Alonso, futuro già scritto: atteso in un’altra categoria del Motorsport

Dopo un biennio in Alpine Fernando Alonso ha scelto di firmare con il team Aston Martin. Il futuro di Alonso potrebbe essere, però, lontano dal circus della F1.

Fernando Alonso non vuole mollare la categoria regina del Motorsport, nonostante le 41 primavere. Negli occhi e nel cuore del bicampione divampano ancora le fiamme che non si erano spente nemmeno con il passaggio allo sterrato. Lo spagnolo, in Formula 1, ha preso parte a 355 GP (352 partenze), correndo per Minardi, Renault, McLaren e Ferrari. Nel 2023 prenderà il posto di Sebastian Vettel in Aston Martin, tornando a gareggiare su una monoposto con motori Mercedes.

Fernando Alonso (LaPresse)
Fernando Alonso (LaPresse)

Nel corso della sua lunghissima carriera, iniziata oltre 20 anni fa con un test sotto gli occhi vigili di Gian Carlo Minardi, Magic Alonso ha vinto meno di quanto avrebbe potuto. Tre campionati gli sono sfuggiti per una manciata di punti, rimarcando quanto sia sottile la linea tra la vittoria e la sconfitta. In Renault ha dato il suo meglio, nella sfida a Michel Schumacher. Il marchio francese, oggi rinominato Alpine, è stato per Fernando croce e delizia. Dopo i due titoli mondiali dell’era Briatore, l’asturiano scelse di tornare in Renault dopo l’esperienza in McLaren.

Nel 2007 sfiorò il mondiale in una lotta a tre con il suo compagno di squadra, Lewis Hamilton, e Kimi Raikkonen della Ferrari. L’asturiano non fu contento di perdere, ma di sicuro fu felice di farlo per mano di Ice-man e non del debuttando anglocaraibico. Fu il primo point break della sua carriera professionale in F1. In McLaren avrebbe potuto scrivere la storia, lottando anche per i mondiali successivi. Al contrario, nel pieno della sua carriera, si ritrovò su un’auto non competitiva per la vittoria. Nonostante avesse disputato grandi gare nacque il preconcetto di Alonso spacca squadre. Montezemolo, ex Presidente della Ferrari, se ne infischiò e decise di aprirgli le porte di Maranello.

La pressione in Italia era alle stelle. Il titolo perso da Felipe Massa nel 2008 era una ferita aperta per i fan del Cavallino. Alonso avrebbe dovuto sconfiggere Lewis Hamilton, ma si ritrovò un Vettel al top della forma, negli anni d’oro della Red Bull Racing. Per ben tre volte arrivò secondo in classifica piloti, sfiorando il Mondiale nel 2010 e nel 2012. Due annate di altissimo profilo che avrebbero meritato miglior sorte. L’asturiano andò oltre i limiti della vettura, ma non riuscì a sferrare la zampata finale. Stanco delle dicerie sul suo conto e di arrivare secondo, si lanciò nell’avventura della Honda. La casa giapponese, in partnership con McLaren, voleva ricreare il binomio che fece le fortune di Senna e Prost.

Il futuro di Fernando Alonso

I problemi iniziali in F1 dell’azienda di Tokyo furono imbarazzanti. La monoposto sembrava di una categoria inferiore alla Formula 1, a causa delle PU. In molti pensarono che avessero costruito un motore fragile da GP2. Alonso, però, lo disse in radio, sapendo che sarebbe finito in mondovisione. “Il GP2 Engine”, urlato senza rispetto rappresentò una molla per i tecnici giapponesi e la fine dei giochi per Alonso. La Honda in F1, poi, ha vinto con la collaborazione della Red Bull Racing, ma le porte dei top team per Fernando si chiusero. L’unico vantaggio di quell’epoca era un compenso monstre che percepiva a Woking. L’asturiano marcò appena 121 punti in tre stagioni. A quel punto scelse di lasciare il circus e provare nuove esperienze nel Motorsport.

Fernando ebbe bisogno di un biennio differente, lontano dalla F1, inseguendo il sogno della triple crown. Dopo aver vinto la 24h di Le Mans nel 2018 e nel 2019, oltre alla 24 Ore di Daytona 2019, il #14 avrebbe avuto bisogno di un trionfo alla superclassica di Indianapolis per eguagliare Graham Hill. Le edizioni della 500 Miglia nel catino americano, a cui prese parte, furono un fiasco. A quel punto il nativo di Oviedo si lanciò sulle dune del deserto nella sfida emozionante della Dakar.

Le sfide sulla sabbia sono sempre piene di insidie. Nasser Al-Attiyah, ex compagno di squadra dello spagnolo, ha ricordato al gala internazionale annuale della FIA l’avventura in Toyota. “Continuo a fare pressione su Fernando per farlo tornare alla Dakar. Non ci conoscevamo fino a quando non è entrato a far parte del team Toyota nel 2020. È un pilota di grande talento. Al primo anno ha mostrato la sua velocità, ma il rally-raid è una specialità che richiede quattro, cinque o sei anni di esperienza prima di vincere. Continuiamo a parlare e lo aspettiamo. Penso che tornerà, amava la Dakar. Forse tra due anni, ma sono sicuro che tornerà”, ha annunciato Al-Attiyah, come riportato da AS.

Fernando, invece, scelse di tornare in F1, ingolosito dal progetto dell’Alpine in vista del cambio regolamentare. Le nuove wing car non hanno rivoluzionato la griglia. L’Alpine è rimasta stazionaria a centro gruppo e nel 2022 il bicampione del mondo è arrivato anche alle spalle del teammate, Esteban Ocon. Nel 2023 correrà in Aston Martin, prendendo il posto dell’ex rivale Vettel con il sogno di diventare campione del mondo. Salvo improbabili miracoli, ad oggi, appare l’ennesimo passo indietro della sua carriera in F1. Forse gli tornerà la voglia di correre in Dakar.

Impostazioni privacy