del responsabile del botto.

Se si è dunque protagonisti di un incidente multiplo la richiesta di risarcimento andrà inviata all’agenzia del proprietario dell’ultimo veicolo che ha causato l’evento, se si era fermi o incolonnati. A quella di chi ci ha speronato se eravamo in movimento.

Un capitolo a parte lo meritano i passeggeri. Solo quelli all’interno dei veicoli coinvolti, potranno chiedere i danni alla compagnia che tutela il mezzo su cui si trovavano al momento dell’impatto. Il loro compito sarà provare di essere stati in abitacolo o eventualmente dimostrare la correlazione tra la collisione e le ferite riportate.

Come prevenire l’incidente

Per tenersi lontani dal rischio di restare vittime di un tamponamento a catena si devono tenere a mente alcuni semplici, ma essenziali consigli di guida.

Per prima cosa va mantenuta la distanza di sicurezza. Come già detto prima, una delle cause principali di questo genere di sinistro è proprio il mancato rispetto del gap da chi ci precede. Sia che si stia marciando, sia che si sia fermi nel traffico o davanti ad un semaforo. Restare staccati significa avere il tempo necessario per reagire a qualunque situazione. Se invece siamo incolonnati dopo guardare un dettaglio. Se riusciamo a scorgere le ruote posteriori della macchina che ci precede nella loro totalità, allora possiamo stare un po’ più tranquilli.

In secondo luogo non bisogna cadere in distrazioni. E’ risaputo che di sovente i tamponamenti a catena sono provocati dalla distrazione di chi è al volante. Magari perché è stanco e gli si chiudono gli occhi. Oppure perché mentre guida si preoccupa del cellulare, magari pure di scrivere e inviare sms. La concentrazione è d’obbligo se non si vuole finire male.

Successivamente si deve evitare di trasformarsi in piloti di F1. Occhio sempre alla velocità che va adattata alle condizioni climatiche. Se c’è nebbia, pioggia, neve, ghiaccio, o più in generale se ci si rende conto che l’aderenza è compromessa, meglio tenere un passo più blando. Ne andrà a vostro beneficio. In ogni caso è bene sempre restare all’interno dei limiti dettati dai cartelli a bordo strada.

Altro elemento da non sottovalutare è la manutenzione ordinaria dell’automobile. I controlli periodici non vanno tralasciati. In quanto garantiscono che tutte le componenti funzionino al meglio e siano efficaci.  Dunque, non sottraiamoci dal fare il tagliando malgrado non sia obbligatorio e ricordiamoci di effettuare la revisione, che al contrario è un must. Avere tra le mani un veicoli difettoso significa mettere a rischio la propria incolumità e quella degli altri.

Visto che siamo nell’era del 4.0 la tecnologia è sempre un passo più avanti, affidarsi a lei se è possibile ed è presente. Sulle macchine di nuova generazione vi sono dei sistemi ADAS che possono esserci di aiuto per prevenire e tenersi lontano dai tamponamenti. Dalla funzione di rilevamento della stanchezza, al Lane Assist, piuttosto che l’Adaptive Cruise Control. Questi strumenti ci consentono di capire quando è il caso di fermarci, di rimetterci in corsia se non abbiamo attivato la freccia, o ancora di mantenerci nella velocità o alla giusta distanza.

Per finire, un ultimo suggerimento riguardante una situazione in cui ci si trova spesso, purtroppo. Cosa fare se la vettura che ci segue ci sta toppo vicino e non tiene conto della distanza che dovrebbe esserci? Per evitare di rimanere coinvolti in incidenti anche più gravi di un tamponamento, meglio agevolare il sorpasso da parte sua, ricordandosi di rispettare tutte le norme di sicurezza.

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