Auto elettrica, ecco perché non piace: gli italiani puntano su altro

Il mercato dell’auto elettrica non sembra riuscire a decollare in Italia, ed ora proviamo a capire i motivi. Nel frattempo, spunta un guaio.

La tecnologia dell’auto elettrica è quella su cui hanno investito le grandi case costruttrici. Tra pochi anni infatti, non sarà più possibile produrre vetture con motore endotermico, almeno in Europa. Da poche settimane è sta infatti deciso che dal 2035 in avanti sarà possibile costruire solo automobili che sfruttano le nuove tecnologie, senza più puntare su un motore a benzina o diesel.

Auto elettrica (AdobeStock)
Auto elettrica (AdobeStock)

Una piccola eccezione è stata fatta per le supercar, che potranno continuare a produrre vetture con motore a combustione interna sino al 2040, ma poco cambia. I potenti del pianeta hanno già deciso che l’auto elettrica sarà il mezzo di locomozione principale nei prossimi anni, ma la cosa non sembra assolutamente entusiasmare la clientela.

Auto elettrica, ecco perché non piace ai cittadini

Alcuni grandi gruppi automobilistici, come Stellantis, hanno già investito tutto sull’auto elettrica, pretendendo che tutti i marchi che ne fanno parte abbandonino il motore endotermico sin dal 2027. Case come Fiat ed Alfa Romeo stanno tentando di adattarsi il più in fretta possibile, ed il prossimo Suv della casa del Biscione sarà full electric, così come la Panda che la casa di Torino immetterà sul mercato già dal prossimo anno.

Molto curioso quanto emerso da una ricerca dell’Osservatorio Findomestic, dove è stato effettuato un sondaggio agli italiani sull’utilizzo dell’elettrico per le automobili di tutti i giorni. Dalla ricerca, sembra che ben quattro italiani su dieci siano del parere che l’elettrico non siano, per il momento, delle vere e proprie soluzioni contro l’inquinamento.

Infatti, stando alle statistiche, i cittadini italiani credono che diventeranno del tutto green quando le batterie verranno prodotte ed alimentate con energie rinnovabili. Sempre sul fronte delle batterie permane un’altra problematica non di poco conto, relativa al loro smaltimento. Tra i seri problemi rientra anche il costo delle stesse una volta arrivate sino a fine vita, visti i costi folli previsti per la loro sostituzione. Su alcuni modelli si arriva addirittura a dieci mila euro.

Per un italiano su quattro persiste un’altra problematica, relativa al luogo in cui ricaricare la vettura elettrica. In Italia infatti, c’è ancora tantissimo lavoro da fare per quello che riguarda le infrastrutture relative alle nuove tecnologie, cosa che sicuramente non aiuta i cittadini nella scelta di questa grande novità.

Un commento sul questionario è arrivato da Claudio Bardazzi, Responsabile dell’Osservsatorio Findomestic che si è occupato di tutto ciò: “Il mercato dell’automotive è, soprattutto al giorno d’oggi, influenzato da molti e diversi fattori che incidono sulla propensione verso l’acquisto dai cittadini, specialmente coloro che sono interessati all’acquisto di una vettura“.

Il problema più grande, tra i tanti che vengono affrontati in questo periodo, sta nel ritardo delle consegne dei veicoli appena immatricolati e che gli automobilisti attendono con impazienza dopo aver provveduto all’acquisto ed all’ordine. Come abbiamo potuto apprendere dal nostro approfondimento, si stima che il 43% degli acquirenti è più propenso a pensare ad acquistare altri modelli, ad esempio usati, piuttosto che attendere almeno sei mesi per una nuova auto. Il 13% sceglie l’usato, mentre il 17% decide addirittura di annullare l’acquisto o di posticiparlo per tempi migliori. Al momento, ad acquistare un’auto, sarebbe disponibile solo il 27% delle persone che abbiamo sottoposto al sondaggio“.

Un allarme lo aveva lanciato qualche tempo fa persino Akio Toyoda, il boss della Toyota, la prima casa automobilistica che aveva investito sull’ibrido, ma che non ha mai dato troppo credito all’elettrico: “Se tutto il parco automobilistico del Giappone fosse formato da vetture elettriche, la rete energetica del paese crollerebbe, dovremmo fronteggiare un gigantesco black-out di proporzioni mai viste in precedenza“.

Mi chiedo una cosa: tutti i politici che parlano di far fuori l’auto a benzina in favore dell’elettrico, hanno idea di quali sarebbero le conseguenze di tali scelte? La produzione in massa di vetture elettriche portano ad un aumento smisurato di anidride carbonica, e se dovesse passare una legge che andrà a vietare il motore endotermico in Giappone, metteremmo in seria difficoltà tutto il nostro sistema economico“.

Il boss della Toyota ha poi parlato di un vero e proprio allarmen nel caso in cui l’auto elettrica dovesse diventare l’unico mezzo di locomozione, anche per quanto riguarda i posti di lavoro: “Milioni di posti di lavoro andrebbero perduti, non siamo di certo pronti ad un passaggio di questo tipo e nessuno lo sarà mai. Stiamo correndo un grosso rischio con questi pensieri sull’elettrico, non possiamo fare pretese di onnipotenza“.

Sicuramente, non si tratta di una situazione troppo comoda per le nuove tecnologie, che già stentano a prendere il via. La crisi globale, le guerre e la pandemia rendono tutto più complesso, ed i ritardi nelle consegne ed il mercato dell’auto che è praticamente in rosso da oltre un anno fanno il resto. Per ora, l’elettrico sembra essere un qualcosa di lontano dalle volontà e dalla mentalità degli italiani, che preferiscono sfruttare in pieno il motore endotermico e tecnologie più tradizionali. Vedremo se in futuro le cose andranno a cambiare o meno.

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