Yamaha, ecco il nuovo progetto che può cambiare le moto del futuro

Dal Giappone arriva il video della Yamaha che sta testando sulle proprie moto stradali un sistema che promette di essere rivoluzionario.

E’ un periodo abbastanza delicato per Yamaha, alle prese almeno con una parte sportiva che sta perdendo colpi rispetto al passato. Dopo una stagione comunque sugli scudi, con la doppietta MotoGP-Superbike, nel 2022 ha ceduto il passo alla Ducati, mostrando però pericolose crepe dal punto di vista dello sviluppo delle proprie moto che ha allarmato piloti e addetti ai lavori. Sembra che gli esperti tecnici giapponesi ora stiano arrancando al cospetto di una concorrenza come quella italiana che sta in pratica spodestando le vecchie regine per instaurare a sua volta un dominio sulle categorie più importanti delle due ruote. Il 2023 però vuole essere un nano di riscatto, almeno nella MotoGP, con i vertici Yamaha che hanno promesso passi in avanti concreti al proprio campione, Fabio Quartararo.

Yamaha (AdobeStock)
Yamaha (AdobeStock)

Dal punto di vista delle vendite però il marchio giapponese sta, come tutte le altre case, recuperando terreno dopo il periodo della pandemia. E se Suzuki ha intrapreso una strada molto radicale, dicendo momentaneamente addio al motorsport per dare vita a un riassetto profondo delle sue strutture e dedicandosi anima e corpo allo studio di nuove tecnologie, la Yamaha invece ha deciso di continuare su questo doppio binario, dando uno sguardo non solo alla parte sportiva ma anche a quella della produzione di nuovi modelli.

Yamaha, ecco le novità allo studio

Di pari passo al progetto di elettrificazione del proprio parco moto, la casa giapponese ha intrapreso un’altra strada, che è quella dello studio di nuove tecnologie da adottare in futuro sui mezzi a due ruote. E uno dei più importanti è il progetto AMSAS (Advanced Motorcycle Stability Assist System), un sistema davvero innovativo, che il marchio nipponico intende installare su tutte le sue moto una volta completato lo sviluppo.

In particolare la Yamaha si è dedicata a uno degli incidenti più banali ma più diffusi tra i motociclisti, quello che avviene a velocità molto bassa quando il mezzo non ha ancora abbastanza inerzia per mantenere l’equilibrio. E l’AMSAS interviene proprio in questi casi. Lo scopo di questo sistema brevettato da Yamaha è quello di evitare che la moto cada a velocità inferiori a 5 km/h e di mantenerla sempre in movimento, da sola, senza cadere.

Il sistema è già in fase avanzata di sviluppo, al punto che i tecnici giapponesi lo hanno reso pubblico attraverso un video uscito nei giorni scorsi sui canali social. I limiti sono evidenti ma promettono dal Giappone che nel medio periodo saranno risolti. Infatti le dimensioni del sistema, oltre al costo, per ora sono decisamente proibitivi, ma in futuro sarà tutto molto meno invasivo e a buon mercato. Ad oggi l’AMSAS è installato sulla ruota anteriore della moto collegato all’IMU. Approfittando dell’input dell’IMU a sei assi della Yamaha R3 che gli ingegneri stanno utilizzando per sviluppare il progetto, questo sistema prende tutte le informazioni e adatta la forza motrice per mantenerne la stabilità, in modo che il l’intervento del pilota sia totalmente nullo. Addirittura il mezzo può correre e mantenere stabilità senza nessuno sopra.

Yamaha non vuole interferire con la manovrabilità della moto e per questo il sistema non interviene a velocità superiori ai 5 km/h, proprio perché si vuole che l’intervento umano sia completo e non diventi mai autonomo, come accade su alcuni veicoli. Il principio da seguire è quello della filosofia “Jinki-Kanno”, che cerca una combinazione sensoriale moto-uomo. Al momento questo sistema ideato dai tecnici Yamaha viene sui 345 euro ed è troppo ingombrante per essere attaccato a una motocicletta, ma nel giro di qualche anno dovrebbe apparire sulle prime moto del marchio questa novità.

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