Arriva la sentenza di Russell: il destino della Mercedes è segnato

Nonostante sia reduce da una stagione complicata, Russell guarda al futuro con estremo ottimismo per quanto riguarda Mercedes.

Sarà perché l’unica vittoria dell’annata a firma della Stella è stata sua, sta di fatto che George Russell ha rivelato di avere grandi speranze per il 2023. A dargli morale e agevolare tale convinzione proprio la crescita fatta dalla monoposto nell’ultima parte del campionato. In particolare, a partire dal Texas quando a Brackley e Brixworth hanno prodotto degli aggiornamenti decisivi che hanno permesso alla W13 di fare passi avanti.

Il pilota della Mercedes George Russell (Ansa Foto)
Il pilota della Mercedes George Russell (Ansa Foto)

Evoluzioni già in chiave campionato venturo che hanno trasformato lo stato d’animo della Mercedes, da depresso a fiducioso. Che dunque dal 5 marzo prossimo in Bahrain le Frecce d’Argento possano insidiare la Red Bull e magari riprendersi lo scettro ad Abu Dhabi?

Il talentuoso inglese ci crede, o meglio ci vuole credere. In quanto sarebbe una disdetta, per lui, finalmente in un top team, se non ci fosse una rinascita.

Se si considera lo sviluppo che abbiamo portato avanti nei mesi scorsi e la velocità con cui abbiamo colmato il divario, non c’è nulla che ci dica che non sia possibile tornare in lotta per il titolo con i campioni del mondo e la Ferrari“, la sua riflessione riportata da Motorsport.com.

Russell proietta la Mercedes in vetta

Ma quale elemento spinge il #63 a sostenere che certamente vedremo sia lui, sia Lewis Hamilton dare fastidio a Verstappen e Leclerc?

La risposta che lui ha fornito è racchiusa in una parola: consapevolezza. Con un target chiaro, e un percorso evolutivo altrettanto definito, non si potrà non recuperare ulteriore terreno e chiudere il gap accumulato sulla scuderia di Milton Keynes.

Ripercorrendo ciò è stato il Mondiale chiuso il 20 novembre scorso, il driver di King’s Lynn ha ricordato come nei primi GP il loro passo fosse addirittura più lento o all’incirca alla pari di Alfa Romeo e Haas. Non certo ciò a cui era abituato al marchio, dominante dal 2014 al 2020 tra i costruttori.

A Imola avevo tagliato il traguardo quarto, ma il ritmo era lo stesso della McLaren di Norris o della C42 di Valtteri“, ha asserito, giustificando il successivo superamento e distacco, con la loro maggior possibilità di apportare novità sulla vettura, rispetto alle altre due equipe.

Il fatto che siamo tornati ad essere in grado vincere delle corse è molto significativo“, ha argomentato e motivato il proprio punto di vista positivo.  “Forse non avremo subito la macchina più veloce. Tuttavia, alla luce di ciò che abbiamo dimostrato, credo che sapremo riprendere la testa del gruppo“.

Con 23 eventi in programma, 24 qualora venisse rintrodotta la Cina, la preparazione sarà cruciale. Così come lo sarà il lavoro sinergico pilota-tecnici.  “Sarà sicuramente una delle sfide da affrontare“, ha asserito a proposito dell’impegno prolungato. “L’augurio è di fare meglio dei rivali. A breve ci riuniremo con i ragazzi per cercare di capire come implementare l’efficienza, in modo da poter dare tutti sempre il 100%“, ha completato il discorso focalizzandosi su i punti interrogativi che una stagione così ricca farà sorgere.

Non vanno infatti dimenticate le numerose polemiche riguardanti l’opinabile ingolfamento del calendario della F1 tanto voluto e spinto dall’ente proprietario Liberty Media, interessato ad ispirarsi all’America.

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