Ferrari, spunta un altro guaio inatteso: l’allarme che viene dal Messico

In casa Ferrari sembra non esserci fine ai guai, ed ora c’è un altro problema da risolvere in chiave 2023. Ecco di cosa si tratta.

Nel prossimo fine settimana, la F1 tornerà in pista per il penultimo atto di un mondiale già deciso da un mese, ma che preannuncia grande spettacolo considerando che si correrà in Brasile. La Ferrari deve ricacciare indietro la Mercedes, che negli appuntamenti di Austin e Città del Messico è stata superiore alla Rossa, riportandosi a -40 in classifica costruttori.

Ferrari F1-75 (ANSA)
Ferrari F1-75 (ANSA)

Toto Wolff, nei giorni successivi all’ultima gara, ha dichiarato che preferirebbe ottenere una vittoria piuttosto che scavalcare il Cavallino al secondo posto in graduatoria generale, ma va detto che in ballo ci sono anche diversi milioni di differenza tra quelle due posizioni. Il team di Brackley sta man mano ritrovando la giusta strada, anche se il problema è la netta superiorità della Red Bull e non certo il potenziale della Scuderia modenese.

In questo senso, Mattia Binotto si è detto tranquillo, visto che la Ferrari ha interrotto gli sviluppi da mesi concentrandosi sul 2023, un mantra che va avanti da troppi anni. Benedetto Vigna, l’amministratore delegato della Rossa, ha dichiarato che i risultati non sono affatto soddisfacenti, e visto come vanno le cose a Maranello, nessuno può stare tranquillo in vista dell’anno prossimo.

Ricordiamo, infatti, quello che accadde nel gennaio del 2019, quando Maurizio Arrivabene fu sollevato dall’incarico per far spazio proprio a Binotto, una sorta di fulmine a ciel sereno a solo un mese dalla presentazione della monoposto per quella stagione. L’attuale amministratore delegato della Juventus venne licenziato dopo quattro anni in cui aveva coperto il ruolo di team principal, in cui non era riuscito a vincere il titolo mondiale.

Il 2022 è stata la quarta stagione per Binotto in quel ruolo, e va detto che Arrivabene aveva ottenuto dei risultati nettamente migliori nello stesso arco temporale. Pensare ad un licenziamento per l’ingegnere di Losanna è molto complesso, ma nulla è da escludere. Un paio di mesi fa, in quel di Monza, anche il presidente John Elkann non si era detto soddisfatto del lavoro svolto, ma aveva dichiarato che l’obiettivo era quello di vincere un titolo entro il 2026.

Per come vanno le cose, sembra chiaro che questa squadra non vincerà mai nulla: la Red Bull è troppo superiore sul lato tecnico e su quello politico, e lo stesso si può dire anche della Mercedes, che sta venendo fuori da una situazione che ad inizio anno era a dir poco disastrosa. La Scuderia modenese, invece, sta man mano tornando a quello a cui era abituata in passato, lasciando nello sconforto tutti i tifosi.

Ferrari, scoperto un altro guaio al motore

La Ferrari ha svolto un week-end terribile a Città del Messico, con Carlos Sainz quinto ad un minuto da Max Verstappen, e Charles Leclerc sesto e quasi doppiato dalla Red Bull del campione del mondo. Ad oltre 2000 metri di altezza, la power unit del Cavallino, già depotenziata per evitare rotture di affidabilità, ha fatto una fatica estrema, rimediando dei gap abissali sui due rettilinei del primo settore.

Un interessante approfondimento apparso sulle colonne di “Formulapassion.it” ha posto l’accento su un nuovo guaio che riguarderebbe il motore prodotto a Maranello, causato dal “Surge”. Il tutto sarebbe riconducibile al compressore, in cui parte dell’aria torna indietro, creando vibrazioni ad alta frequenza ed una sorta di fischio acuto e ben rilevabile anche da chi è nelle vicinanze della vettura.

Il compressore raggiunge dei livelli di instabilità quando è spinto ad alti giri, e rischia di portare vali elementi alla rottura. Commentando la disfatta messicana, Mattia Binotto aveva affermato: “Facciamo fatica da una parte per via delle dimensioni del nostro turbo, che non sono troppo grandi, che ad un’altezza del genere e con quell’aria rarefatta ci ha penalizzato più dei nostri rivali in pista, ma anche per le mappature che siamo stati costretti ad usare“.

Per la Ferrari, dunque, i guai sono davvero innumerevoli, e ciò che preoccupa è la mancanza di soluzioni. Che questa power unit avesse dei problemi di affidabilità al banco lo si sa da almeno un anno, ma nulla è ancora stato risolto. Il 2022 è stato corso ad handicap sulle mappature per evitare troppe rotture, che comunque si sono verificate anche sull’Alfa Romeo Racing e sulla Haas.

La squadra di Himwil, dal 2026, si unirà all’Audi abbandonando le power unit del Cavallino, che avrà soltanto un team cliente, a meno di qualche cambiamento dell’ultima ora. Tutto l’inverno dovrà essere sfruttato per cercare di risolvere i guai di affidabilità, per sperare di poter tornare ai livelli di inizio stagione.

Impostazioni privacy