Ferrari, il cattivo presagio sul sostituto di Binotto: dato allarmante

In casa Ferrari sono alla disperata ricerca di un nuovo team principal. Ufficializzata la separazione da Binotto c’è un nuovo dubbio all’orizzonte.

Ferrari ha scelto di cambiare il terzo team principal nel giro di pochi anni. Nessuno tra Mattiacci, Arrivabene e Binotto, infatti, è riuscito a vincere il Mondiale in era recente. Nella storia della squadra non si è mai andati oltre i 4 TP, senza poi riuscire ad ottenere il mondiale con il quinto direttore. I precedenti storici non faranno la felicità del sostituto di Mattia Binotto. Dopo il trionfo nei costruttori nel 1964, Franco Lini (1967) Franco Gozzi (1968 – 1970), Peter Schetty (1971 – 1972) ed Alessandro Colombo (1973) non riuscirono a portare a casa nessun riconoscimento iridato.

Mattia Binotto (ANSA)
Mattia Binotto (ANSA)

Il titolo conquistato nel 1975 mise fine al digiuno, grazie alla direzione di Luca Cordero di Montezemolo. Sotto la sua gestione la Ferrari si aggiudicò il campionato mondiale costruttori di Formula 1 per 3 anni di fila, dal 1975 al 1977, e due campionati mondiali piloti con Niki Lauda nel 1975 e 1977. Gli anni ’70 furono un periodo di alti e bassi nella storia del Cavallino. Il peggio, però, arrivò nelle stagioni successive. Dopo il titolo piloti nel 1979 di Jody Scheckter, e il sesto mondiale costruttori, la Rossa dovette attendere tantissimo tempo prima di celebrare un nuovo campione del mondo.

Negli anni successivi furono festeggiati a Maranello, per lo meno, le vittorie nei costruttori 1982 e nel 1983. Pier Giorgio Cappelli (1988), Cesare Fiorio (1989 – 1991), Claudio Lombardi (1991 – 1992) e Sante Ghedini (1992 – 1993) non furono in grado di riportare la Scuderia al top. L’arrivo di Jean Todt dal mondo dei Rally fu determinante per dare una svolta alla Scuderia. Il francese, ancora una volta il quinto (come accadde a Montezemolo) dopo quattro direzioni fallimentari, costruì un team in grado di dominare negli anni successivi. Sotto la direzione di Todt la squadra modenese divenne una armata irrefrenabile. L’inserimento del bicampione del mondo Michael Schumacher, e dei suoi ex tecnici in Benetton Rory Byrne e Ross Brawn diedero dei risultati magnifici.

Con Todt al comando la Ferrari ha vinto sette mondiali costruttori (1999 – 2000 – 2001 – 2002 – 2003 – 2004 – 2007) e sei titoli piloti (2000 – 2001 – 2002 – 2003 – 2004 – 2007). Michael Schumacher, Eddie Irvine, Rubens Barrichello, Felipe Massa e l’ultimo campione del mondo della Rossa Kimi Raikkonen hanno contribuito ad un periodo leggendario. L’ultimo direttore vincente della Scuderia è stato Domenicali. Jean Todt, infatti, gli lasciò spazio, diventando l’amministratore delegato della Ferrari. Ruolo che ha ricoperto sino al 2008. Dopo 15 anni a Maranello ha deciso di lasciare la squadra che lo aveva reso grande nel 2009. Il dopo Todt fu complesso. Nonostante la presidenza di Montezemolo vennero a mancare altre figure chiave dell’organigramma del Cavallino.

Ferrari, pressione alle stelle sul futuro TP

L’attuale CEO della F1, Stefano Domenicali, ricoprì la carica di team principal sino al 14 aprile 2014. Il posto dell’imolese fu preso da Marco Mattiacci che traghettò il team sino al termine della stagione, lasciando spazio poi a Maurizio Arrivabene. Quest’ultimo aveva costruito la sua carriera nella Philip Morris. Il bresciano, residente nella città natale di Binotto, fu selezionato per la sua esperienza manageriale. Dopo anni molto difficili la Rossa tornò a lottare, finalmente, con Mercedes nel 2017 e nel 2018. La Rossa non riuscì a tornare sul tetto del mondo, ma quantomeno ci provò sino alle fasi finali dei campionati. Dal 2019 al 2022 la Scuderia, guidata da Mattia Binotto, non è più riuscita ad essere competitiva per il premio più elevato.

Dopo tre sole vittorie nel 2019, la squadra fu condannata ad un biennio infernale, dopo la chiusura dell’accordo segreto con la FIA. Nel 2020 e nel 2021 gli alfieri della Rossa non hanno mai calcato il primo gradino del podio. Leclerc, dopo due anni e mezzo di digiuno, è riuscito a festeggiare nel 2022 il primo hat-trick in Bahrain e il primo grand chelem della sua carriera in Australia. Il monegasco si è ripetuto in Austria, mentre Sainz ha conquisto il GP d’Inghilterra. Troppo poco per una squadra che avrebbe dovuto essere il punto di riferimento ed aprire un ciclo di vittorie. Mattia Binotto si è distrutto con le sue mani, in un momento molto delicato per la Scuderia, affermando nell’estate del 2021 che una mancata lotta per la corona nel 2022 sarebbe stato un fallimento. F1, Vasseur per salvare Leclerc? Ecco cosa accadrebbe in Ferrari. Date una occhiata anche alla carriera a Maranello di Mattia Binotto.

Si sono succeduti al vertice Montezemolo, Marchionne ed Elkann, ma è andata sempre peggio. La Ferrari è stata fatta a pezzi dalla Mercedes e dalla Red Bull Racing. Quest’ultima ha vinto 17 gare, mettendo in ghiaccio lo champagne con diverse gare d’anticipo nel 2022. Binotto ha lasciato, ufficialmente la squadra, il 29 novembre 2022, ma a quanto pare il sostituto ha già la pressione di dover vincere a tutti i costi. Il favorito, ad oggi, è il team principal della Sauber Vasseur. Essendo il quarto della lista, forse, prima di iniziare la sua avventura a Maranello dovrà mettere da parte la scaramanzia

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