F1, c’è chi tende una mano a Binotto: che bordata alla Ferrari

Un importante riconoscimento dell’amministratore delegato della McLaren avrà fatto felice Binotto. Ecco cosa ha dichiarato Zak Brown.

Tiene banco il caso Binotto in casa Ferrari, dopo il comunicato di separazione emesso dall’ingegnere di Losanna. La Scuderia non sembra essersi preparata alla separazione dal suo team principal e questo è già un primo clamoroso errore. Dopo tutti i pasticci della gestione dell’ingegnere svizzero era prevedibile un cambio al termine del campionato. La Ferrari gli ha concesso l’ultima chance nel 2022, sfruttando il passaggio al nuovo regolamento tecnico.

Ferrari, Mattia Binotto (ANSA)
Ferrari, Mattia Binotto (ANSA)

La squadra è partita alla grande con le vittorie di Charles Leclerc in Bahrain e Australia, ma alla lunga ha subito il ritorno in auge della Red Bull Racing. Ci si attendeva un testa a testa, almeno sino alle ultime battute del campionato, ma già dal 4 GP non c’è più stata gara. La RB18 ha preso il largo e la F1-75 non è riuscita ad essere sviluppata nel modo corretto. Il pacchetto di aggiornamento portato in Spagna e il nuovo fondo introdotto in Francia non hanno dato gli esiti sperati. Anzi sono arrivati dei ritiri che hanno, definitivamente, tagliato le gambe al monegasco. Le ambizioni erano alte e lo aveva confessato lo stesso Leclerc.

Al termine della cavalcata australiana il #16 si era convinto di poter lottare sino alla fine contro Max Verstappen. Errori clamorosi di strategia, avarie tecniche e una mala gestione del team hanno creato anche degli attriti irrecuperabili. Quanto accaduto a Monaco e Silverstone è risultato, sotto questo aspetto, è comprensibile la frustrazione di Leclerc. Meno accettabile il gesto di Binotto in Inghilterra. Il dito puntato in faccia al giovane pilota della Ferrari rimarrà una brutta immagine ed una macchia pesante sulla figura manageriale di Binotto. Quest’ultimo non rimarrà disoccupato negli anni avvenire, ma in qualità di team principal ha fallito in modo eloquente. Mai all’altezza degli altri team principal sul piano comunicativo, l’ingegnere di Losanna ha subito inevitabili pressioni per discorsi incoerenti.

Nel 2021 dichiarò: “Il nostro obiettivo è vincere il mondiale al più presto, puntiamo forte sul 2022, figlio di una rivoluzione regolamentare. L’anno prossimo lottare per il titolo è un obbligo. Non riuscirci significherebbe aver sbagliato tutto. Un fallimento”. Seguendo il proclamo dell’ex team principal della Ferrari il 2022 è stato un atroce fallimento. L’exploit iniziale solo una illusione. La squadra ha vinto soli 4 GP rispetto ai 17 portati a casa dalla coppia Red Bull Racing, Max Verstappen e Sergio Perez. Il distacco in classifica costruttori è stato di oltre 200 punti e per poco la Rossa non è stata beffata anche dalla Mercedes. Quest’ultimo, fra l’altro, in pista con una delle peggiori monoposto della sua storia.

Sainz e Leclerc si sono trovati a piedi in diversi appuntamenti per delle gravi avarie alle PU. Binotto aveva decantato il nuovo motore Superfast subito dopo le vittorie del Bahrain e in Australia, tuttavia la Power Unit del Cavallino non si è dimostrata la più performante né la più affidabile. Incassata la sconfitta, l’ingegnere di Losanna ha scelto di negare gli sbagli e stoppare gli sviluppi della F1-75 con netto anticipo. L’ex TP ha confermato, idealmente, tutti e ha scommesso con decisione sul progetto 2023. Un film già visto, tra una scusa e l’altra, con il solito ritornello di sottofondo “squadra giovane che imparerà dai propri errori”.

Ferrari, Brown in soccorso di Binotto

Per ora il capo delle strategie Inaki Rueda e il suo braccio destro, Ravin Jain, ne hanno combinate di tutti i colori. I pasticci delle precedenti stagioni non sono stati d’insegnamento. Inoltre, lo scarso potere politico di Binotto ha rappresentato un lascia passare a Mercedes per l’introduzione della direttiva 39. La Ferrari ha terminato la stagione, negando l’incidenza determinante della novità imposta dalla FIA. Inoltre, l’annata è stata chiuso con 6 sostituzioni di Power Unit a pilota e un depotenziamento per evitare ulteriori rotture.

C’è chi ha fatto di peggio in F1, come ad esempio la McLaren. A parziale scusante il team di Woking non aveva annunciato l’apertura di un ciclo vincente. Ferrari, tanti nomi per il dopo Binotto: spunta anche una donna indiana. Ferrari, porte girevoli a Maranello: rispunta un grande ex che potrebbe tornare nel ruolo di direttore tecnico. L’amministratore delegato Zak Brown ha lanciato un messaggio importante all’ex team principal della Ferrari.

Non conosco i meccanismi interni alla Ferrari, ma mi sembra che Mattia abbia fatto un buon lavoro, quest’anno sono stati competitivi. Dal mio punto di vista, la stabilità e la capacità di far lavorare insieme una squadra a lungo termine danno i migliori risultati”, ha annunciato Brown in occasione degli Autosport Awards, come riportato da FP. Andreas Seidl non sostituirà Binotto. Brown ha ammesso: “Non ne ho idea, ma so che non ci andrà”.

Impostazioni privacy