Una donna al vertice della Williams? Emerge una candidata a sorpresa

Dopo la partenza improvvisa di Capito dal muretto della Williams, è partito il toto sostituti. E adesso si fa avanti anche una signora.

Dopo Monisha Kaltenborn, inserita nella lista dei successori di Mattia Binotto, un’altra donna è stata presa in considerazione per occupare una posizione di vertice. Si tratta di Susie Stoddart, da tutti conosciuta con il cognome del marito, Wolff.

Pur non avendo mai dimostrato grandi capacità, la 40enne è riuscita a farsi largo nel complicato mondo del motorsport, aiutata dalla dolce metà che le ha aperto, per magia, diverse porte, facendo poi lo gnorri. Un esempio su tutti dei suoi incarichi senza apparenti meriti, la nomina a collaudatrice della Williams nelle stagioni 2014 e 2015, piuttosto che la promozione a dirigente della Venturi in Formula E nel 2018, e l’ulteriore passo avanti nel 2021 con il passaggio a CEO della stessa scuderia monegasca.

Williams (LaPresse Foto)
Alex Albon su Williams (LaPresse Foto)

Ritiratasi dall’impegno tra le vetture elettriche al termine del biennio 2021/2022, la britannica sarebbe libera sul mercato e le indiscrezioni dell’ultima ora, la darebbero di ritorno a Grove. Per fare cosa? Semplicemente gestire il team lasciato libero da Jost Capito.

A quanto pare il tedesco avrebbe espresso il desiderio di andare in pensione avendo raggiunto una certa, annunciando, lo scorso 12 dicembre, la propria uscita di scena assieme all’uomo di fiducia Francois-Xavier Demaison, conosciuto nell’epoca gloriosa della Volkswagen nel WRC e da lui fortemente voluto nelle vesti di direttore tecnico.

La Williams si rinnova, in arrivo Susie Wolff?

Alla luce di una squadra totalmente scoperta nelle sue posizioni più cruciali non è da escludersi la possibilità che possa tornarci qualcuno che la conosce bene. Al momento se Andreas Seidl, ex McLaren ha trovato casa in Alfa Romeo, al Cavallino è stato ingaggiato Frederic Vasseur e a Woking ha fatto la scalata l’italiano Andrea Stella, l’unico posto vacante resta appunto quello della mitica equipe creata dal nulla nel 1976 da due visionari, fanatici dei motori, come Frank Williams e Patrick Head.

Avendo ormai un patron che è un fondo di investimento, ossia la Dorilton Capital, il nome sarà poco romantico. Ciò che conta in questi casi è massimizzare l’investimento. Qualcosa che all’equipe del Regno Unito non riesce da un bel po’.

L’ultimo successo in gara data GP di Spagna 2012 con Pastor Maldonado. Mentre sul fronte iridato, si deve andare ancora più indietro, precisamente al 1997 con Jacques Villeneuve. Una vita fa, praticamente. Da allora, pochi podi e molte amarezze. Anzi tantissime. La più grande riguarda l’obbligo di vendere il team da parte della famiglia, pena la chiusura, nel corso del 2020.

Un vero colpo al morale del grande fondatore che, già provato dalla malattia se n’è andato il 28 novembre 2021.

Nelle fasi più turbolente del tracollo venne data la colpa alla figlia Claire, erede putativa dell’azienda, rivelatasi incapace di proseguire e costruire qualcosa partendo dalle basi gettate dal genitore.

Nel 2022, qualche piccolo cenno di miglioramento, tale da permettere ad Albon e Latifi di raccogliere qualche punticino pur rimanendo ultimi della classe.

Chissà che i 26 milioni di sterline ottenuti a seguito della vittoria nella causa contro l’ex sponsor Rokit non possano tornare utili per l’agognata e sperata ripresa.

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