Carlos Sainz e Charles Leclerc si contendono il ruolo di prima guida in Ferrari. Il monegasco è più veloce, ma in Olanda hanno un dubbio.
Quella tra Charles Leclerc e Carlos Sainz è una rivalità che non è ancora scoppiata, con lo spagnolo che è arrivato in Ferrari nel 2021 sorprendendo tutti per la propria costanza. I tanti podi portati a casa e la regolarità lo hanno portato a concludere la sua prima stagione in rosso al quinto posto in classifica piloti, alle spalle delle astronavi di Red Bull e Mercedes.
Con il terzo podio di Abu Dhabi, Carlitos riuscì a superare sia la McLaren di Lando Norris che il compagno di squadra, battendolo contro ogni previsione. Tuttavia, nel 2022 è cambiato tutto, con il monegasco che è risultato sempre più veloce, anche se entrambi non sono stati esenti da errori.
Sainz è stato protagonista di un passo indietro rispetto allo scorso anno, con uscite di pista molto banali e capitate in momenti in cui non c’era alcun bisogno di rischiare troppo. Di esempi ce ne sono molti, come l’attacco mal riuscito nei confronti della Haas di Kevin Magnussen in Australia o il botto nelle qualifiche di Imola. Stesso discorso valido anche per le libere di Miami o il primo giro del GP del Giappone, e tutto ciò lo ha portato a concludere quinto nel mondiale, dietro anche alla Mercedes di George Russell.
Il figlio del due volte campione rally si è comunque tolto alcune soddisfazioni, come la prima pole position in carriera ottenuta a Silverstone, poi tramutata in vittoria al giorno dopo. Analizzando quanto accadde quel giorno, si può tranquillamente dire che si trattò di un regalo della Ferrari, che per via di una pessima strategia adottata con il leader Leclerc portò il monegasco a retrocedere in quarta piazza, consegnado il successo al nativo di Madrid.
La situazione, sotto la gestione di Mattia Binotto, era molto confusa, con l’ormai ex team principal che si ostinava a trattarli come due piloti che potevano combattere alla pari, senza accorgersi della superiorità di Leclerc su Sainz. Ciò ha prodotto dinamiche che hanno indotto anche gli ingegneri a commettere errori tattici notevoli, facendo passare Carlitos per colui che è in grado di gestire le gare in maniera migliore rispetto al proprio team-mate.
Lo spagnolo è sicuramente molto sicuro di sé, ed anche recentemente si è detto sicuro di poter combattere per il mondiale contro Max Verstappen con la vettura giusta. La risposta su questo argomento, anche se appare scontata, ce la darà il 2023, con la speranza che il nuovo team principal faccia chiarezza sui ruoli, sin da subito.
Ferrari, in Olanda c’è una certezza su Sainz
La superiorità di Charles Leclerc su Carlos Sainz in questo 2022 è stata evidente, ma entrambi hanno sofferto della pochezza tattica della Ferrari e del crollo sugli sviluppi della seconda parte di stagione. Lo stesso discorso è valido anche per la poca affidabilità, che ha costretto entrambi a due ritiri a testa.
In Olanda, il giornalista Allard Kalff è stato intervistato da “RacingNews365“, ammettendo un pensiero che potrebbe generare polemiche: “Leclerc è un pilota velocissimo, ma gli mancano ancora molte cose. Sotto pressione non ha ancora convinto al massimo, e non è un leader per il momento. Sainz è più leader rispetto a lui. Leclerc è quello che è più veloce, ma Sainz è uno che prende posizione in maniera più netta e che fa capire ciò che vuole con la squadra“.
Questo è un discorso che possiamo prendere per buono riguardo alle strategie, con Sainz che per tante volte si è opposto alle scelte della Ferrari, dimostrando di aver ragione. A difesa di Leclerc, si potrebbe dire che ciò che fa lo spagnolo è un’ammissione del fatto che non si fida della squadra, mentre il monegasco si fa “guidare” dal team, cosa che fanno tutti gli altri piloti che possono contare sui loro strateghi.
Il 2023 sarà chiave in questo senso, con Sainz e Leclerc che saranno fianco a fianco per il terzo anno consecutivo. Entrambi hanno sulle spalle un anno corso con una vettura competitiva, anche se non c’è stato il lieto fine tanto auspicato dai tifosi. La nuova gestione avrà una brutta gatta da pelare a causa dei piloti, che di certo non accetteranno di doversi sottomettere l’uno all’altro.
La Scuderia modenese, prima di tutto, deve pensare a mettere in pista una monoposto competitiva, ritrovando quella magia che si era creata nelle prime gare del 2022, per poi svanire nel nulla strada facendo, in maniera del tutto inattesa viste le ottime e brillanti premesse che c’erano state.