Safety Tutor: come funziona e cosa lo differenzia dall’autovelox

Quando siamo in strada, di solito temiamo l’autovelox, ma c’è un altro sistema che rivela l’eventuale eccesso di velocità. Il Safety Tutor.

Spesso basta una distrazione per ricevere una multa, anche salata. Ecco perché quando ci sediamo in macchina dovremmo farlo senza avere altro per la testa. Tra gli aspetti a cui bisogna sempre prestare particolare attenzione sono i limiti di velocità. Nei centri abitati, dove sono più severi, ma anche lungo i tratti a scorrimento rapido, dove sono più alti.

Autovelox e Safety Tutor (AdobeStock)
Autovelox e Safety Tutor (AdobeStock)

Il sistema più noto e diffuso di rilevamento della velocità è l’autovelox, ma vi sono anche i Safety Tutor, studiati da Autostrade per l’Italia e gestiti dalla Polizia Stradale.

Il loro obiettivo è dimunuire il numero degli incidenti causati dal superamento dei limiti. Ed effettivamente in Italia si è verificata una decrescita dei sinistri del 22%, e addirittura del 51% di quelli fatali in autostrada. Questo ha portato ad un forte incremento delle installazioni negli ultimi tre anni.

. Proprio per questo motivo, il numero dei chilometri monitorati dai Safety Tutor è triplicato sulle autostrade negli ultimi 3 anni.

Safety Tutor: cos’ è e come funziona

Indentificato spesso con la sigla SICVE (Sistema Informativo per il Controllo della Velocità) il Safety Tutor, attivo h24 e in qualunque condizione meteo, sfrutta una misurazione prolungata, individuando la velocità media di un qualsiasi tipo di veicolo su un determinato tratto di strada che può andare tra i 10 e i 30 km. Oltre ad individuare lo spunto nei punti più rischiosi, verifica l’eventuale attraversamento delle corsie di emergenza.

Inventato in Svizzera, il suo scopo era di controllare il traffico nelle gallerie, tramite una telecamera posizionata all’entrata e una all’uscita, utili per individuare le targhe e quindi capire se erano occorsi crash, o se se qualcuno aveva schiacciato sull’acceleratore più del dovuto.

La metodologia di funzionamento di oggi è la medesima di quella elvetica. Ciò significa che una telecamera individua il mezzo, registrando targa, data e ora del passaggio, e una seconda replica la procedura.

I dati raccolti vengono inviati ad un sistema centrale che opera il calcolo. Se sono nella norma vengono cancellati. Altrimenti scatta la sanzione rivolta al proprietario dell’auto o della moto. Per arrivare al nome vengono interrogati gli archivi della Motorizzazione Civile e i database degli autonoleggi. A quel punto la Polizia Stradale procede alla stesura del verbale.

Ma come nasce l’idea di questo tutor? Essenzialmente dal Teorema di Lagrange che, adattato alla viabilità può essere così sintetizzato. In un intervallo tra il tratto A e B, ci sarà almeno un momento C tra i due spazi, nel quale la velocità risulta uguale a quella media, considerata tra le due estremità.

Ciò significa che se un automobilista eccede per un certo lasso di tempo i limiti, ci sarà un istante in cui il suo passo risulterà pari alla velocità media rilevata dal sistema e di conseguenza sarà incluso in essa.

Esiste una soglia di tolleranza?

In linea con quanto avviene per l’autovelox, anche in questo caso vi sono 5 km/h extra da gestire. Poi diventa multa. La giurisprudenza ci dice che a volte il margine di accettazione è stato innalzato al 15% per velocità inferiori ai 130 km/h. Ma questi casi sono eccezioni.

Limiti di velocità; cosa succede in autostrada e possibili sanzioni

Vediamo nel dettaglio cosa avviene in autostrada. Qui tutti i motociclisti e automobilisti sono dovrebbero restare all’interno del limite di 130 km/h, eccezion fatta per i neopatentati, per i quali per i primi tre anni dal conseguimento della licenza, non possono andare oltre i 100 km/h.

Non va però dimenticato che in caso di pioggia o scarsa visibilità, il limite in autostrada scende a 110 km/h.

Come stabilito dall’articolo 142 del Codice della Strada chi non rispetta la normativa può ricevere queste sanzioni: se si va oltre i 10 km/h la multa oscilla tra i 42 e i 173 euro. Tra i 10 e 40 km/h, la cifra sale da 173 fino 649 euro, più la decurtazione di 3 punti sulla patente. Tra i 40 e i 60 km/h si dovranno pagare da 543 a 2170 euro, i punti tolti saranno 6 e la patente verrà ritirata da 1 a 3 mesi. Infine se si eccede i 60 km/h rispetto al limite imposto dal CdS, la somma da versare sarà tra gli 845 e i 3382 euro, i punti in meno 9 e la sospensione della licenza tra i 9 e i 12 mesi.

Quando si può contestare una multa

In alcuni frangenti è possibile contestare la sanzione ricevuta. Per farlo si hanno 30 giorni di tempo a disposizione per fare appello.

In ogni caso la multa è regolare se arriva entro 3 mesi dalla notifica. se arriva dopo, può essere contestata per superamento dei termini.

Un altro frangente in cui ci si può appellare è la mancanza della regolare segnaletica che avvisa della presenza del Tutor. Questa deve essere inserita ad una distanza che va da un minimo di 250 metri fino a un massimo di 4 km.

Infine è ok il ricorso se vi sono degli errori nella targa del veicolo.

In tutti i casi è necessario presentare la documentazione al Giudice di Pace competente sul territorio.

In sintesi, per spiegare la differenza con l’autovelox, diciamo che questo registra l’infrazione nell’attimo esatto in cui questa avviene, ovvero quando il mezzo passa davanti alla fotocamera. Al contrario, il Safety Tutor rileva la velocità media di un’autovettura o di un motociclo, da un tratto di ingresso ad uno di uscita in un percorso lungo un tot di chilometri.

Dove troviamo i Safety Tutor in autostrada

A causa della loro efficacia, come suddetto, dal 2019 questo sistema di rilevamento è incrementato in maniera importante lungo le autostrade dello Stivale. Per dare un po’ di numeri basti pensare che si è passati dai 420 del 2019 agli oltre 1450 del 2021. Nel complesso, i dispositivi presenti sulle nostre autostrade sono 152. La maggior parte la si trova sull’A1, ossia la Milano-Napoli. Poi sulla A4 Serenissima, sulla A13 Bologna-Padova e sulla A14, ovvero l’Autostrada Adriatica.

Per conoscere nel dettaglio la loro esatta posizione ci si può recare sul sito di Autostrade per l’Italia o su quello della Polizia di Stato, nella categoria Polizia Stradale, sotto la voce Tutor. Qui si potranno trovare le mappe e le tabelle con tutti i riferimenti specifici.

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