Che fine ha fatto Edoardo Agnelli? La sua vicenda è davvero tragica

E’ stato un dei membri della famiglia Agnelli più stimati. Ma in pochi conoscono la vera storia di Edoardo, il complesso figlio di Gianni.

Se ci si sposta di qualche chilometro fuori dall’Italia, e ci si ferma a Montecarlo si incontra la famiglia Grimaldi, forse l’emblema dei casati ricchi e sfortunati. Eppure anche nel nostro territorio non sono mancati casi simili. Un esempio su tutti gli Agnelli i quali hanno sofferto parecchio nel corso della loro storia.

Edoardo Agnelli (Ansa Foto)
Lo sfortunato e inquieto figlio di Gianni Agnelli Edoardo(Ansa Foto)

Il discendente più famoso è senz’altro Giovanni, detto Gianni o l’Avvocato. Noto per il suo amore per la vita, grazie al cospicuo patrimonio costruito dai suoi antenati nelle filande, nelle coltivazioni dei bachi da seta e nelle banche, poté permettersi di cominciare a lavorare a quarant’anni. Per il resto sarà un viveur dal grande fascino e dall’indubbia eleganza. Addirittura un influencer, per utilizzare un termine in voga ai giorni nostri, quando sdoganò l’orologio portato sul polsino dell’immancabile camicia. Più in ombra e lontano dalle cronache e dal gossip resterà il fratello Umberto, pur lui stesso impegnato nella presidenza di FIAT e Juve, così come in politica tra le fila della Democrazia Cristiana. Tanti furono i dolori da lui provato. Dalla prima moglie ebbe due gemelli, morti pochi giorni dopo il parto, e successivamente perse di tumore l’amatissimo Giovannino, ragazzo molto serio, che sembrava potesse prendere in mano le redini delle aziende possedute. Separato e unitosi ad Allegra, avrà altri due figli Andrea e Anna.

Edoardo Agnelli, chi è e perché non è stato dimenticato

Tornando all’indimenticato Gianni, da Marella Caracciolo di Castagneto, ebbe due discendenti Margherita ed Edoardo. Se la ragazza terrà sempre un profilo basso, travagliato sarà il percorso del fratello.

Diplomato al Liceo classico Massimo d’Azeglio di Torino, frequenterà anche l’Atlantic College in Inghilterra e la prestigiosa Università di Princeton negli States, dove si laureerà in Lettere Moderne.

Destinato ad una carriera di manager, presto si accorgerà di avere altri interessi. In particolare la filosofia e i temi spirituali. Per questo deciderà di partire per l’India, dove incontrerà il Maestro Sathya Sai Baba. Mentre il viaggio a Teheran lo farà avvicinare all’Islam sciita.

In cerca di un’identità, sarà spesso con la valigia in mano. Una delle tappe sarà il Kenya. Quando si trova a Malindi, il 20 agosto 1990 verrà arrestato per possesso di eroina. Verrà assolto. Stesso esito per l’accusa di spaccio.

Orientato ad un’esistenza lontano dai fasti e dalla ricchezza in mezzo ai quali era cresciuto, di sovente rilascerà interviste critiche nei confronti del capitalismo, palesando la volontà di studiare teologia.

Il 15 novembre 2000 l’esito tragico, per alcuni prevedibile. Il corpo esanime del 46enne  verrà rinvenuto nelle vicinanze del 35esimo pilone del viadotto autostradale “Generale Franco Romano” sulla Torino-Savona.

Le forze dell’ordine intervenute sul posto troveranno la sua vettura, una normalissima Fiat Croma, parcheggiata a lato carreggiata, ma con il motore ancora acceso e il bagagliaio socchiuso. Le indagini si conclusero con la formulazione della tesi di suicidio.

Oggi riposa nell’imponente tomba di famiglia costruita nel cimitero di Villar Perosa, vicino al cugino Giovannino, e agli zii Giorgio e Umberto, e di fronte ai genitori.

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