MotoGP, Marc Marquez esce allo scoperto: ecco la verità sul suo braccio

Sessioni asciutte in Thailandia nella giornata di venerdì. In grande spolvero Marc Marquez, primo pilota alle spalle delle dominanti Ducati.

Al momento in MotoGP le Ducati sembrano fare un altro sport. Le Desmosedici si sono rivelate troppo forti anche sul tracciato di Buriram, almeno nelle prime due sessioni di libere sull’asciutto. Zarco ha fissato il giro più veloce nelle FP2, davanti a Pecco. La combinazione dei tempi ha, comunque, lanciato un messaggio chiaro alla concorrenza. Sarà molto dura riuscire a strappare la pole ad un ducatista. Il Motorsport è fatto però di variabili e, in questo senso, potrà accadere di tutto sul bagnato.

Marc Marquez (LaPresse)
Marc Marquez (LaPresse)

Le previsioni danno forti acquazzoni nel weekend e tutto va a giocare a favore di Marc Marquez. Soli sette giorni fa, sull’acqua, il Cabroncito è riuscito ad ottenere una straordinaria pole position in Giappone. Un tempo sensazionale a sbaragliare la concorrenza delle moto italiane e delle altre giapponesi. In gara Marc non è partito benissimo, condizionato anche dalla scelta di una mescola soft che non ha dato gli esiti sperati. Miller sulla hard ha dettato legge, davanti alla KTM di Binder e la Ducati di Martin. L’otto volte campione del mondo della Honda ha lottato, nelle ultime battute, con Miguel Oliveira per la quarta piazza. Alla fine il catalano è riuscito a superare il portoghese, eguagliando il quarto posto ottenuto in Spagna. Un risultato incoraggiante dopo quanto accaduto ad Aragon.

Il pilota di Cervera era stato, aspramente, criticato per le manovre nel Gran Premio d’Aragon. Al rientro dopo l’ennesima operazione all’omero destro aveva causato il doppio crash di Quartararo e Nakagami. Quest’ultimo aveva riportato anche delle conseguenze fisiche alla mano. Sta di fatto che Marc è soprattutto coraggio e funambolismo, così dopo soli 7 giorni si è subito riscattato. Il suo primo podio stagionale, ormai, sembra alla portata. In caso di gara sul bagnato la posta in gioco potrebbe anche essere più elevata. Infatti, in condizioni di full wet, lo spagnolo fa molta meno fatica a gestire l’intera durata della corsa. Naturalmente l’acqua permette un approccio più delicato, e in quelle situazioni MM93 è un asso assoluto.

MotoGP, l’obiettivo di Marc Marquez

Nonostante lo spagnolo provi a tenere un profilo basso, il suo rientro è stato di quelli che lasciano il segno. Tutto lascia pensare che nella prossima annata il #93 possa essere della partita. In questa annata, fra l’altro, a prescindere dai problemi fisici il feeling con la moto non è spettacolare. Difatti, Marc ha provato diverse soluzioni in vista già del 2023. Nella mattinata thailandese il centauro di Cervera ha girato con il forcellone in carbonio. Nel pomeriggio è uscito con quello in alluminio. Dati utili per i tecnici nel tentativo di migliorare una moto che non ha molti punti di forza. In passata la Honda faceva la differenza per l’incredibile agilità, anche se poi a conti fatti solo un pilota riusciva a trarne il meglio. Petrucci torna in MotoGP: ecco quando e con chi lo vedremo. Date una occhiata anche agli orari del prossimo GP in Thailandia.

Nel 2022 i tecnici hanno provato ad elaborare una moto meno tagliata sulle caratteristiche dello spagnolo, fermo ai box in sostanza da due anni, ma il risultato è stato un disastro. Sin qui solo un pilota, Pol Espargaró, è salito sul podio. La Honda è scivolata all’ultimo posto della graduatoria costruttori e sta attraversando uno dei momenti più bui della sua storia. Dopo anni dominanti, la casa di Tokyo si è trovata in una situazione molto complessa. Le buone notizie arrivano solo dal recupero di Marc che ha concluso con il quarto crono la giornata di prove libere thailandesi. Al termine delle FP2, a Marca, MM93 ha dichiarato: “Sono particolarmente felice perché l’obiettivo principale quando ho deciso di tornare era notare gli step da una gara all’altra, ed è quello che ho notato a Motegi e quello che ho notato oggi. Ed è la cosa più importante”.

Sono stato aggressivo dall’inizio delle FP1 fino all’ultimo giro delle FP2. Ho spinto, ho lavorato sul ritmo e sull’assetto. Ma lavorando in questo modo posso iniziare a capire meglio l’assetto e meglio di cosa ho bisogno sulla moto. Passo dopo passo le cose sembrano migliorare sempre di più. Sicuramente avremo degli alti e bassi. Questo circuito è fisico, ma è fisico legato al tempo, non alla forza che devi mettere sulla moto. E questo mi aiuta. È vero che quando faccio stint lunghi, circa sei giri, sento che in tre o quattro giri sono in una buona posizione in staccata, e poi vado più avanti. Anche se tutto inizia a venirmi più naturale, il buon stile di guida. Questo mi rende felice e calmo. Sono molto felice soprattutto perché a Motegi mi sentivo meglio che ad Aragon, ma oggi mi sentivo meglio che a Motegi. Questo è ciò che mi fa sentire più felice. Significa che con più tempo mi sentirò sempre meglio. E questo è l’obiettivo”, ha concluso MM93.

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