F1, Flop Ferrari in Messico: Sainz spiega cosa è mancato

La Rossa soffre sul circuito dell’Hermanos Rodriguez e in gara è completamente assente. Sainz prova a spiegare il motivo.

Che quello di Città del Messico potesse non essere il fine settimana della Ferrari lo si era capito quasi subito. La buona prestazione nelle libere 1 da parte di entrambe le guide si è presto rivelato solo l’illusione di un attimo, perché già venerdì pomeriggio Leclerc e Sainz erano dietro a circa due secondi dalla Mercedes.

Carlos Sainz, Ferrari (Ansa Foto)
Carlos Sainz, Ferrari (Ansa Foto)

Una situazione non diversa si è vissuta nell’FP3 e in qualifica la scuderia modenese è stata pressoché desaparecida. Quinto Carlos e settimo Charles. Un antipasto, insomma, delle difficoltà che si sarebbero vissute in corsa.

Sainz ha capito cosa è successo

Salvo lo slancio dei primi metri, sulla distanza il Cavallino è scomparso. Completamente incolore, non ha mai mostrato cenni di competitività, chiudendo quinta con il madrileno e sesta con il monegasco, con un allarmante gap di un minuto dalla Red Bull formato missile di Verstappen.

Analizzando quanto avvenuto nei 71 giri disputati, il figlio d’arte ha dato la colpa della scarsa competitività della F1-75 alla posizione del tracciato.

La macchina non è andata male durante il gran premio. E non abbiamo patito alcun problema. Tuttavia rispetto alle piste classiche, qui abbiamo faticato a causa dell’altitudine“, ha cercato di giustificare la defaillance in generale del team.

Già in difficoltà nelle prime sessioni, il #55 ha rivelato di aver dovuto adottare un assetto di compromesso per la prova domenicale, che alla fine non lo ha aiutato. “Abbiamo dovuto trovare delle vie di mezzo per questo evento. E di conseguenza la vettura non si è comportata come al solito“.

Il passo falso nella manifestazione del Centro America, ha lasciato parecchio amaro in bocca. “È stato un peccato perché io mi sentivo a mio agio al volante. E credo di aver disputato un bel GP. Però, quando sei così lento non puoi fare un granché“, ha proseguito rammaricato.

E chissà se a Maranello hanno pure limitato i danni all’Hermanos Rodriguez. Indiscrezioni davano per certa la sostituzione del turbo sulla monoposto dell’iberico. Un cambio che gli avrebbe fruttato una penalità e l’obbligo di rimonta. E che il muretto ha preferito posticipare al Brasile, nel penultimo round stagionale. Una mossa azzeccata viste le criticità incontrate di seguito. Sebbene in questa maniera il 28enne non abbia potuto spingere come avrebbe voluto.

Di certo non abbiamo potuto spremere al massimo il potenziale di base del veicolo. Complice appunto il posizionamento dell’impianto. Non voglio dire che su un circuito tradizionale avremmo lottato per la vittoria. Ma non ho dubbi che saremmo stati più forti“, ha concluso il suo pensiero.

Questa sorta di rallentamento della marcia da parte della Rossa, ha fatto un regalo alle Frecce d’Argento. Se fino ad Austin il secondo posto costruttori pareva salvo, in questa occasione la situazione si è ribaltata. E ora, gli italiani dovranno impegnarsi al massimo per conservare il piazzamento.  Al momento il punteggio ci dice 487 contro 447.

Staremo a vedere se la Ferrari pensarà più alle risorse extra che si ottengono terminando avanti in classifica, o al monte ore a disposizione in galleria del vento.

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