FIA sotto attacco: arrivano nuove accuse a sorpresa

Il capo della FIA nel mirino della politica? Una lettera senza risposta avrebbe fatto scoppiare un caso che trascende l’aspetto sportivo.

Non è certo un bel momento quello che sta vivendo il presidente della Federazione Internazionale Mohammed Ben Sulayem. Dopo il comunicato di fuoco ad opera dal CEO della F1 Stefano Domenicali, decisamente contrariato per le voci di una possibile cessione della serie da Liberty Media, ad un fondo saudita, è arrivata un’altra “mazzata”. Questa volta a scrivere è stato Paul Scriven. Chi è? Vi chiederete.  Ebbene, si tratta di un deputato liberaldemocratico della Camera dei Lord.

Mohammed Ben Sulayem (La Presse Foto)
Il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem (La Presse Foto)

Tale esponente della politica del Regno Unito sarebbe rimasto sconvolto dalla decisione dell’ente federale di proibire qualsiasi tipo di messaggio dal contenuto extra sportivo da parte dei piloti. Per questa ragione avrebbe inviato più di qualche missiva al manager di Dubai chiedendo spiegazioni, tuttora ancora insolute.

La FIA nel mirino degli inglesi, lo sfogo

Stando a quanto riportato da Motorsport.com, il contenuto delle lettere riguarderebbe una certa preoccupazione per il cosiddetto sportwashing. Una pratica molto in voga nei Paesi del Golfo, che consiste nel dare la propria disponibilità ad organizzare ogni sorta di evento, così da silenziare e mettere in secondo piano la negazione dei più banali diritti umani in quelle zone perpetrata.

È passato quasi un anno, eppure non abbiamo ricevuto una risposta. Un comportamento che riteniamo profondamente scortese e poco professionale, in quanto ci dovrebbe essere apertura e trasparenza da parte vostra“, si legge sul nuovo richiamo. “Negare ai corridori di dire la loro su certe questioni, significa proteggere le nazioni che ospitano la F1 da un controllo riguardante le ingiustizie“.

Per l’MP britannico, il severo provvedimento sarebbe stato preso per fermare Lewis Hamilton, il protagonista del Circus che più si è esposto in tema di tutela delle minoranze e lotta contro il ogni forma di razzismo e abuso.

E’ evidente che i suoi commenti su Bahrain e Arabia Saudita non siano stati ben accolti, trattandosi di regimi corrotti e abusivi“, ha proseguito nell’attacco frontale.

Non contento, Lord Scriven ha replicato pure su Twitter ad un cinguettio del boss dell’ente governativo dedicato ai ringraziamenti generali per il lavoro svolto nel 2022. “Sarebbe stata un’annata più significativa se aveste avuto la cortesia di rispondere ai novanta parlamentari europei che vi hanno scritto nel marzo scorso, invece di ignorarci!“, l’affondo social.

Il recente strappo con Liberty Media

Come detto per il 61enne la settimana che si sta per concludere non è stata delle più tranquille. Tutto è partito da alcune sue esternazioni circa la cessione della “baracca” per 20 miliardi di dollari. Non appena avvertiti di queste affermazioni, i vertici della top class si sono fatti sentire sostenendo che la Federazione non è in alcun modo tenuta a mettere il becco in vicende legate agli aspetti commerciali, di lorio esclusiva competenza, ma deve limitarsi a quelli sportivi.

Riteniamo che le dichiarazioni rilasciate tramite l’account ufficiale della FIA da parte del presidente interferiscano con in modo inaccettabile con i nostri compiti“, l’amara presa di posizione. Al centro già di diverse polemiche dal profilo etico, il successore di Jean Todt dovrà da qui in avanti costruirsi un’immagine maggiormente collaborativa, in modo tale da poter  tornare ad essere credibile.
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