Un team di F1 voleva Schumacher? Retroscena a sorpresa

Nel 2023 Schumacher svolgerà il ruolo di riserva Mercedes. Eppure una scuderia avrebbe voluto schierarlo da titolare. Il boss si fa avanti.

Scaricato senza troppi complimenti dalla Haas, delusa dalla sua mancanza di risultati, ma soprattutto dai continui incidenti che hanno fatto incrementare le spese in maniera esponenziale, in un momento già di per sé critico dopo il divorzio dallo sponsor russo Uralkali e l’inasprimento del budget cap, Mick Schumacher ha presto trovato un’alternativa.

Non da pilota ufficiale, ma da riserva. Alla Mercedes. Laddove il padre Michael nel 2012 aveva definitivamente chiuso la sua carriera in F1, con una parentesi decisamente incolore e lontana dalle prestazioni a cui ci aveva abituato.

Mick Schumacher (Ansa Foto)
Il pilota di riserva Mercedes Mick Schumacher (Ansa Foto)

Perché abbia accettato di fare un passo indietro dopo appena due stagioni nel Circus, lo ha rivelato lui stesso. La sua speranza è quella di trovare una soluzione per il 2024. Chissà, magari proprio alla Stella, al posto di Lewis Hamilton, attualmente in scadenza di contratto.

Schumacher avrebbe potuto correre nel 2023?

Eppure, emerge adesso che per Schumi un sedile avrebbe potuto esserci già nella stagione che prenderà il via il prossimo 5 marzo dal Bahrain. Dove? All’Alpha Tauri. E a darne conferma è stato il team principal Franz Tost.

Il 23enne sarebbe stato al centro delle sue conversazioni con il talent scout Helmut Marko. “Mi sarebbe piaciuto vederlo su una nostra auto“, ha confessato alla tv tedesca RTL. “Sono convinto che abbia del talento e tutto ciò che è necessario per raggiungere il successo in questo sport“, l’ennesimo endorsement incassato malgrado tra il 2021 e il 2022, il figlio d’arte abbia accumulato una quantità importanti di botti da brivido.

Come sappiamo, però, il volante della ex Toro Rosso andrà a Nyck De Vries. L’olandese, ha letteralmente conquistato il cacciatore di talenti, nonché consulente Red Bull che fa e disfa le formazioni del gruppo austriaco dall’ingresso nel 2005, grazie all’ottima gestione della sua prima e finora unica gara in F1, disputata senza preavviso a Monza lo scorso settembre, a seguito dei problemi di salute patiti dall’inglese della Williams Alex Albon. 

Come un abile giocatore di scacchi, il manager di Graz lascerà libero Pierre Gasly, a lui mai andato davvero a genio, il quale subito si accaserà con l’Alpine per sostituire Fernando Alonso migrato verso l’Aston Martin.

Ma come mai, nonostante le parole del responsabile del muretto, il campione di F2 del 2020 non è stato promosso? A quanto pare a creare l’impedimento sarebbe stato il rapporto del tedeschino con la Ferrari. Fino all’annuncio di Stoccarda, infatti, faceva parte dell’Academy della Rossa. Una situazione troppo delicata da affrontare per garantirsi i suoi servigi.

Una tesi, che verrà confermata dallo stesso Tost.Questioni politiche“, le ha definite. Strano, se si pensa che a Maranello non hanno battuto ciglio quando le Frecce d’Argento lo hanno voluto. In men che non si dica, hanno annunciato la fine della collaborazione, in modo da rendere fattibile la firma con la diretta concorrenza.

E siccome non tutto il male viene per nuocere, non abbiamo paura a sostenere che forse, stare qualche mese alla finestra in attesa di tempi migliori, potrebbe rivelarsi una vera salvezza per Mick. Gareggiare con una monoposto potenzialmente poco competitiva avrebbe rischiato di bruciarlo completamente.

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