Domenicali tranquillizza tutti: la F1 non avrà questi problemi

La F1 a rischio crollo finanziario? Il CEO Domenicali analizza la situazione e non nasconde l’ottimismo per il futuro.

Un calendario che a momenti esplode. Tutti i Paesi del mondo che bramano di ospitare una corsa. Gli alberghi che raddoppiano o triplicano i prezzi in corrispondenza delle gare, tanto che ormai non si sborsano meno di 1000 euro per una tre giorni. E le tribune che, nonostante tutto, brulicano di spettatori.

Alla luce di certi numeri e dati Liberty Media non può che sorridere. Il Circus non era mai stato tanto glamour e ambito. Sempre più folto di personaggi che nulla c’entrano con il motorsport, ma che gli portano visibilità.

Stefano Domenicali (LaPresse Foto)
Stefano Domenicali (LaPresse Foto)

Non è un caso che il CEO Stefano Domenicali, abbia di gran fretta assoldato Flavio Briatore per rendere l’ambiente ancora più esclusivo e appetibile solo per i ricchi. E lui, il geometra di Verzuolo diventato imprenditore, gli ha promesso che metterà mano al Paddock Club, per trasformarlo in Privé.

A dimostrazione che la F1 di oggi è questa. Poco interessata ai fan vero e verace. Quello cresciuto a pane e motori rumorosi. Quanto al sostenitore occasionale, il nerd, piuttosto che la ragazzina innamorata dei piloti dalla faccia pulita e il portafoglio pesante.

La massima serie, quindi, gode di ottima salute, e in questi giorni il patron ha calmato gli animi agitati anche per un’altra questione. Quella relativa alla crisi economica globale.

Allarme recessione: la risposta di Domenicali

Pur riconoscendo che nessuno può essere immune, l’ex dirigente Lamborghini ha dichiarato che, sebbene i prezzi di ogni servizio stiano continuando a salire, sul medio termine la top class non avrà problemi.

Essendo noi un mondiale il pericolo di incappare in difficoltà del genere è presente. Tuttavia l’avere contratti lunghi ci tiene al riparo“, ha affermato agli analisti di Wall Street durante la conference-call del Formula One Group, gongolando per i biglietti già venduti adesso per il prossimo anno.

La recessione sta colpendo l’Europa. Ma il modo in cui la nostra azienda è strutturata e come sono fatti i nostri accordi ci permette di andare avanti. Per questo motivo mi sento di essere fiducioso”, ha aggiunto soffermandosi di nuovo sulle cifre che danno ragione a lui e a coloro che gestiscono la carovana.

L’aumento della presenza in circuito è magnifica, sotto il profilo della nostra capacità di arrivare ad un’audience inedita“, ha sottolineato in riferimento all’ingaggio di seguaci più giovani, per diverso tempo assenti, sia in tribuna, sia davanti alla tv.

Il dirigente imolese ha in seguito spiegato come il modello di business attualmente utilizzato si concentra attorno alla tassa (piuttosto salata) che il promoter deve pagare per poter avere nel proprio autodromo la F1. Al contrario, con il Paddock Club indirizzato ai curiosi più abbienti, la categoria ha un’entrata diretta sotto forma di biglietto o abbonamento.

A rendere l’ex Ferrari maggiormente orgoglioso, è l’abilità dimostrata dal suo gruppo per quanto concerne la massimizzazione delle entrate, facendo i giusti investimenti per rendere la disciplina sportiva più attrattiva.

Una strada improntata sul soldo più che sulla qualità che, come lui stesso ha confermato, continuerà ad essere seguita.

Impostazioni privacy