Dall’Igna al posto di Binotto in Ferrari? Ecco tutta la verità

Tra gli artefici del successo Ducati, il direttore tecnico Dall’Igna fa un bilancio del suo 2022 e svela i momenti più emozionanti.

Borgo Panigale ha dovuto aspettare a lungo, ben 15 anni prima di tornare sul tetto del mondo in MotoGP. E forse anche per questo che il successo è sembrato ancora più dolce. Era il 2007 quando Casey Stoner, tipico australiano nel modo di vivere e di essere, domava una Desmosedici all’epoca alla portata di pochi. Ora di quella belva è rimasto poco o niente. La Rossa su due ruote di oggi è molto più docile e duttile. Questo anche per merito di Gigi dall’Igna, il direttore tecnico che l’ha riplasmata per renderla vincente. E alla fine ci è riuscito.

Gigi Dall'Igna e Mattia Binotto (LaPresse)
Dall’Igna e Binotto (LaPresse)

Ma come ha fatto? Si chiederanno in tanti. Questa la sua risposta a Il Corriere del Veneto: “Ho cercato di applicare un metodo rigorosamente scientifico di sviluppo. In questi anni abbiamo costruito e preparato una organizzazione pronta ad affrontare certe sfide, facendola crescere sia dal punto di vista tecnico sia umano. E’ stato un percorso importante“.

L’exploit è stato talmente grandioso da meritare anche l’invito al Quirinale da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “È stata una emozione incredibile, poiché non c’eravamo solo io, Bagnaia e il nostro amministratore delegato Claudio Domenicali, ma pure buona parte di coloro che lo hanno reso possibile“,

Per sua stessa ammissione testardo e desideroso di alzare sempre e comunque l’asticella, il 56enne ha saputo motivare Pecco e stimolarlo anche quando il deficit da Fabio Quartararo diceva -91.  “Visto quello che ha saputo fare con qualche sbavatura, la prospettiva è esaltante“.

Nel 2023 il dirigente vicentino si troverà davanti un arduo compito. Gestire la convivenza tra il piemontese e un altro cagnaccio come Enea Bastianini, reduce da una bella annata alla Gresini Racing, e già bello carico per il futuro.

Trovo sia positivo avere due piloti in grado di battersi per la vittoria e di giocare un ruolo da protagonisti assoluti del campionato, spingendosi l’un l’altro“, ha fatto spallucce davanti all’ipotesi di “scazzottate” per la leadership in squadra. “Non so se siano amici o pure no, però si sono rispettati tantissimo in pista. Sono stati autori di duelli duri, tuttavia nessuno dei due ha agito in maniera sporca“.

Dall’Igna frena le paure sulla deriva “rossa”

Dopo un lungo periodo di assenza delle moto italiane dai vertici della classifica, nel 2022 abbiamo potuto goderci oltre alla Ducati, pure l’Aprilia. Una rimonta tricolore dovuta anche ad una massiccia presenza in pista, specialmente del brand emiliano che su 24 bolidi in totale, ne ha schierati 8. Il rischio è che ci si avvicini ad un monomarca. Un pericolo accresciuto dal ritiro di Suzuki, che, come conseguenza potrebbe avere una dequalifica di quanto ottenuto.

In passato ci sono state diverse Case con gli stessi numeri“, ha detto. “Quello che è cambiato è che, mentre negli altri casi, le moto competitive erano solo due, nel nostro lo sono tutte. Ognuno dei nostri può dire la sua. Per cui non credo che questo sminuisca il valore dei nostri traguardi. Al contrario lo rafforza, perché significa che riusciamo a seguire bene un programma corposo“.

A proposito del costruttore di Noale, il tecnico di Thiene il nome se lo è costruito lì. Ma qual è la differenza tra le due realtà.

Il bagaglio storico“, ha commentato raffrontando la gioventù dei veneti e la lunga tradizione degli emiliani.

Finita la festa per un doppio titolo storico e tra l’altro ripetuto pure in SBK, si sa che anno nuovo vita nuova. Ciò significa che la competitività dimostrata potrebbe non ripetersi, in particolare perché ci sarà un Diablo più affamato che mai, e un Marquez rinvigorito e ripristinato nella mente e nel corpo.

Stiamo parlando di corridori straordinari, nonché sostenuti da due marchi come Yamaha e Honda che, dal punto vista economico e tecnico, sono state punto di riferimento della categoria per tantissimo tempo. Ad oggi non saprei dire chi dei due potrà darci più noia“, ha asserito lasciando aperto il mistero.

Oltre all’ingegnere c’è l’uomo

Chiunque abbia seguito una qualsiasi gara del motomondiale, sa bene che i centauri sono pieni di manie e scaramanzie. Poco si conosce invece di chi è al box e deve soffrire in silenzio e con il patema per tutto l’arco della corsa.

E’ difficile non trovare uno sportivo che non sia scaramantico e alla fine lo sono diventato anch’io. Di solito accarezzo le due moto prima di andare in griglia“,  ha dovuto ammettere di essersi uniformato al gruppo.

Veneto fino al midollo, il legame con la sua terra resta molto forte nonostante sia un girovago a causa della sua professione. “Lì è dove vivo tutt’oggi e dove abitano la mia famiglia e gli amici più cari. Provo dunque un senso di appartenenza profondo alle montagne nei dintorni di Vicenza“. Fortunatamente l’era moderna consente di avvicinare le distanze e anche se la base della scuderia si trova in un’altra regione, può restare sempre connesso ad entrambe le parti. “La tecnologia si è evoluta parecchio ultimamente e ci dà sicuramente una mano a gestire il lavoro da remoto. Ciò significa che qualche volta mi capita di lavorare anche da casa“.

Per finire, non poteva mancare il parallelo con la F1. Anche a Maranello non celebrano da parecchi anni, ma nonostante le buone premesse, non sono stati in grado di finalizzare e massimizzare il pacchetto a disposizione, cedendo man mano terreno a favore della Red Bull che si è imposta, di misura, in entrambe le classifiche mondiali.

Ed è anche e soprattutto per questo mancato target che la dirigenza di Mattia Binotto è diventata traballante. Nelle ultime settimane si è parlato dell’arrivo del francese Vasseur. E se invece il salvatore arrivasse della due ruote?

Non credo sarò io a prendere il suo posto. Detto ciò la vita è una ruota. Questa volta mi è andata bene, ma non sempre è così. Capita di dover affrontare momenti più difficili, per cui bisogna avere rispetto per tutti coloro che fanno questo genere di mestiere con serietà e impegno“, ha chiosato con diplomazia Dall’Igna.

Impostazioni privacy