F1, la Red Bull si ribella alla FIA: clamoroso quello che sta succedendo

Nel pomeriggio di lunedì è arrivata la sentenza sul budget cap e la presunta infrazione da parte di due team. La replica della Red Bull.

Con il responso prodotto dalla Federazione Internazionale questo lunedì pomeriggio, cala il sipario, forse, su uno dei numerosi capitoli poco edificanti del Circus 4.0. La paventata violazione del tetto di spesa fissato a 145 milioni di dollari nel 2021 da parte di alcune scuderie iscritte.

Come riporta il comunicato, la Cost Cap Administration “ha rilasciato il certificato di conformità a sette delle dieci squadre iscritte“.

Max Verstappen, Red Bull (Ansa Foto)
Max Verstappen, Red Bull (Ansa Foto)

Ciò significa che tre hanno mancato di qualcosa. E sono la Williams, punita con una multa da 25mila euro per aver presentato in ritardo la documentazione. La Aston Martin, per un errore procedurale. E la Red Bull per aver utilizzato più risorse del dovuto.

Al momento non sono stati forniti dettagli sull’eventuale conseguenza. Si sa solo che l’infrazione da parte degli energetici è stata di lieve entità. Insomma, poco o niente di quanto aveva raccontato Toto Wolff a Singapore si è rivelato veritiero.

La Red Bull replica ai federali

Seppure dunque, il team con base a Milton Keynes sia stato scagionato dalle ipotetiche gravi colpe fatte circolare dalla dirigenza Mercedes, i vertici non ci stanno e ribadiscono la loro innocenza.

Stando a quanto dichiarato dal boss Christian Horner, non vi sarebbe stata alcuna infrazione rispetto alla normativa. Neppure minima.

Prendiamo atto con sorpresa e disappunto delle conclusioni della FIA in merito alle “lievi violazioni delle regole finanziarie”, la risposta scritta alla nota del collegio governativo.

La nostra presentazione per la stagione scorsa era al di sotto del limite. Dovremo quindi rivedere con attenzione le conclusioni presentate“, si legge infine.

Da queste poche parole emerge chiaro come l’equipe austriaca voglia uscire dalla vicenda pulita. E soprattutto non darla vinta alla Stella che, violando le normali pratiche della privacy circa le informazioni private ancora in fase verifica, ha spifferato tutto.

Dopo l’appuntamento di Marina Bay, alcune squadre e diversi piloti avevano domandato il pugno di ferro da parte della Federazione. In particolare la Ferrari tramite il responsabile del muretto Mattia Binotto e il direttore sportivo Laurent Mekies aveva chiesto una “pena esemplare”. Che, in caso di superamento massiccio del budget cap, avrebbe potuto significare la squalifica dalla classifica generale del passato campionato.

Un’eventualità, questa, che sembra scongiurata. E’ molto probabile tra l’altro che la storia si chiuderà a tarallucci e vino proprio come previsto dalla dirigenza del Cavallino. Dal remote garage di Maranello, l’ingegnere italo-svizzero aveva descritto il possibile finale come “neve sciolta al sole”.

Nell’attesa di sapere di che morte dovrà morire, la compagine di Dietrich Mateschitz si gode i risultati ottenuti in pista.

Domenica scorsa in Giappone è arrivato il secondo sigillo iridato di Max Verstappen e presto la festa sarà anche tra i costruttori. A fronte dell’inchiesta però ogni traguardo raggiunto potrebbe essere posto sub iudice. Sempre da zona Stoccarda è arrivata un’altra bordata. Ovvero che lo sforamento del quantitativo di denaro stabilito dai federali possa aver riguardato lo stesso 2022 e pure il 2023.

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