Montoya, la rivelazione su Hamilton: gli avversari possono tremare?

Dopo un 2022 piuttosto complicato il campione della Mercedes Hamilton riuscirà a riprendersi? Ecco il parere del colombiano Montoya.

Sesto della generale al termine dell’ultimo GP stagionale di Abu Dhabi, Lewis Hamilton ha vissuto nel 2022 il suo peggior anno dal debutto in F1 avvenuto nel 2007. Mai l’inglese aveva chiuso senza anche una sola vittoria di gara. Ma soprattutto mai aveva completato il campionato così indietro. Nemmeno quando la McLaren, squadra che lo ha lanciato, aveva cominciato la sua parabola discendente.

Lewis Hamilton (Ansa Foto)
Il pilota della Mercedes Lewis Hamilton (Ansa Foto)

A rendere ancora più amara la prestazione complessiva del #44, la fatica a tenere il passo di Russell, il giovane vicino di box appena subentrato a Valtteri Bottas. Una differenza tra i due notevole, resa chiara e lampante dalla classifica. 240 punti per il sette volte iridato. 275 per George. Roba da mettere alla prova la tenuta mentale di un highlander.

Eppure c’è chi è convinto che la mazzata subita non si farà sentire nel 2023. Tra questi Juan Pablo Montoya, fiducioso che Ham riprenderà a macinare successi, a patto che la W14 sia superiore alla W13 dello scorso Mondiale, rivelatasi alla fine più adatta allo stile dell’ex Williams.

Montoya dice la sua sulla crisi di Hamilton

La sensazione è che la prima monoposto ad effetto suolo della Stella, sofferente per il fastidioso porpoising, abbia penalizzato maggiormente il veterano asso di Stevenage, agevolando inconsapevolmente il pilota di nuova scuola.

Per il colombiano, grande protagonista del Circus primi anni 2000, il 38enne potrebbe anche essere stato scoraggiato da uno stato di forma che non arrivava e poco motivato dall’impossibilità di puntare al podio o alla vittoria.

Quello che è accaduto l’annata passata è dovuto alle criticità incontrate a livello di macchina“, ha analizzato a Motorsport.com Olanda. “Lewis è quel tipo di corridore che se gli si presenta l’opportunità di brillare non se la fa scappare. Di conseguenza se il mezzo a disposizione tornerà ad essere competitivo, vedremo in azione un driver completamente diverso“.

Dati alla mano la scarsa confidenza nell’auto tra le mani ha portato il britannico a raccogliere meno del dovuto. Al contrario il #63, più a suo agio in abitacolo del collega, ha firmato l’unica pole position stagionale per le Frecce d’Argento in Ungheria e l’insperato centro in Brasile. E non va neppure tralasciato che pur senza performance eclatanti è uscito fuori dalla top 5 solamente in due frangenti: a Singapore e in Giappone. Esattamente l’opposto del recordman di origini caraibiche, tra i primi cinque solamente nelle prime quattro manche.

Va detto che, come più volte affermato dallo stesso interessato, Hamilton ha fatto da cavia per provare diverse soluzioni alla ricerca della velocità perduta e della direzione migliore da intraprendere in termini di sviluppo, sempre con l’obiettivo di chiudere il gap su Red Bull e Ferrari nella seconda tranche del Mondiale.

Chiudendo la riflessione sull’operato e l’atteggiamento di Ham, il conduttore di Bogota ha ribadito il concetto. “Se è in lotta per la quinta posizione non lo si vedrà mai dare il tutto per tutto. Per converso il suo team-mate, anche per una questione anagrafica, è portato a spremersi al massimo per mettersi in evidenza“, ha riassunto perfettamente la situazione che si è verificata e probabilmente continuerà a verificarsi in zona Stoccarda.

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