I team di F1 non ci stanno: è guerra aperta con la FIA

Le scuderie iscritte al campionato di F1 non avrebbero gradito certi comportamenti recenti della Federazione. Ecco cosa è successo.

Nella giornata di martedì la Federazione ha diffuso quello che sarà il calendario dell’anno venturo. Una cavalcata lunga 24 gare, massacrante già al solo pensiero. Il problema però, non sarebbe tanto questo, quanto il mancato avviso da parte dei vertici alle squadre.

F1 (ANSA)
F1 (ANSA)

In pratica, la notizia sarebbe stata ufficializzata senza che ci fosse l’ok dei diretti interessanti. Il punto più contestato riguarda il filotto di tre appuntamenti consecutivi. Poco amati dal paddock per ragioni logistiche e di intensità di lavoro. Nonché più volte contestati.

Nello specifico il triplo weekend che avrebbe mandato i team su tutte le furie sarebbe quello vicino alla conclusione dell’annata, ovvero Austin – Messico-Brasile. Pur mancando il via libera degli iscritti, l’ente governativo l’avrebbe data per buona. Ma non solo. Sulla carta il programma 2023 avrebbe dovuto essere pubblicato venerdì, ovvero tre giorni dopo rispetto quanto fatto.

F1 nella confusione: cosa sta succedendo

La tradizione vuole che Liberty Media e la FIA realizzino un comunicato congiunto. Questo perché spetta al regolatore sportivo occuparsi di ciò che riguarda il Mondiale nella sua costruzione. Allo stesso modo il proprietario deve essere d’accordo, così come tutti quelli che fanno parte del Circus. E’ infatti l’azienda americana a portare avanti negoziazioni e trattative con i promoter dei GP.

In questa occasione però la Federazione non ha fatto sapere quali fossero le sue intenzioni e negli uffici di Londra, lo staff alle dipendenza del patron Stefano Domenicali, nessuno sapeva niente.

Alla luce dell’accaduto, apriti cielo e dita puntate contro il presidente Mohammed Ben Sulayem, reo di aver fatto di testa sua e di aver sbandierato con orgoglio il traguardo raggiunto dell’aumento delle manifestazioni, ma soprattutto della sapiente commistione tra circuiti storici e moderni.

A mettere di malumore a dirigenza dello sport ci sarebbe un altro dettaglio da non trascurare. Pur non avendo fatto nulla di illecito, avendo ottenuto l’ok dal Consiglio Mondiale del Motorsport, il collegio federale si sarebbe preso dei meriti in teoria di Liberty.

Stando a quanto rivelato dal Guardian, un membro di un’equipe avrebbe bollato il comportamento tenuto dalla Federazione, come “inaccettabile”.

Inutile dire che il momento di chi governa e gestisce la F1 è effettivamente nero. Continua a far discutere il sistema di penalità in griglia che ogni gran premio cambia ed è difficile da applicare. La pubblicazione dello schieramento viene dunque spesso procrastinata alla sera lasciando squadre media con punti interrogativi da risolvere. A Monza si è vissuto un finale sotto Safety Car per allontanare lo spauracchio Abu Dhabi 2021 quando le regole erano state osservate solo parzialmente, scatenando le ire di molti.

Quindi a inizio stagione si era verificata quella strana querelle relativa ai gioielli e all’abbigliamento intimo da controllare. Chi segue ricorderà quanto questa vicenda lasciò contrariati i piloti, Hamilton su tutti, per via dei piercing non estraibili che, in teoria, avrebbe di punto in bianco dovuto togliersi.  In ultimo non si può tralasciare la normativa TD039 introdotta a Spa per risolvere il problema del porposinig, malgrado la maggior parte del gruppo non ne soffrisse più.

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