Ferrari, esposto ad Imola un modello “maledetto”: ecco quale (FOTO)

La Ferrari, nel corso delle Finali Mondiali di Imola, ha allestito uno sorta di museo situato nel paddock. C’era anche un modello iconico.

La festa di fine anno della Ferrari è stata, come al solito, contraddistinta da un grande spettacolo e da una mole di pubblico notevole. Soprattutto alla domenica, le tribune dell’Autodromo di Imola si sono riempite per salutare i piloti e le squadre del Challenge, ma anche per assistere al debutto in pista in livrea ufficiale della 499P, la nuova Hypercar che andrà all’assalto della vittoria alla 24 ore di Le Mans e nel FIA WEC.

Ferrari (Adobe Stock)
Ferrari (Adobe Stock)

Il Cavallino ha regalato brividi svelando la nuova vettura, a cui i veli sono stati tolti nella serata di sabato, tornando a competere nella classe regina dell’endurance dopo cinquant’anni. Presente anche John Elkann, il presidente del Cavallino che pare credere molto in questo progetto, e non potrebbe essere altrimenti visti i fallimenti continui in F1, dove ormai si corre solo per rappresentanza.

Il pubblico di Imola ha comunque fatto capire che, nonostante i risultati negativi, l’amore per la Ferrari resta incondizionato, e che con ogni probabilità esso non avrà mai fine. Purtroppo, va segnalata una brutta scelta fatta dagli organizzatori, che noi vi possiamo documentare essendo stati presenti all’evento con tanto di pass stampa.

La zona del paddock, a differenza degli anni passati, non era accessibile al pubblico, ma solo ai media ed agli ospiti delle varie squadre e del Cavallino stesso. Un gran peccato, considerando che all’altezza del parco chiuso era stato allestito un vero e proprio museo, con dentro esposti tutti i capolavori della storia di Maranello.

Una volta entrati, si potevano ammirare, sulla destra, tutte le F1 più vincenti di sempre, ma va detto che è stato lasciato spazio anche a qualche monoposto più moderna come quelle di Fernando Alonso, che non hanno portato a casa alcun titolo mondiale. Fidatevi che vederle lì, l’una accanto all’altra, è stata un’emozione grandissima, quasi come se si potesse respirare ogni centimetro di asfalto che queste belve hanno percorso durante la loro esistenza.

Tra di loro, c’era esposta anche una vettura che ha lasciato emozioni agrodolci, per via di una competitività eccezionale, ma anche di ciò che essa ha tolto al motorsport intero. I più esperti, forse, avranno già capito di quale auto si tratti, ovvero della 126 C2 del 1982, la vettura che costò la vita a Gilles Villeneuve e le gambe a Didier Pironi, ma che vinse il mondiale costruttori di quell’anno.

Ferrari, presente ad Imola la 126 C2 del 1982

La Ferrari 126 C2 è spesso definitagioiello maledetto“, viste le sue grandi prestazioni associate a dei terribili drammi. Quella monoposto fu l’ultima Rossa ad effetto suolo prima di quella di quest’anno, dal momento che dopo ciò che accadde in quel 1982 vennero rivoluzionati i regolamenti per cercare di rendere le auto più lente e meno pericolose, obiettivo che venne raggiunto.

Progettata dall’ingenger Mauro Forghieri e da Harvey Postlethwaite, ebbe un grande sviluppo rispetto all’anno precedente grazie agli studi effettuati in galleria del vento, sfruttando quella della Pininfarina. La forma spiovente del muretto e le minigonne poste ai lati della vettura garantivano un grande effetto suolo, che la rese la miglior wing car di Maranello assieme alla 312 T4 del 1979, iridata con Jody Scheckter.

La Ferrari non riuscì però a vincere il mondiale piloti in quel maledetto 1982, viste le circostanze drammatiche che si verificarono da maggio all’estate. L’inizio della fine avvenne ad Imola, durante il Gran Premio di San Marino, che venne dominato dalle 126 C2 di Gilles Villeneuve e Didier Pironi.

Il francese però, non rispettò l’accordo con il mitico compagno di squadra, tradendo la sua amicizia e dando il via a due settimane di fuoco, in cui Gilles si sentì distrutto da quanto fatto da Pironi. La sua vendetta sarebbe dovuta arrivare due week-end più tardi in Belgio, sul tracciato di Zolder, ma le qualifiche posero fine alla vita di Villeneuve tramite il suo ultimo volo.

Gilles, durante un giro veloce, prese in pieno la McLaren di Jochen Mass a causa di un’incomprensione, e nell’impatto fu sbalzato fuori dalla monoposto, morendo praticamente sul colpo. Pochi mesi dopo quell’8 maggio di sangue, la carriera di Pironi conobbe la sua fine ad Hockenheim, poco dopo il successo ottenuto in Olanda che sembrò una vera e propria ipoteca sul titolo.

Il 7 agosto, Pironi prese in pienò la Renault di Alain Prost, e nella carambola perse entrambe le gambe, dicendo addio alla sua esperienza in F1 ed anche al sogno iridato, che ormai era ad un passo. Quella vettura straordinaria vinse comunque un’altra gara con Patrick Tambay, proprio in quel di Hockenheim. La monoposto esposta ad Imola è proprio quella appartenente al francese, con il mitico #27 sulla scocca.

Ferrari 126 C2 (Giovanni Messi Tuttomotoriweb)
Ferrari 126 C2 (Giovanni Messi Tuttomotoriweb)
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