La Ferrari non poteva gestire in maniera peggiore l’addio di Mattia Binotto, mentre tutte le altre squadre hanno agito in modo perfetto.
Ci sono tanti interrogativi attorno all’addio di Mattia Binotto alla Ferrari ed all’ingaggio di Frederic Vasseur nel ruolo di team principal. L’ingegnere di Losanna, dopo quattro anni sul ponte di comando della Gestione Sportiva, è stato letteralmente defenestrato, a causa di risultati non in linea con gli obiettivi dell’azienda, ma anche per via di alcune figuracce che hanno fatto il giro del mondo.
Dal 2019 al 2022, la Scuderia modenese si è portata a casa la miseria di sette vittorie, numero che la Red Bull, quest’anno, aveva ottenuto in meno di metà stagione. La differenza sul piano tecnico, organizzativo e politico tra la Rossa ed il team di Milton Keynes, ma anche la Mercedes, è enorme, e con Binotto questo distacco non avrebbe fatto altro che ampliarsi ancor di più.
In questi anni si sono palesati troppi problemi che non sono mai stati risolti, come, ad esempio, il nodo strategie o quello relativo agli sviluppi. Queste magagne, a ben guardarem, erano presenti anche in passato, sotto le gestioni di Stefano Domenicali e Maurizio Arrivabene, ma non erano a livelli così alti.
I due team principal appena citati erano almeno riusciti a giocarsi qualche titolo mondiale, con il primo che ottenne quello costruttori nel 2008, subito dopo l’addio di Jean Todt. Per il resto, con Binotto sono arrivate soltanto delusioni, soprattutto dal punto di vista politico, aspetto in cui la Ferrari è stata calpestata nelle ultime stagioni.
Il primo esempio lampante viene dall’accordo segreto sulla power unit di inizio 2020 e relativo al motore dell’anno precedente. Binotto accettò questo accordo senza battere ciglio, dimostrando impotenza ed incapacità gestionale. Siamo certi che personaggi come Toto Wolff e Christian Horner, trovandosi in una situazione di quel tipo, avrebbero fatto di tutto pur di impugnare la decisione, portando tutti davanti ad un tribunale.
Con Binotto, invece, tutto ciò non è mai accaduto, e le mazzate politiche sono proseguite anche nel 2022, con la direttiva tecnica TD39 che ha finito di affossare una Rossa già in crisi di sviluppi a fine estate, o la questione Budget Cap che ha visto protagonista la Red Bull, uscita praticamente indenne dal fattaccio.
A Maranello occorre cambiare, e c’è anche un altro aspetto che merita di essere analizzato, anche se a primo impatto può sembrare secondario, ma vi assicuriamo che non è affatto così. La Scuderia modenese soffre di un’evidente fuga di notizie, e la prova è stato questo mese di tira e molla riguardo alla questione Binotto, mentre da tutte le altre squadre che hanno cambiato team principal non è mai trapelato nulla.
Ferrari, la fuga di notizie è un guaio da risolvere in fretta
La Ferrari non è stata l’unica squadra a cambiare team principal, visto che negli ultimi giorni si sono verificati dei veri e propri terremoti anche tra i rivali. Lunedì sera, la Williams ha annunciato l’addio di Jost Capito, boss del team di Grove che due anni fa rimpiazzò Claire, la figlia di Sir Frank.
Martedì mattina è stata la volta dell’annuncio di Frederic Vasseur, che entrerà in servizio il prossimo 9 gennaio come team principal della Rossa. Poco dopo è toccato ad Andreas Seidl, che lascerà la McLaren dopo due anni per diventare CEO di Audi, ma che nel frattempo prenderà il posto di Vasseur in Alfa Romeo Racing.
Per chi non lo sapesse, la casa di Ingolstadt rileverà il team di Himwil nel 2026, e per questo motivo, è probabile che Seidl sia andato in quella squadra con grande anticipo per avere una prima presa di contatto molto anticipata. Il suo posto in McLaren è stato rilevato dal nostro Andrea Stella, storico ingegnere di pista di Fernando Alonso ai tempi della Ferrari, il quale avrà l’occasione di un’intera vita nei prossimi anni.
Di tutti questi cambi al vertice che abbiamo citato, non si è saputo nulla fino al momento in cui le varie squadre non hanno diramato i comunicati ufficiali. Vero è che attorno al Cavallino c’è sicuramente una maggiore attenzione mediatica, ma proprio per questo occorrerebbe far rafforzare il settore comunicazione ed i controlli in generale, per evitare che si scateni il caos come avvenuto tra fine novembre e la prima parte di dicembre.
Già lo scorso febbraio capitò qualcosa di incomprensibile, con la foto della nuova vettura che venne pubblicata un giorno prima rispetto alla presentazione, a causa di qualcuno che ebbe l’idea di fotografarla per poi far girare la foto sui social. Una squadra come quella di Maranello non può e non deve permettersi certi episodi, altrimenti c’è il rischio di continuare a precipitare sempre di più nel baratro.