Hamilton o Leclerc? Verstappen svela il dettaglio che li distingue

Dopo aver battuto Hamilton, Verstappen si appresta a fare lo stesso con Leclerc. Ma per l’olandese la differenza tra i due colleghi è grande.

Per la prima volta dopo una supremazia delle Frecce d’Argento durata ininterrottamente dal 2014 al 2020, lo scorso anno si è verificato uno stop improvviso. La Red Bull, per mani di Max Verstappen, ha fermato la cavalcata tedesca, impedendo ad Hamilton di raggiungere l’obiettivo degli otto sigilli iridati. Ad appena un inverno di distanza, la Mercedes è sparita e a dare battaglia alla scuderia energetica è subentrata la Ferrari con Charles Leclerc.

Max Verstappen (Ansa Foto)
Max Verstappen (Ansa Foto)

Ma se contro il team di Stoccarda il duello è stato agguerrito e vivo fino all’ultimo giro, dell’ultima gara del 2021. Contro la Rossa si è rivelato quasi un gioco da ragazzi, visto che sia tra i costruttori, sia tra i piloti, il margine è superiore ai cento punti e il secondo sigillo mondiale per l’olandese potrebbe arrivare già questo weekend a Singapore.

Verstappen spiega le differenze

Chiamato ad analizzare le sfide proposte dagli ultimi due campionati, il driver di Hasselt ha rimarcato il peso ricoperto dall’introduzione delle monoposto ad effetto suolo. Un cambiamento drastico, rivelatosi decisivo per la definizione delle forze in campo. Secondariamente non ha nascosto la sorpresa del regresso della Stella e del risveglio del Cavallino il quale, purtroppo per i fan del motorsport, non ha saputo mantenere lo stato di forma mostrato in avvio di annata.

Nessuno si poteva aspettare un vantaggio del genere da parte nostra”, ha asserito a GP Fans il figlio d’arte, certo tuttavia, che un gap del genere non sia onesto.  “Non credo che rifletta davvero gli effettivi livelli di competitività. Perché in nessuna delle corse che abbiamo finora disputato, siamo stati veramente dominanti. In ogni caso, mi auguro che le nostre performance continuino ad essere così”.

Facendo professione di modestia, il 24enne ha evidentemente dimenticato il recente appuntamento del Belgio quando partiva 14esimo e ha vinto. O ancora l’evento precedente in Ungheria, dove era scattato dalla piazzola 10 e ha tagliato il traguardo prima dei rivali. Certe rimonte sono possibili soltanto se si ha tra le mani un mezzo che ne offre la possibilità e dà fiducia. Ciò significa veloce, equilibrato e affidabile.

Sarebbe ingiusto non riconoscere che la RB18, a sei appuntamenti dalla fine ha il pacchetto migliore. Il gruppo tecnico  al cui vertice c’è il mago del tecnigrafo Adrian Newey ha saputo individuare le aree deboli della vettura, palesatesi molto presto nel Mondiale, e correggerle in tempi da record.

All’opposto a Maranello hanno un po’ dormito sugli allori dopo la buona risposta ottenuta dalla F1-75 nei GP iniziali. Ciò significa che non appena la leadership ha cominciato a scricchiolare, non vi è stata alcuna reazione. All’opposto, quasi tramortita da un ritmo che all’improvviso non c’era più, l’equipe modenese si è bloccata,  andando via via sempre più indietro.

E a dircelo sono i risultati. Mad Max ha potuto permettersi di stappare il prosecco dal gradino più alto del podio negli ultimi cinque appuntamenti, lasciando agli italiani le briciole, tra l’altro insidiate pure da una Mercedes in crescita, che potrebbe beffarla proprio nella volata finale.

Impostazioni privacy