Il giovane talento italiano, Filippo Farioli, si è raccontato a TMW in un’intervista esclusiva. Il prossimo anno correrà in Moto3 con Tech3.
Veder sbocciare un talento italiano è sempre un grande piacere per i nostri colori. Oggi vi racconteremo la storia di Filippo Farioli, bergamasco di 17 anni ed ex crossista, che il prossimo anno farà il proprio debutto con il team Tech3 nel Motomondiale, partendo dalla Classe Moto3.
Attualmente, Farioli, classe 2005, milita nella Junior GP, campionato propedeutico organizzato dalla Dorna, dove gareggiano tutti i talenti che un domani faranno battere i cuori in MotoGP. Nel corso della nostra intervista esclusiva, Filippo ci ha svelato tante curiosità legate alla sua carriera, ma anche al mondo dei motori più in generale.
Filippo Farioli si racconta in esclusiva a TMW
Nel mondo delle quattro ruote i piloti italiani non sono sufficientemente supportati, mentre nelle moto ce ne sono tanti. Secondo Filippo Farioli, perché c’è questa differenza tra queste categorie?
“Una delle più grandi è la Federazione stessa, la nostra è la Federazione Motociclistica Italiana, dove i più promettenti talenti che corrono con la nostra nazionalità vengono supportati in maniera diretta. Il progetto si chiama Talenti Azzurri, dove veniamo aiutati anche economicamente. Tutto ciò è molto importante, a livello economico è un mondo costoso, almeno fino al Motomondiale o alla Superbike. Francamente, non sono molto informato sul mondo delle auto, ma nelle moto questo è ciò che fa la differenza e ci sentiamo fortunati, soprattutto noi italiani“.
Com’è nata la tua passione ed a quale età hai iniziato ad andare in moto?
“Io ho iniziato veramente molto presto, sono salito sulla moto per la prima volta a tre anni, era una KTM 50, mentre a correre ho iniziato più tardi. Dal momento in cui feci la mia prima esperienza su una moto, prese il via la mia grande passione. Anche tutta la mia famiglia è piena di ex piloti, mio nonno e mio zio sull’enduro e mio papà sul fronte del motocross“.
“Io ho iniziato con il motocross, fino a quattro anni fa correvo ad alti livelli, campionati italiani ed europei, ma nel 2018 ho portato la mia passione sulla velocità. Inizialmente faticavo, non mi piaceva troppo, ma ci ho messo poco ad adattarmi. Penso sia stata una scelta vincente da parte mia“.
Com’è la Junior GP, dove corri ora, e quali differenze ti aspetti nel Motomondiale il prossimo anno?
“La Junior GP credo che sia il campionato pre-mondiale di livello più alto al momento, insieme alla Rookies Cup. In quest’ultima, le moto sono tutte uguali e purtroppo non c’è peso minimo. Un ragazzino che pesa poco ha un gran vantaggio rispetto ai più grandi. Le moto sono del 2013, telai molto diversi e più facili da portare al limite. La Junior GP è di altissimo livello, la organizza la Dorna e credo che lo scorso anno i primi dieti di questa serie sono poi passati alla Moto3“.
“Ci sono tanti junior team di coloro che corrono anche nel mondiale, le moto sono le stesse. Non solo le ultime evoluzioni per quanto riguarda i motori, ma ci sono tante somiglianze e la base e la ciclistica è identica. In alcune piste giriamo addirittura più forte, come a Portimao o a Jerez de la Frontera“.
È stato difficile il passaggio tra motocross e moto da pista?
“Nel 2016 provai per la prima volta una moto da pista, ma non mi piacque troppo. Alla fine del 2017, papà mi ha comprato una Mini GP chiedendomi di allenarmi per tutto l’inverno, anche se continuavo a lavorare anche nel motocross. Se devo essere sincero, non ho fatto troppa fatica, mi sono trovato subito bene, anche se lo stile di guida è totalmente differente, con il tempo mi sono adattati e già nel 2019 mi trovavo abbastanza bene“.
“Credo sia una cosa molto personale, il motocross ti dà una base ed una mentalità eccezionale, serve lavorare molto duro. Già quando avevo 10-12 anni mi dovevo allenare 3-4 volte a settimana. È impegnativo a livello fisico e mentale, devi saper sfruttare ogni minimo dettaglio nel motocross. Anche a livello di preparazione atletica non potevi permetterti errori. In quella categoria, se la moto non è competitiva il pilota può metterci molto del suo. In pista, invece, fai molto fatica se non sei a posto, io ho vissuto questa esperienza lo scorso anno“.
Chi è il tuo idolo?
“Mi piacciono molti piloti, ma se devo dire un idolo in particolare non posso che dire James Stuart, un ex supercrossista, a cui ho anche dedicato la mia scelta del numero 7 con cui corro. In MotoGP, in questo momento, il più forte è Quartararo, ma anche Pecco sta andando fortissimo. Fabio sta faticando a causa della sua moto, ma lotterà fino alla fine per il titolo. Lorenzo, Rossi, Pedrosa e Marquez sono tutti dei fenomeni assoluti, mi piacciono davvero tutti“.
Hai mai avuto paura in moto e di non riuscire a raggiungere i risultati in cui hai sempre sperato?
“A livello di infortuni non mi sono mai preoccupato, so benissimo che in questo sport tutto può succedere. Quando vuoi fare questo sai che metti a rischio la tua vita, anche lo scorso anno si è visto in modo chiaro purtroppo, ci sono stati degli incidenti tragici nel mondo del motociclismo. Non ci penso quasi mai, sto dedicando la mia vita alle due ruote e non me ne preoccupo“.
“Se ho mai pensato di non farcela? Assolutamente sì, la stagione scorsa è stata pessima, mettevo in dubbio le mie doti. Ero sempre nelle ultime posizioni, sia nel CEV che nelle Rookies. Non erano posizioni in cui volevo e potevo essere, si era creato un ambiente teso nella squadra, ogni volta che c’era una gara mi sembrava di doverci andare per forza. Non c’era neanche la parte del divertimento, vai forte quando ti diverti, ed io non riuscivo mai a mettere insieme ciò che volevo“.
“Dopo Misano, io e mio padre avevamo addirittura valutato di smettere. Quest’anno abbiamo fatto uno sforzo puntando sul team migliore che c’è in Spagna con la KTM, il team Aspar, puntando anche su un mental coach e su un duro allenamento. Si è trattato di un percorso del tutto diverso, e tutto ciò mi ha aiutato. La squadra è come una famiglia per me, anche il mio mental coach mi ha dato una bella mano, così come il preparatore atletico. Oggi non è possibile salire in moto senza prepararsi fisicamente, è un aspetto fondamentale“.
A nome di tutta la redazione di Tuttomotoriweb.it ci teniamo a ringraziare Filippo Farioli per la sua disponibilità, augurandogli tutte le migliori fortune per il suo futuro. Tra pochi mesi, il giovane talento italiano esordirà in Moto3 con il team Tech3, che in passato ha lanciato grandi talenti come Johann Zarco e tanti altri. Il futuro è già arrivato.