Pedrosa, il suo racconto è drammatico: ecco cosa lo ha spinto al ritiro

Dani Pedrosa è stato tra i piloti più vincenti della storia del Motomondiale, pur non agguatando il titolo in MotoGP. Ecco cosa ha rivelato sulle delicati fasi del suo ritiro.

Vi sono piloti destinati a non vincere quanto avrebbero meritato, pur avendo la fortuna di arrivare ai massimi livelli del Motorsport. Se Pedrosa fosse nato qualche anno dopo, probabilmente, avrebbe coronato il suo sogno di conquistare un titolo mondiale nella classe regina. Non c’è ne voglia Joan Mir che, con un pizzico di fortuna in carriera ha conquistato un mondiale in top class con un solo trionfo, ma Pedrosa avrebbe fatto una differenza abissale nella MotoGP odierna.

Dani Pedrosa MotoGP (LaPresse)
Dani Pedrosa MotoGP (LaPresse)

Negli ultimi anni si sono alternati quattro vincitori diversi in quattro anni. Dopo l’ottavo riconoscimento iridato di Marc Marquez nel 2019, Mir su Suzuki, Quartararo su Yamaha e Bagnaia su Ducati si sono succeduti nelle ultime stagioni. La battaglia in pista è sempre molto serrata, sebbene la Desmosedici si sia dimostrata di un’altra categoria rispetto alle altre moto. Le giapponesi sono crollate, in particolar modo la Honda, senza il suo alfiere di punta. Nel 2022 la casa dell’ala dorata è scivolata all’ultimo posto della classifica costruttori. Marc Marquez e Dani Pedrosa hanno rappresentato per anni la coppia perfetta. Gli spagnoli sono sempre stati ben assortiti, ma da quando è andato via il “piccolo Samurai” le cose sono molto cambiate.

Marc Marquez si è infortunato. I successori di Dani, ossia Jorge Lorenzo, Alex Marquez e Pol Espargaró hanno deluso le aspettative. Pedrosa, del resto, ha sempre trovato il miglior feeling con la Honda. Sin dalle categorie minori, il re senza la corona della MotoGP, ha fatto faville. E’ stato uno dei pochi a vincere tre mondiali di fila, il primo nella classe 125 nel 2003 e due nella classe di mezzo nel 2004 e 2005. Un predestinato delle due ruote, ma finito nella “bagarre sbagliata”. Centauri come Valentino Rossi, Casey Stoner, Jorge Lorenzo e Marc Marquez lo triturarono in MotoGP.

Gli alti e bassi di Dani Pedrosa

In un certo qual modo non è una storia molto diversa da quella di Andrea Dovizioso. L’ex centauro della Ducati sfiorò in più di una occasione il titolo mondiale in MotoGP, ma non riuscì a battere Marc Marquez. Il duello interno con il Cabroncito Pedrosa lo ha sempre perso. Il #93 risultò, sin dal debutto in top class, troppo più forte e affamato del Torero Camomillo. Il ruolo di eterno secondo, però, Dani lo portò avanti con dignità, senza mai snaturarsi. Gli infortuni hanno limitato la sua ascesa, tuttavia per molti rimarrà un eterno incompiuto.

Il classe 1985 iniziò molto presto sulle minimoto e all’età di 14 anni si laureò vice campione nel torneo nazionale spagnolo delle due ruote. Nelle serie cadette ha sempre attirato l’interesse dei più grandi marchi, diventando ben presto un uomo Honda. Nel 2000 prese parte al campionato monomarca riservato ai giovani talenti della casa di Tokyo, conquistando il primo premio. Il successo gli spalancò le porte del Motomondiale in classe 125. Fu l’inizio di una intensa collaborazione che fu portata avanti dal 2001 al 2018. Al termine della stagione, Dani decise di lasciare spazio a Jorge Lorenzo. Tra i tanti record che ha battuto c’è anche un curioso primato, avendo vinto in 16 stagioni consecutive.

Dal 2002 al 2017 lo spagnolo si è sempre tolto una soddisfazione. Nel 2007, 2010 e 2012 Pedrosa arrivò al secondo posto della graduatoria mondiale della MotoGP. In carriera ha conquistato 54 Gran Premi in 296 apparizioni. E’ salito su 153 podi e può essere considerato, a pieno titolo, una leggenda del motociclismo. Tra l’altro ha ottenuto 49 pole position e 64 giri veloci. E’ mancata la ciliegina sulla torta, non riuscendo a piegare la resistenza di centauri straordinari in top class, come Rossi e Marquez. Pedrosa, frecciata a Valentino Rossi: ecco cosa faceva per vincere.

Nel momento in cui ha preso in considerazione il ritiro, nella testa del campione sono iniziati a balenare strani pensieri. “È come se qualcosa bussasse alla tua porta, poco a poco, o almeno è quello che è successo a me. Un giorno ti svegli con una sensazione inaspettata, ma vai avanti con la tua vita. E poi, più tardi, quella sensazione ritorna ed è come se ci rifiutassimo di riconoscere che la fine sta arrivando”, ha esordito Dani Pedrosa nello show di DAZN Cuatro Tiempos.

Alla fine, queste sensazioni inaspettate iniziarono a diventare sempre più frequenti. Un giorno sono caduto dopo essermi scontrato con un altro pilota e ho dovuto essere azionato a mano. Ero in ospedale, mi sono svegliato dall’operazione e i miei genitori erano lì. Ho detto loro: è finita, non voglio più essere in ospedale tutti i giorni. Questo è ciò che mi ha portato a prendere più seriamente questa decisione”, ha raccontato un commosso Pedrosa. Dani è diventato poi collaudatore della KTM, vivendo la MotoGP da un’altra prospettiva. Lo spagnolo è salito in sella alla moto austriaca nel 2021 con una wild card, ottenendo un discreto decimo posto nel Gran Premio motociclistico di Stiria.

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