Ferrari, in arrivo una rivoluzione? Binotto ammette l’amara verità

Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, si è sbilanciato sulla questione inerente alla gestione del team. Troppi errori hanno segnato le ambizioni dei piloti della Rossa.

La Ferrari sta attraversando, da tantissimi anni, uno dei periodi di maggiore crisi della sua storia. A Monza è arrivata un’altra cocente delusione, dopo aver anche segnato la pole position con Charles Leclerc. Il monegasco ha fatto di tutto per tenersi stretta la prima posizione, ma nonostante una strategia aggressiva, non c’è stato nulla da fare. Max Verstappen e la sua RB18 si sono dimostrati, nettamente, superiori. Il toro olandese ha visto rosso ed ha infilato il suo quinto successo consecutivo.

Mattia Binotto Ferrari F1 (LaPresse)
Mattia Binotto Ferrari F1 (LaPresse)

Dalla vittoria di Monza del 12 settembre 2010 ad oggi, la Ferrari in totale ha conquistato 30 vittorie in F1 (9 di Alonso, 14 di Vettel, 5 di Leclerc, 1 di Kimi e 1 di Carlos). Da solo Max Verstappen, in carriera, ha ottenuto ben 31 vittore (dal 15 maggio 2016, giorno del debutto in Red Bull Racing ad oggi). Basterebbe questa statistica a fotografare il fallimento epocale della Scuderia in diversi cicli tecnici. L’esempio è ancora più dimostrativo perché il campione del mondo in carica non ha mai avuto un’auto dominante, nell’era ibrida, e si è dovuto sudare ogni singolo successo contro le Mercedes. Diverso sarebbe stato un confronto tra la Rossa e la Stella che, in pochi anni, ha letteralmente spazzato via tanti record del Cavallino. Red Bull Racing e Mercedes si sono dimostrati due team con una mentalità vincente, mentre a Maranello ancora si parla di squadra giovane.

E’, davvero, esilarante che in Ferrari si continui a parlare di team che deve ancora crescere, anche dopo gli errori cronici di questa annata. Ogni anno che passa è uno in più in cui imparano anche gli avversari. Nel team italiano sono caduti in un loop mentale infinito per giustificare la loro incapacità di reggere la pressione e lottare, sino alla fine, per i titoli mondiali. In linea generale il principio secondo cui una squadra giovane non può vincere è falso, oltre che stucchevole. In Ferrari lo stesso gruppo di persone lavora da diversi anni insieme. Mattia Binotto è diventato team principal del Cavallino all’inizio del 2019. In quella stagione in cui la Ferrari non fu mai in lotta per il mondiale, si ricorda, tristemente, la vicenda oscura che portò la Scuderia a stringere un accordo segreto con la FIA, cercando di salvare una faccia sporca che proprio Max Verstappen aveva smascherato ad Austin. Accuse pesanti di illegalità o di brogli che non diedero una mazzata anche all’immagine di una squadra, da sempre molto corretta e rispettosa dei regolamenti.

Mattia Binotto ammette i problemi

Dopo due anni e mezzo senza vittorie, i tecnici italiani hanno anche partorito una ottima wing car nel 2022. Non bisogna dimenticare il lavoro di tantissimi uomini e donne che hanno dato il 100%, in fabbrica, per mettere in pista la migliore monoposto ad effetto suolo possibile, ma non è bastato. L’inaffidabilità dei nuovi motori Superfast, unita all’incapacità conclamata degli strateghi della Rossa, hanno spianato la strada a Verstappen. Quest’ultimo domina, nella graduatoria dei driver, con 335 punti, dopo undici trionfi stagionali, davanti a Charles Leclerc, tornato dopo Monza al secondo posto a quota 219. Alle spalle del ferrarista, al terzo posto, vi è l’esperto Sergio Perez a quota 210. Entrambi sono seguiti, a pochissima distanza, da George Russell su Mercedes. Nonostante la Stella non abbia ancora vinto un GP è in scia della Scuderia. F1, gerarchie in Ferrari? John Elkann si sbilancia sul caposquadra.

Russell ed Hamilton, grazie ad una buona costanza di risultati, hanno accumulato un gap di appena 35 punti dal duo della Rossa. La Ferrari, dal canto suo, ha 139 punti in meno della Red Bull Racing e non può far altro che puntare a conservare il secondo posto. A Singapore sarà un’altra occasione per dimostrare di essere competitivi. Nel 2022 la Red Bull Racing riuscirà a tornare sul tetto del mondo, vincendo il quinto costruttore della loro storia. Un risultato storico dopo il dominio di otto anni della Mercedes. Per la casa austriaca si apriranno le porte del paradiso, con la evidente possibilità di aprire un ciclo vincente, come quello dei tempi di Sebastian Vettel. Per la Scuderia le incertezze sono svariate. Ferrari, altra statistica disarmante: record negativo nella storia della Rossa.

Non dobbiamo cambiare le persone, ma dobbiamo cambiare alcune cose. Il modo in cui comunichiamo, il modo in cui prendiamo le nostre decisioni…alcuni cambiamenti sono necessari – ha ammesso Binotto in un’intervista rilasciata a SkyF1 – Potrebbe essere necessario aggiungere un po’ di valore alla squadra e magari ingaggiare più persone, ma cambiare le persone non è il modo in cui voglio andare“. Ammissione chiara che, a questo punto, potrebbe presupporre un futuro affiancamento ad alcuni tecnici apparsi in clamorosa difficoltà nel corso dell’annata. In teoria sarebbe dovuto essere l’anno della svolta, ma i fatti hanno raccontato ben altro.

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