Binotto e Ferrari hanno la memoria corta? Qualcosa non quadra

Mattia Binotto, al termine della stagione, ha analizzato, con un velo di soddisfazione, gli obiettivi della Ferrari, dimenticando cosa avesse annunciato nell’estate del 2021. Fan della Rossa sconvolti.

Negli ultimi giorni si sono susseguite le chiacchiere in merito alla sostituzione di Mattia Binotto. L’ingegnere di Losanna è stato dichiarato in bilico, alla vigilia della tappa di Abu Dhabi, dalla stampa italiana. In molti, tra cui Gazzetta, hanno dato per fatto l’arrivo di Vasseur al posto dell’attuale team principal. La gestione Binotto, sin qui, è stata fallimentare, sotto tutti i punti di vista.

Mattia Binotto Ferrari (Ansa Foto)
Mattia Binotto Ferrari (Ansa Foto)

Il 2023 per Binotto rappresenterebbe il quinto anno da team principal della Rossa. Un primo bilancio può già essere fatto, alla luce dei deludenti risultati del sua epopea. Nel 2018 Sebastian Vettel, sotto la guida di Maurizio Arrivabene, lottò per il campionato, pur non arrivando alle ultime battute in lizza per la corona con Hamilton. L’anno precedente, forse, fu quello più interessante con il miglio Seb della sua esperienza a Maranello. Lewis Hamilton si dimostrò imbattibile, mettendo in crisi il tedesco. La Mercedes, dell’era ibrida della F1, è risultata troppo più forte. La rivoluzione delle wing car avrebbe dovuto avvicinare tutti i team e permettere alla Rossa di lottare per l’apertura di un ciclo vincente. Il Presidente John Elkann si era sbilanciato sulla questione.

Le aspettative dei fan, ma anche dei piloti erano altissime. Al termine del 2022 rimane solo frustrazione per non aver colto i frutti di uno straordinario lavoro di anni. I tecnici della Rossa hanno consegnato a Leclerc e Sainz una vettura valida. La F1-75 ha distrutto la concorrenza nelle prime gare, battendo gli avversari più accreditati. La Mercedes ha sbagliato progetto, ma persino la Red Bull Racing sembrava in difficoltà. L’auto ad effetto suolo appariva agile e scattante anche da ferma. Il nuovo motore Superfast avrebbe dovuto essere il punto di riferimento in pista. Leclerc, dopo il trionfo in Australia, ha dichiarato che si aspettava di lottare per il titolo. F1, Vasseur per salvare Leclerc? Ecco cosa accadrebbe in Ferrari. Date una occhiata anche alla carriera a Maranello di Mattia Binotto.

Per numerosi motivi, tra cui gli sviluppi sbagliati e i problemi tecnici alle PU, il monegasco è passato dal lottare per la prima posizione in classifica contro Max Verstappen, a doversi accontentare di difendere la seconda piazza dagli attacchi del secondo pilota della Red Bull Racing. Il monegasco ha chiuso al secondo posto, con soli 3 punti di vantaggio su Perez. Le voci sulla sostituzione di Binotto si sono fatte sempre più insistenti. La Ferrari ha voluto spegnere sul nascere i rumor sull’ingegnere di Losanna, emettendo il seguente comunicato: “In relazione alle speculazioni apparse su alcuni organi di stampa relative alla posizione del team principal della Scuderia, Mattia Binotto, Ferrari comunica che si tratta di voci totalmente prive di fondamento”.

Binotto, i veri obiettivi della Ferrari nel 2022

Nell’estate del 2021, Mattia Binotto aveva annunciato gli intenti della prima stagione con le nuove wing car. “Non è un mistero, il nostro obiettivo è vincere il Mondiale al più presto, puntiamo forte sul 2022, figlio di una rivoluzione regolamentare. L’anno prossimo lottare per il titolo è un obbligo. Stiamo lavorando sodo per questo: non riuscirci significherebbe aver sbagliato tutto. Un fallimento”, come riportato da FP. In sostanza la Rossa, parafrasando le parole del Presidente Elkann, avrebbe dovuto lottare per l’apertura di un ciclo vincente. Non solo sarebbe stato un obbligo, ma non riuscirsi sarebbe stato considerato un fallimento. Stando a quanto ammesso lo scorso anno, la Ferrari avrebbe dovuto competere almeno sino alla fine con la Red Bull Racing.

Avarie tecniche, problemi strategici e qualche errore dei piloti hanno demolito i sogni dei fan. Binotto, però, dopo l’ultimo atto di Abu Dhabi, ha dichiarato: “Penso che siamo cresciuti molto già negli anni passati, il 2020 e il 2021 sono stati i più difficili e bui, nessuno si sarebbe aspettato che avremmo cominciato così quest’anno, volevamo essere competitivi e non avevamo promesso di tornare a vincere subito un Mondiale. Abbiamo commesso degli errori, cresceremo ulteriormente, serve un passo ulteriore in avanti ma nelle difficoltà abbiamo fatto bene e anche in un momento di critica come oggi non abbiamo mollato in termini di ambizione e abbiamo fatto bene”.

Una versione molto diversa rispetto a quella data lo scorso anno. La questione risultati è stata discussa, qualche settimana fa, dall’amministratore delegato Benedetto Vigna che ha spiegato, al di là di qualche sporadica vittoria, che gli obiettivi stagionali non erano stati raggiunti. “Sebbene siamo tornati a essere competitivi, non possiamo essere soddisfatti dei risultati ottenuti”, le parole di Vigna. A questo punto, anche per coerenza e rispetto dei fan, la Scuderia dovrebbe imparare a fare chiarezza. Non è ammissibile che una squadra con la storia della Ferrari possa cambiare le carte in tavola, solo per un fattore di convenienza.

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