Verstappen il più forte in F1? L’ex ingegnere Red Bull ha dei dubbi

Tutti esaltano il due volte iridato Verstappen. Eppure un tecnico della Red Bull non sembra essere tanto convinto delle sue capacità. 

Ebbene sì. Mentre tutti elogiano Max Verstappen collocandolo tra i grandissimi della F1, qualcuno esprime delle perplessità. Programmato per vincere dal padre Jos, che lo ha educato sin dai kart più con il bastone che con la carota, l’olandese ha fatto un breve passaggio nella Formula 3 Europea, prima di saltare nella top class.

Max Verstappen, Red Bull (LaPresse Foto)
Max Verstappen, Red Bull (LaPresse Foto)

Immediato l’acclimatamento, anche se le sue intemperanze lo metteranno in cattiva luce. Ma che l’olandese sarebbe diventato campione del mondo, era convinzione di tutti. Ed infatti lui non ha tradito le attese.

Finalmente dotato di una monoposto competitiva nel 2021, il driver di Hasselt ha posto fine all’egemonia targata Mercedes, detronizzando Lewis Hamilton. Un successo, quello dello scorso anno, oscurato dai fatti di Abu Dhabi, a loro volta messi in cantuccio grazie ad una stagione 2022 da leader indiscusso.

Dubbi su Verstappen: è davvero bravo come si dice?

Come detto però, non tutti sembrano catturati dal fascino sportivo del 25enne. Tra gli scettici Guillaume Rocquelin, entrato nel box Red Bull nel 2008 nelle vesti di ingegnere di pista di Sebastian Vettel, e da qualche mese impegnato ai vertici dell’Academy del marchio.

Nel corso di un intervento al podcast  di Eurosport Francia “Les Fous du Volant”, il 48enne ha giocato a fare una comparazione tra il tedesco e l’attuale #1, eleggendo il primo a più completo del duo.

Dal punto di vista professionale, tecnico e comunicativo, si vedeva che Seb arrivava dalla scuola Schumacher, suo idolo tra l’altro“, ha asserito convinto. “Ci poneva molte domande, e prendeva continuamente nota. Quando è arrivato da noi era già un pilota fatto e finito. Piuttosto preparato a livello tecnico e mentale. Non ha caso ha vinto diversi titoli“.

Max invece, è più un talento naturale. Ha un’enorme fiducia nei suoi mezzi. Sa cosa vuole ed è molto diretto. Detto ciò, rispetto agli altri corridori con cui ho lavorato è più debole sotto il profilo delle competenze tecniche. Ha di sicuro molti progressi da fare, anche per quanto concerne lo sviluppo della monoposto“, l’analisi impietosa che fa emergere un ragazzo nato dalla playstation, più che dalla conoscenza delle auto.

Per il transalpino l’incredibile fame di vittoria del figlio d’arte, non sarebbe controbilanciata dal know-how, sebbene ultimamente abbia acquisito maturità e competenze.

Ha cominciato il percorso in F1 molto giovane. Ed evidentemente aveva ambizioni, ma non la consistenza necessaria“, ha proseguito individuando nel momento del passaggio dell’#33 dalla Toro Rosso al main team, un primo frangente rilevante per la sua crescita, in quanto, all’improvviso si trovò a dover gestire una maggiore pressione, rispetto alla più piccola e tranquilla equipe di Faenza.

Non a casa, al primo weekend con la bevanda, in Spagna, nel 2016, fu in grado di salire sul gradino più alto del podio.

Sostenere che adesso sia cominciata la sua era perché si è portato a casa due coppe lo trovo sbagliato. Il suo periodo ha preso avvio proprio al Montmelo. Per il resto toccherà a noi fornirgli una macchina forte per proseguire con certi standard“,  ha terminato con uno sprone alla squadra austriaca.

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