F1, svelato un nuovo disastro a Suzuka: che errore clamoroso

Il GP del Giappone di F1 è stato sede di diversi episodi da parte della FIA. Tra questi uno clamoroso riguardante il finale della gara.

Dopo la confusionaria e improvvisa proclamazione a campione del mondo di Max Verstappen, la penalità data in man che non si dica a Charles Leclerc e l’attribuzione del punteggio pieno ad una gara che aveva raggiunto appena la metà della distanza da percorrere, questo lunedì è spuntato fuori un altro scivolone da parte della Federazione Internazionale, in quel momento passato inosservato.

Max Verstappen, Red Bull F1 (LaPresse Foto)
Max Verstappen, Red Bull F1 (LaPresse Foto)

A quanto pare anche il fine gara sarebbe stato dato al giro sbagliato. Piloti e team infatti sono stati colti di sorpresa nel vedere la bandiera a scacchi sventolare.

Stando a quanto riporta l’articolo 5.4 del regolamento sportivo, una volta raggiunto il limite della 2 ore di corsa, chi si trova al comando deve compiere un’ulteriore tornata.

Una norma chiara che, evidentemente, non è stata applicata a dovere domenica scorsa.

“Credo che il gran premio sia stato interrotto anzitempo”, ha affermato il tecnico dell’Alpine Alan Permane, svelando come tutta la loro strategia con Alonso si stesse giocando sui chilometri in più che in teoria avrebbero dovuto esserci . “Questo Max è passato sul traguardo, restavano almeno cinque secondi sul cronometro, ma la bandiera a scacchi è stata data al giro successivo“.

F1 a Suzuka, caos alla bandiera a scacchi

Se all’ex Renault non si aspettavano una chiusura tanto repentina, pure in Red Bull sono rimasti basiti. “Sembra che ci sia confusione sul termine o meno del GP“, il messaggio radio dell’ingegnere del #1 Gianpiero Lambiase.

Allo stesso modo, il monegasco della Rossa non aveva ben capito, tanto da chiedere ai suoi, se l’evento fosse davvero giunto a conclusione.

Nel dubbio su cosa stesse effettivamente stesse avvenendo, in McLaren hanno domandato a Daniel Ricciardo di non alzare il piede. “Il vincitore stava ancora andando a tavoletta, quindi non sapevamo esattamente come comportarci e abbiamo agito con cautela. Era probabile che qualcosa ci fosse sfuggito“.

La risposta alle perplessità del gruppo arriva dall’articolo 5.b che dice questo: “Se la gara viene interrotta, la durata della sospensione verrà aggiunta a tale periodo fino a un tempo massimo totale di 3 ore“.

Non si parla dunque di un giro extra da effettuare. Soltanto di un limite di 180 minuti. Ciò significa che, al superamento di essi, la bandiera deve essere esposta. Esattamente ciò che è stato fatto in Giappone.

Alla luce delle tante perplessità emerse, vene da pensare che le scuderie non conoscano a dovere la regolamentazione. E che la stessa presenti talmente tante aree grigie da essere interpretata ogni volta diversamente. Fa riflettere altresì che nessuno, in questa occasione, abbia protestato in maniera vivace come successo invece nel 2021 ad Abu Dhabi.

Forse perché il titolo poteva essere solo del 25enne, per la seconda volta consecutiva. In fin dei conti, farlo celebrare in casa della Honda, o in America poco avrebbe cambiato. Gli energetici hanno letteralmente dominato dal Bahrain al Sol Levante. E il massimo risultato, comunque sia, è stato indubbiamente meritato.

 

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