L’ex F1 si scaglia contro la FIA: ecco perchè la regola va cambiata

La sentenza FIA relativa alle violazioni del budget cap da parte di Red Bull ha infiammato il paddock. Il parere di Brundle è tranchant.

La questione si era insinuata nel gruppo in occasione del weekend di Singapore quando, il boss della Mercedes Toto Wolff aveva lanciato accuse precise a Red Bull e Aston Martin. Ovvero di aver superato il limite dei 145 milioni di dollari imposti dal budget cap nel 2021. La prima in maniera importante. La seconda squadra un po’ meno.

Parole, queste, capaci di scatenare l’inferno, con buona parte dei team principal nel giusto, a chiedere la testa dell’equipe energetica. Tutto ciò dimenticando di chiedersi come l’austriaco potesse divulgare informazioni private e in teoria ancora sconosciute.

Bandiera FIA (Ansa Foto)
Bandiera FIA (Ansa Foto)

Come sappiamo il report ufficiale sul tetto di spesa avrebbe dovuto essere reso noto il 5 ottobre. Ma in seguito procrastinato al 10. E le sentenza è stata meno allarmante del previsto. Solo la scuderia con base a Milton Keynes avrebbe effettivamente infranto la normativa. Seppur in modo blando.

La FIA sta danneggiando la F1?

Ed è proprio quest’ultimo punto che sta provocando il malumore all’interno del paddock. Nella fattispecie, l’ex pilota e oggi commentatore tv Martin Brundle, ha rivelato che gli austriaci avrebbero ecceduto di 1,8 milioni di dollari. Tutto bene. Non fosse che sulla carta sia permesso uno sforamento del 5%, pari a 7 milioni di dollari. Una cifra a suo avviso assurda. In quanto troppo importante per essere accettata.

Per l’inglese imporre un massimo e poi mantenere tanto ampia la tolleranza è un controsenso, su cui bisognerebbe immediatamente intervenire.

Non può essere considerata infrazione minore una somma del genere“, ha attaccato nella rubrica di Sky Sports F1 “Any Driven Monday”. “Con quel denaro si può apportare un grosso aggiornamento. Addirittura creare una specifica B“. Ecco perché occorre maggiore severità“.

Il timore è che la vicenda finisca, per dirla alla Mattia Binotto, “come neve sciolta al sole”. Per il 63enne c’è il rischio che tutto si risolva con una multa. Un niente se si pensa al vantaggio tratto dall’aver usufruito di maggiori risorse rispetto alla concorrenza.

Per questo è necessario un approccio chiaro e rigiro“, ha rilanciato, convinto che chi ha sbagliato debba pagare caramente. Un po’ come tra l’altro sostenuto da molti dirigenti delle squadre.

L’obiettivo di una simile introduzione doveva essere dare l’opportunità anche ai piccoli e agli indipendenti di battagliare per la top 10 o la top 5. E negare ai big la possibilità di utilizzare soldi su soldi per migliorare la propria monoposto.

Per l’ex McLaren ora è arrivato il tempo di guardare ai centesimi. Così da compattare lo schieramento maggiormente. Ma il fatto che la Federazione Internazionale abbia sorvolato sulle conseguenze della violazione, almeno finora, non lo fa ben sperare.

E’ deludente che non siano stati forniti dettagli di alcun genere. Stiamo parlando dello scorso Mondiale, non di quello in corso. Dunque non si capisce perché non siano stati in grado di raccogliere tutti i dati che servono. Forse nel dietro alle quinte si stanno verificando dei battibecchi su come annacquare la storia e uscire con delle giustificazioni. Di certo non è bello aver saputo cosa è successo, ma non ciò che verrà dopo“, ha concluso evidentemente infastidito dall’approccio tenuto dall’organo federale.

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