Michael Schumacher, quella dedica che scalda il cuore: il motivo vi stupirà

Michael Schumacher è considerato forse il più grande pilota della storia, di sicuro il più vincente assieme a Hamilton, e il Messico lo ama.

Sicuramente uno dei piloti che sono stati maggiormente amati dai tifosi della Ferrari è stato Michael Schumacher, con il fenomeno tedesco che ha potuto riportare in auge il nome della Rossa dopo ben 21 anni d’assenza dall’albo d’oro del mondiale, con il Messico che è sempre stata una delle sue gare tra le più apprezzate.

Michael Schumacher (ANSA)
Michael Schumacher (ANSA)

Correre per la Ferrari è uno dei grandissimi privilegi che possono capitare solamente i più grandi piloti della storia della Formula 1, ma riuscire a vincere dimostra di essere di una schiera superiore.

Quando poi il digiuno diventa talmente lungo da poter sembrare interminabile, colui che riesce a interromperlo diventa automaticamente una delle leggende assolute nella storia delle quattro ruote.

Per questo motivo un campione come Michael Schumacher deve assolutamente essere considerato come uno dei più grandi della storia, con i suoi sette titoli mondiali che rappresentano un traguardo fenomenale.

Dopo le vittorie nel 1994 e nel 1995 con la Benetton, Luca Cordero di Montezemolo era davvero convinto che con il tedesco ci sarebbe stata la grande opportunità di poter tornare in cima al mondo.

Ci vuole una parola davvero tantissimi anni, infatti nelle due prime quattro stagioni a Maranello la situazione fu davvero molto complicata, con le sconfitte all’ultima gara nel 1997 e nel 1998 che avevano minato le certezze del Kaiser.

Nel 2000 però arrivò il tanto atteso trionfo, il terzo della sua carriera e il primo della Ferrari dopo quello di Jody Scheckter nel 1979, dunque da quel momento iniziò la leggenda.

In realtà già prima del suo approdo alla Ferrari Michael Schumacher aveva ampiamente dimostrato di poter essere uno dei più grandi piloti della storia, con la Benetton che lo aveva reso fin da subito una leggenda.

Flavio Briatore si era davvero innamorato di quelle tedesche che poteva già essere considerato da giovane come un vero e proprio predestinato, con il suo primo anno in Jordan che fu subito positivo.

Dunque nel 1992 l’imprenditore piemontese, allora Team principal della Benetton, decise di chiamare Schumacher come prima guida della scuderia, con i risultati che iniziarono fin da subito a essere più che positivi.

Nel 1992 la Scuderia dominante era la Williams, con la casa britannica che era stata in grado di realizzare una monoposto davvero fenomenale e indimenticabile, dando così l’occasione a Nigel Mansell finalmente di poter vincere il suo primo e unico Mondiale.

Quell’anno però viene anche ricordato per essere il primo completo di Schumacher, con la seconda gara della stagione che fu in occasione del Gran Premio del Messico una tappa fondamentale per l’inizio del mito del tedesco.

Schumacher nella leggenda in Messico: il primo podio nel 1992

Alla seconda gara della stagione in occasione dell’Autodromo Hermanos Rodriguez a Città del Messico, Schumacher riuscì finalmente a entrare nella leggenda della Formula 1, con la sua Benetton che fu la migliore in assoluto dopo le due inarrivabili Williams.

In quella stagione non ci fu mai davvero discussione sul fatto che se non ci fossero stati problemi tecnici i primi due sarebbero stati Mansell e il compagno di squadra Riccardo Patrese, dunque anche in quella circostanza non ci fu di che sorprendersi.

Pole position per l’inglese e prima fila completata dal pilota veneto già il sabato, con Schumacher che però dimostrò di poter essere in grandissima forma con una splendida seconda fila e terza posizione e in gara completò il capolavoro.

Il Leone di Inghilterra volò senza alcun tipo di problema verso la vittoria, con la medaglia d’argento che venne consegnata a Patrese con quasi 13 secondi di ritardo, ma sul podio per la prima volta nella storia ci finì anche Michael Schumacher.

Fu davvero una grandissima gara quella di schumi, riuscendo ad andare oltre le difficoltà che bloccarono il compagno di squadra Martin Brundle che dovette alzare bandiera bianca a 20 giri dalla fine per un problema al motore.

Disastrosa fu anche la gara del brasiliano della McLaren Ayrton Senna, con il suo ritiro che avvenne solamente dopo 11 giri per un problema alla trasmissione.

Dunque Città del Messico fa riaffiorare davvero dei ricordi molto dolci per Michael Schumacher, con il tedesco che in quella circostanza riuscì per la prima volta a far parlare di sé.

Il suo primo podio non fu assolutamente casuale, infatti in quel 1992 riuscì ancora una volta a confermarsi sul podio in altre sette circostanze, con altri tre terzi posti in Brasile, in Germania e in Italia, tre  secondi posti tra Spagna, Canada e Australia e soprattutto la prima storica vittoria a Spa.

In quel 1992 fu lui il primo del Mondiale dopo Le incredibili Williams, con un terzo posto davanti Ayrton Senna che viene considerato ancora oggi il primo grande capolavoro di Schumi.

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