Terminato il 2022 del Circus, si comincia a pensare al futuro. Pirelli svela già i suoi piani per la prossima stagione.
E’ ormai calato il sipario su un Mondiale di F1 che ha visto la tematica gomme al centro del dibattito in più di un’occasione. Come ogni anno qualcuno è stato più in grado di altri di amministrarle al meglio e farle lavorare a dovere nella giusta finestra. Mentre per quanto concerne quelle da bagnato, un po’ tutti hanno ravvisato delle criticità su cu Pirelli e la stessa FIA su stanno interrogando per trovare una soluzione.
Il problema, ruota tutto attorno alla tenuta delle intermedie che, giustamente, non è sufficiente in caso di forte pioggia e alla mancanza di visibilità garantita dalle full wet, che di fatto paralizza l’attività in pista, portando spesso alla bandiera rossa. Uno spettacolo tutt’altro che positivo per una serie che, sulla carta, dovrebbe essere al top in termini di tecnologia sotto ogni punto di vista.
Le novità di cui si sta occupando il fornitore unico per la massima serie, non coinvolgono però soltanto le coperture scanalate, ma pure le slick. E a presentarle è stato il responsabile per le competizioni del marchio Mario Isola.
Pirelli, porterà in pista un nuovo prodotto nel 2023
Con l’obiettivo di ridurre il sottosterzo che tanto ha infastidito i piloti in questi mesi, a partire dal prossimo GP del Bahrain in programma il 5 marzo, vedremo in azione una mescola inedita, la C0.
Il compound è stato già provato dai protagonisti della serie in occasione dei dei test di Abu Dhabi della scorsa settimana. E ha avuto un buon riscontro.
“Il target principale della nuova tipologia di costruzione è chiaro“, le parole del manager riportate da Motorsport.com. “L’understeering è stata una pecca comune durante l’intero arco della stagione, in particolare nelle curve a bassa velocità. Per cui ci siamo propositi di ridurre l’usura sull’asse anteriore. Fattore poco presente nelle prime fasi dell’annata, ma poi via via in crescita, di pari passo con lo sviluppo delle macchine“.
L’impegno che il costruttore milanese si è posto è certamente complesso, perché alla fine dovrà dimostrarsi in linea con la direzione intrapresa dalle scuderie per quanto concerne i progetti delle vetture. A dare morale, sotto questo punto di vista al dirigente, è la consapevolezza che un po’ tutti si muoveranno nell’ottica di diminuire certe problematiche, motivo per cui la correzione rispetto al prodotto precedente dovrebbe essere minima.
“E’ nostra volontà non spingerci troppo oltre sotto il profilo di questo handicap, onde evitare di innescare il problema opposto”, ha rivelato.
Nel campionato 2023 avremo 6 mescole
Come detto, quindi, accanto alle cinque “scarpe” già ben note, se ne aggiungerà un’altra per aiutare i driver a spremere al massimo il mezzo a disposizione.
La nuova tipologia di pneumatico sarà un crocevia tra i due più duri attualmente esistenti che, finora, sono stati apprezzati dai driver.
“La recente C1 ha funzionato molto bene su alcune piste come Zandvoort e Silverstone, per cui abbiamo deciso di introdurre un compound che fosse una via di mezzo tra lei e la C2“, è entrato nel dettaglio, svelando poi gli aspetti più pragmatici. “In pratica la C1 diventerà la C0, mentre la nuova C1 avrà più aderenza rispetto alla precedente. Con un simile range a disposizione, potremo stabilire le allocazioni saltando un livello. Di conseguenza ci saranno dei fine settimana in cui sceglieremo la C0, la C2 e la C3″.
A far suonare il campanello di allarme in viale Sarca è stato quanto avvenuto a Barcellona. “In quel weekend la C1 si rivelò troppo lenta, portando le scuderie a puntare addirittura sulle tre soste, pur di evitare di montare le hard“, il ricordo del tecnico. “Al contrario, il delta tra le altre scelte fu conforme alle aspettative, circa mezzo secondo. Anche se i riscontri variano a seconda del tipo e della lunghezza dei circuiti“.
Pro e contro delle Pirelli 2022
Facendo un bilancio del feedback avuto dal prodotto creato per le debuttanti macchine ad effetto suolo, Isola si è concentrato innanzitutto sulle difficoltà di progettazione. Gli unici dati a disposizione del produttore erano stati quelli emersi dal test effettuato nella primavera del 2021 con delle mule-car, ragion per cui Sakhir è stata la prima verifica dal vero.
“Quelle usate nelle prove erano state delle monoposto dotate di un pacchetto aerodinamico che funzionava in modo diverso, di conseguenza, una volta in pista le vetture definitive è emersa la problematica del sottosterzo. Era impossibile per noi da prevedere perché con le vecchie non era successo“, ha analizzando, tenendoci poi a rimarcare i punti positivi, come il fatto che 11 GP abbiano visto il gruppo adottare un solo cambio gomme.
“In tre occasioni c’è stato un mix di una o due soste. In sei eventi due e solamente in una gara“, ha gongolato. In realtà la tenuta degli pneumatici non è stata l’unica ragione per certe strategie. Spesso si è adottato il pit stop unico per le difficoltà di sorpasso, piuttosto che per il tanto tempo perso per entrare e uscire dalla corsia box.
La sfida più grande affrontata
Da uomo azienda quale è il boss Pirelli motorsport, si è fermato a sottolineare l’incremento delle manovre che hanno animato le corse. “Nel 2021 ne avevamo registrate 600, quest’anno il 30% in più, ossia 785“, ha commentato soddisfatto. “In generale i corridori hanno potuto occuparsi meno della gestione e spingere di più. Abbiamo inoltre osservato che le macchine sono state in grado di seguirsi da vicino senza perdere downforce. Ciò ha permesso alle gomma di non scivolare e conseguentemente di surriscaldarsi“.
Al di là del carico aerodinamico e della sua amministrazione, l’azienda italiana ha lavorato nell’ottica di contenere il degrado termico. Ciò ha consentito ai conduttori di spremere il mezzo evitando l’overheating, e ai team di giocare con più strategie.
“Come sempre ci sono state vetture più aggressive sugli pneumatici di altre“, ha infine riflettuto. “Ma quello che ci ha fatto più piacere è stato assistere a tanti duelli prolungati anche quattro/cinque giri senza che si verificassero cedimenti di qualsiasi sorta. Questa è la differenza più grande rispetto al passato. Un traguardo non certo facile da raggiungere”.