Ferrari fatta a pezzi: ecco cosa non ha funzionato sinora

La Ferrari e Mattia Binotto si sono separati dopo 27 anni di collaborazione, ed un esperto ha commentato quanto accaduto in queste ore.

In casa Ferrari regna il caos più totale, e l’annuncio dell’addio di Mattia Binotto non è che l’ultimo atto di una gestione terribile, che non ha più ritrovato la tranquillità dei giorni migliori dopo la morte di Sergio Marchionne avvenuta nel luglio del 2018. Sin dall’arrivo di John Elkann, i vertici non hanno fatto altro che causare disastri, impegnandosi in vicende che con lo sport non hanno nulla a che fare.

Ferrari (ANSA)
Ferrari (ANSA)

Va detto che, anche e soprattutto dal punto di vista comunicativo, la questione Binotto è stata trattata come peggio non si poteva. Dopo il GP del Brasile, erano arrivate le prime indiscrezioni relative all’addio dell’ingegnere di Losanna, con “La Gazzetta dello Sport” che aveva dato per sicuro il suo licenziamento da team principal della Scuderia modenese.

Poche ore dopo, la Ferrari se ne era uscita con un’inspiegabile, quanto improbabile smentita, che non ha fatto altro che alimentare le polemiche legate al caso Binotto. Il tutto è sfociato nel teatrino tra Jean Alesi ed i giornalisti di “SKY Sport F1” avvenuto durante le prove libere del Gran Premio di Abu Dhabi, con l’ex pilota di Maranello che non ha fatto una gran figura.

Infatti, il vincitore del GP del Canada del 1995 aveva dato per certa la permanenza del team principal, attaccando duramente la “Rosa” e definendola un giornale poco serio. La diatriba tra le due parti è proseguita sino agli ultimi giorni, con il quotidiano sportivo più importante d’Italia che non ha perso tempo per sbeffeggiare l’ex pilota.

Tuttavia, da questa storia viene fuori soltanto un’amara verità: il Cavallino non è più quello di un tempo, e ci sono forti dubbi sul fatto che tornerà grande. La conferma arriva dal fatto che per il dopo Binotto regni soltanto una gran confusione sul nome di chi lo sostituirà, visto che Frederic Vasseur ha visto calare le proprie quotazioni.

L’attuale team principal dell’Alfa Romeo Racing non ha mai diretto una squadra di punta, e ad Himwil non è che abbia fatto questo gran lavoro, così come in Renault in passato. Stando alle indiscrezioni, pare che il suo nome fosse stato accostato alla dicitura di grande favorito solo per via del rifiuto di altri candidati, che non hanno accettato la proposta.

Dall’Olanda è emerso che la casa italiana avrebbe tentato anche con Christian Horner, che non ci ha pensato un attimo a confermare il suo amore per la Red Bull. Anche Andreas Seidl, a capo della McLaren, ha declinato l’offerto, ed ora c’è grande confusione in chiave futura.

Ferrari, Leo Turrini spiega il suo punto di vista

Uno dei primi a riportare la notizia dell’addio di Mattia Binotto alla Ferrari era stato Leo Turrini, da sempre insider e grande esperto del mondo legato alla Scuderia modenese. In queste ultime ore, il giornalista e scrittore è tornato a parlarne durante il programma “Tutti Convocati” andato in onda su “Radio24“, dove ha rimarcato il suo pensiero sulla vicenda.

Prima di tutto, Turrini si è detto amareggiato per le vicende che stanno legando il Cavallino alla Juventus, visto che entrambe le eccellenze italiane stanno passando un momento davvero molto complesso. Leo ha detto che Andrea Agnelli sarebbe potuto essere il nome perfetto, ma ora non è più spendibile visto lo scandalo che ha colpito la “Vecchia Signora” e le conseguenti dimissioni del Consiglio di Amministrazione.

Le dimissioni di Binotto, tuttavia, non hanno sorpreso Turrini, viste le grandi divergenze da sempre presenti con John Elkann: “Binotto ed Elkann sono sempre stati come l’acqua e l’olio, non sono mai stati compatibili tra di loro ed era ovvio che si sarebbe arrivati ad una situazione di questo tipo. Non credo fosse il momento giusto per operare questo cambiamento, visto che l’auto che scenderà in pista il prossimo anno è ormai completata. Ora non ci saranno più capri espriatori, ed anche il mio idolo Leclerc lo sa benissimo, visto che vinto solo cinque gare e non è un Alonso o uno Schumacher. Quello che ho visto è stata una gestione inadeguata per la leggenda di questo storico marchio“.

Le parole di Turrini sulla Ferrari sono state molto dure, ma vista la situazione è impossibile dargli torto. Come detto, la vicenda è stata gestita male sotto ogni punto di vista, ed a meno di tre mesi dall’inizio dei test invernali non si sa ancora chi andrà a rimpiazzare l’ingegnere di Losanna. Alcune novità sono attese per la fine di dicembre, ma è chiaro che di lì a poco dovrà nascere qualcosa di importante.

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