F1, Ferrari demolita da un ingegnere: il dato non lascia scampo

La Ferrari è a secco di titoli in F1 da 14 anni, ed uno dei motivi è la presenza di uno storico rivale del Cavallino. Ecco di chi si tratta.

Per la Ferrari il titolo mondiale di F1 è diventato ormai una maledizione. Come ben noto, l’ultimo iride piloti è datato 2007 con Kimi Raikkonen, mentre il costruttori non torna a Maranello dall’anno successivo. Sul fronte dei “driver”, si tratta del secondo peggior digiuno della storia dopo i 21 anni che intercorsero tra il 1979 con Jody Scheckter ed il 2000 con Michael Schumacher, e lo stesso discorso vale per la classifica a squadre.

F1 Ferrari (LaPresse)
F1 Ferrari (LaPresse)

Da questo punto di vista, l’astinenza più longeva risale al periodo di 16 stagioni consecutive senza titoli, vissuto tra il 1983 ed il 1999. Il decennio precedente, compreso tra il 2010 ed il 2019, è stato il primo della storia della Ferrari in F1 senza aver conquistato neanche un mondiale, visto che negli anni Ottanta arrivarono due costruttori ed uno fu conquistato proprio alla fine dei Novanta.

Si tratta di statistiche durissime, che fanno ben capire quanto sia cambiata la storia, dal momento che il Cavallino portò a casa otto costruttori su dieci tra il 1999 ed il 2008. La dittatura è passata a Red Bull e Mercedes, le uniche a vincere i titoli dal 2010 in avanti. In grave crisi ci sono gli altri due colossi del passato, vale a dire la Williams e la McLaren.

Il team di Sir Frank è a secco dal 1997, anno del titolo piloti di Jacques Villeneuve e dell’ultimo costruttori, mentre quello di Woking non è messo tanto meglio. Tra i costruttori, la squadra di Woking non vince nulla dal 1998, ai tempi dell’accoppiata formata da Mika Hakkinen e David Coulthard, mentre l’ultimo iride piloti è storia del 2008 con Lewis Hamilton.

I “garagisti” inglesi sono in crisi nera, dal momento che la Williams non vince una gara da oltre un decennio, con Pastor Maldonado a Barcellona dal 2012. La McLaren, dopo il successo in Brasile del 2012 con Jenson Button è tornata alla vittoria solo lo scorso anno a Monza grazie a Daniel Ricciardo, ma per il resto sono state più le delusioni che le gioie.

La Ferrari, dei vecchi dominatori del Circus, è quella che ha retto meglio il colpo, anche se nell’ultimo decennio ci sono state parecchie stagioni senza successi, ovvero il 2014, il 2016, il 2020 ed il 2021. Come detto in precedenza, la Red Bull e la Mercedes si sono presi la scena, così come personaggi come Christian Horner e Toto Wolff. Dietro ai successi del team di Milton Keynes c’è uno storico rivale della Scuderia modenese, che corrisponde al nome di Adrian Newey.

F1, la statistica incredibile che riguarda Adrian Newey

La figura di Adrian Newey è una vera e propria maledizione per la Ferrari, ed è un rivale che costringe il Cavallino alle sofferenze da ormai oltre trent’anni. Il brillante tecnico inglese, tramite le sue creature, ha ottenuto una statistica incredibile nel corso della sua carriera: le monoposto del nativo di Stratford-Upon-Avon hanno infatti vinto il 17,7% delle gare disputate dalla F1, un dato davvero impressionante che corrisponde a quasi 1/5 di quelle corse nella storia.

Newey ha vinto titoli prima con la Williams, poi con la McLaren ed in seguito con la Red Bull, portando in pista delle soluzioni geniali che hanno distrutto la concorrenza. Partendo dalle sospensioni attive dei tempi di Nigel Mansell ed Alain Prost, il grande Adrian ha poi firmato dei veri e propri capolavori anche ai tempi della McLaren, portando per ben due volte al mondiale Mika Hakkinen.

Dopo anni senza vittorie al team di Woking, Newey accettò la chiamata della Red Bull nel 2006, prendendosi un bel rischio, dal momento che era un team appena entrato in F1. Alla prima rivoluzione regolamentare maturata dopo il suo arrivo a Milton Keynes, Adrian firmò dei progetti geniali a partire dal 2009.

Dopo una stagione di rodaggio, la Red Bull aprì un ciclo tecnico a partire dal 2010, con Sebastian Vettel quattro volte campione del mondo. Gli scarichi soffianti del 2011 furono una delle trovate più geniali nella storia del Circus, che permisero al tedesco di dominare quel campionato in maniera abbastanza clamorosa. L’arrivo dell’era turbo-ibrida ha cambiato le cose, lanciando la Mercedes nell’orbita di una superiotà clamorosa.

La Red Bull, dal 2014 al 2018, ha avuto grandi problemi a causa di una power unit Renault poco competitiva e non affidabile, ma l’arrivo della Honda ha permesso all’estro di Newey di tornare a splendere. Nel 2021, Max Verstappen si è preso il titolo mondiale piloti, e nel 2022, con l’emergere dell’effetto suolo, il tecnico britannico ha portato alla luce la strepitosa RB18, letteralmente imprendibile per la concorrenza.

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