Budget Cap, Red Bull sanzionata: Chris Horner è una furia

Horner in conferenza stampa ha parlato delle punizioni inflitte alla Red Bull per il caso budget cap: non mancano frecciate ai rivali.

Il giorno del giudizio è arrivato e finalmente è stato reso noto il destino della Red Bull per la violazione dal budget cap della stagione di F1 2021. La FIA ha comunicato in via ufficiale che è stato stipulato un Accepted Breach Agreement, dunque un accordo tra le parti.

Christian Horner (Foto LaPresse)
Christian Horner (Foto LaPresse)

Le sanzioni per la scuderia di Milton Keynes sono le seguenti: pagamento entro 30 giorni una multa da 7 milioni di dollari e riduzione del 10% del tempo a disposizione per svolgere test in galleria del vento e CFD. Il titolo vinto da Max Verstappen nel passato campionato è al sicuro.

La Federazione ha fatto sapere che il team ha sforato di 1.864.000 di sterline, ovvero dell’1,6%, il tetto delle spese. Essendo inferiore al 5%, tale infrazione è considerata “minore” dal regolamento vigente. Se fosse stato utilizzato correttamente il credito di imposta, la violazione si sarebbe ridotta a circa 432 mila sterline. Nel comunicato è stato specificato pure che non c’è stata malafede e neppure una condotta di tipo fraudolento.

Red Bull, Horner commenta l’accordo con la FIA

Christian Horner in una conferenza stampa sostenuta in Messico, dove la F1 corre in questo fine settimana, ha così commentato la vicenda budget cap: “A giugno la FIA aveva analizzato i libri contabili e non ci aveva comunicato niente. Le prime indicazioni sono arrivate a inizio settembre, ci sono stati chiesti chiarimenti su 13 punti e pensavamo di aver fornito tutte le informazioni. A Singapore siamo rimasti sorpresi nell’apprendere tutte le insinuazioni. Non sappiamo da dove siano uscite le cifre che circolavano”.

Il team principal della Red Bull ha proseguito la sua analisi raccontando cosa è successo successivamente: “A Suzuka dopo la vittoria di Verstappen sono stato informato che avevamo violato il budget cap di 1,8 milioni di sterline. Eramo sorpresi e siamo stati invitati a entrare nell’ABA. Pensavamo che così tutto si sarebbe risolto rapidamente. Avevamo pagato troppe tasse. La violazione effettiva è di poco superiore alle 400 mila sterline, dunque molto inferiore all’1%”.

C’è stato l’ok a un Accepted Breach Agreement con la FIA e ciò ha comportato una negoziazione tra le parti. Horner aggiunge: “Siamo arrivati accordarci sulle sanzioni a livello sportivo e finanziario. 7 milioni rappresentano una grande quantità di soldi. Poi c’è la riduzione del 10% della possibilità di usare galleria del vento e i nostri strumenti per lo sviluppo aerodinamico. La penalità ricevuta è enorme, può portare a mezzo secondo di perdita cronometrica e condizionerà lo sviluppo della vettura”.

Il dirigente Red Bull ha spiegato di aver accettato il patteggiamento per evitare che si andasse troppo per le lunghe e che circolassero altre speculazioni. Ci ha tenuto anche a dire che non ci sono stati vantaggi tecnici con la violazione compiuta: “Neppure un centesimo è stato speso per le prestazioni della monoposto. La penalizzazione è stata fortemente sollecitata dai nostri competitor. Abbiamo perso il 10% di test aerodinamici, ma abbiamo guadagnato il 25% di motivazione.

Gli stimoli per il futuro sono aumentati e non c’è paura di dover affrontare un freno allo sviluppo per il 2023: La penalità non sarà abbastanza grande – afferma Horner – e neanche se bruciassimo la galleria del vento sarebbe sufficiente”.

Infine ha anche dichiarato che non ci sono scuse da fare, visto che la scuderia non ha commesso alcun imbroglio. Semmai, a suo avviso, devono essere alcuni rivali a doversi scusare per le loro prese di posizione.

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